POV Debora
Spensi la tv, e presi un profondo sospiro. Mi alzai, senza fretta, e mi diressi verso la finestra per tirarne le tende, bloccandomi però all'ultimo momento per fermarmi ad osservare la pioggerellina leggera e sottile che rigava i vetri, creando piccoli riverberi luminosi con le luci che fuori interrompevano il buio. Appoggiandomi contro di essa, gettai un'occhiata inquieta verso il mio telefono, il cui display aveva da poco segnato la mezzanotte, ancora immobile e muto come durante il resto della giornata.
Una parte di me si era aspettata che Maurizio chiamasse. O che mi mandasse un messaggio, oppure, ancora di più, che si presentasse alla mia porta, nel momento meno prevedibile, con quel suo solito sguardo che sapeva sempre esprimere più di qualsiasi parola.
Non so perché. Forse, a dispetto di tutto, era sempre tornato. O semplicemente perché, anche quando voleva farmi credere il contrario, in qualche modo non se ne era mai veramente andato.
Avrei dovuto odiarlo. Avrei dovuto odiarlo in quel momento e avrei dovuto odiarlo anche in altri.
Ma non potevo. Perché, anche se aveva il rischioso potere di ridurmi il cuore in pezzi, era molto più di questo: era colui che lo aveva ricostruito in primo luogo.
Il cellulare squillò, mossi qualche passo verso la scrivania , e rimasi sorpresa perché vidi il nome di un mio amico con cui ultimamente ci stavo messaggiando spesso. Afferrai il telefono e risposi con un ciao allegro.
Lui rispose con un tono di voce dolce "Ciao tesoro, scusa la chiamata, volevo sapere come stai." Disse velocemente.
"Direi bene. Anzi, sono in splendida forma" mentii.
"Sicura?" Quando sentì il mio tono di voce che non aveva nulla di allegro, continuò con più decisione. "Farò finta di crederci. Senti, sai che qua in Sardegna non me la sto passando alla grande, e pure tu da quello che mi hai raccontato ultimamente non sei proprio così tanto felice. Io devo partire a Londra e vorrei davvero che tu venissi con me ... Se lo vuoi, ovviamente."
"A Londra?..." esclamai, colta del tutto alla sprovvista.
"Lo so. La tua vita è a Milano, e lo so che può sembrare egoista da parte mia, anzi, forse lo è. Ma penso che ti farebbe bene cambiare, e a Londra avresti tante opportunità."
"Io.. Luca..." dissi titubante, senza riuscire a pronunciare altre frasi.
"Scusa se te lo chiedo così all'improvviso, ma mi sembra sia una buona idea."
"Ti ringrazio per avermi pensata, ma ho bisogno di rifletterci su.. Ok?"
"Ma certo Debbi, allora aspetto tue notizie."Lo ringraziai e lo congedai con un 'ciao,ci sentiamo' e posai nuovamente il cellulare sulla scrivania.
Mi diressi verso il bagno, e notai la luce ancora accesa filtrare da sotto lo spiraglio della porta della stanza di Camilla. Cambiando direzione, bussai ed entrai, trovandola in compagnia di una tazza di tè caldo ed una replica di Vampire Diaries.
"Sei ancora sveglia? C'è una cosa che devo dirti."