Sono imprevedibile

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POV Maurizio

Chiusi gli occhi e lasciai andare la testa contro il cuscino, sforzandomi al mio meglio per concentrarmi sulla bocca di Greta mentre scivolava giù, lungo il resto del mio corpo.

E, per qualche istante, pensai quasi di riuscirci, quando un guizzo della sua lingua mi ricordò quanto fosse capace in quel settore e per poco quasi riuscì a portarmi al limite.

Quasi.

L'attimo dopo venni di colpo nuovamente catapultato nell'odiosa sensazione che, non importava quanto fosse brava, stesse facendo tutto nel modo sbagliato.

Che io stessi facendo tutto nel modo sbagliato.

Eppure, protestai con un brontolio di disapprovazione quando la sua bocca cessò le sue attività, probabilmente stanca quanto me di quanto tempo stesse impiegando, sospingendola forse troppo poco delicatamente verso il basso per invitarla a continuare. Lei se ne fregò ed io prontamente schivai le sue labbra ormai tornate alla mia altezza, e con un rapido movimento invertii le posizioni premendola con la schiena contro il letto per inchiodarla sotto di me.

"Sei impaziente," ansimò a bassa voce, mentre allungavo una mano per afferrare un preservativo dal comodino.

"Smetti di parlare," le dissi contro l'orecchio, in un tono che sperava di risultare provocante e non implorante come invece era in realtà.

Lei mi diede ascolto, limitandosi a gemere quando iniziai a spingere dentro di lei, ed io potevo infine illudermi ancora un po' più a lungo che gli istinti carnali fossero in grado di prendere il sopravvento sull'amarezza che rischiava di spaccarmi il petto in due. E quando venne, e per qualche prodigio fisico venni anche io, non avrei saputo dire se essere più sollevato che tutto fosse terminato, o infastidito per la fine di quel magro diversivo.

Rotolai via da lei abbandonandomi contro il materasso e ponendo quanta più distanza possibile, cosa che pure lei sembrò gradire, e per un po' nessuno dei due proferì parola, ognuno presumibilmente perso nel proprio disprezzo per se stesso.

"Devo dire che non mi aspettavo un tuo messaggio, dopo la discussione che abbiamo avuto ad Olbia poi," disse infine.

"Sono imprevedibile," mormorai distrattamente mentre mi accendevo una canna con lo sguardo fisso sul soffitto.

Ridacchiò appena, ma senza sembrare divertita dalla cosa.

"No ..." mi smentì, mentre un leggero movimento del letto mi indicava che si stava alzando, "Sei più prevedibile di quanto credi. Sei solo infelice e alla ricerca di una distrazione."

"Se mi trovi così patetico, perché hai risposto?" scattai, infastidito dall'ovvietà di quella affermazione.

Sospirò, mentre, di spalle, si legava i capelli in una coda alta, prima di raccogliere l'intimo disperso sul pavimento.

"Forse sono anch'io patetica e in cerca di distrazione," disse rivolta più a se stessa che a me. Del resto, immaginai che avesse intuito che non me ne fregava davvero molto della risposta. Raccolse anche la mia camicia, la più particolare che avessi e se la infilò dopo un attimo di esitazione, gesto che mi provocò un istintivo e profondo moto di fastidio.

"E tu sei sempre stato bravo da quel punto di vista," proseguì con una scrollata di spalle.

"Onorato," commentai sarcastico con una smorfia, portando un braccio dietro la testa. Doveva essere la mia specialità, procurare distrazioni sessuali fino a che qualche bravo ragazzo non fosse arrivato a conquistare il cuore della bella di turno.

Si appoggiò contro l'armadio incrociando le braccia sul petto.

"Come mai hai deciso di venire a vivere con Ignazio? È successo qualcosa con la brunetta?"

Se perfino una domanda buttata là senza neanche un vero interesse era arrivata a farmi lo stesso effetto di un pugno dato con forza nello stomaco, ero davvero ancora più pietoso di quanto pensassi.

"Ti ho chiamato per fare sesso, Greta, non per discutere della mia vita."

"Quindi ti ha mollato," proseguì ignorandomi, con il tono di una guarda caso non affatto sorpresa dalla cosa. "Per caso si è stancata di te e di tutte le tue stronzate?"

"Penso non siano cazzi tuoi," bofonchiai.

"Penso sempre che dovrei andarmene da Milano," sospirò, continuando con un'aria vagamente trasognata, ed un velato accenno di speranza che mi fece quasi provare compassione per lei, "Magari potrei davvero incontrare un bravo ragazzo, con cui vivere una bella vita normale e ricominciare da capo ..."

"Perché non lo fai?"

"Per paura credo," commentò in tono piatto arricciando appena le labbra

Tornò di nuovo verso il letto e i suoi occhi si spostarono nuovamente su di me, e una delle sue mani vagò fino al profilo del mio inguine, mentre mi chiedeva con fare pratico, "Vuoi farlo di nuovo?"

Disperso da qualche parte nella tasca dei jeans abbandonati per terra, il suono metallico della vibrazione del mio cellulare che si agitava contro il pavimento riempì la stanza, ed io scacciai l'immagine mentale del nome di Debora che sapevo avrei trovato impresso sul display, come le altre innumerevoli volte che aveva suonato quella notte.

In risposta mi alzai dal letto, tacitamente declinando la sua offerta per altro sesso.

"Vado di là a bere qualcosa," aggiunsi, mentre mi infilavo di nuovo i boxer e sorpassavo quel dannato coso che ancora non la smetteva di vibrare. Mi fermai prima di lasciare la stanza, e tamburellando appena la mano contro lo stipite della porta, mi voltai verso Greta per farle sapere, "Stanotte Ignazio dorme da Camilla quindi puoi rimanere, se vuoi."

L'alba || Salmo  (COMPLETATA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora