Eccolo lì.
Quel piccolo e gradevole tuffo al cuore nell'aprire gli occhi e trovare Mauri accanto a me. Nonostante nelle ultime due settimane avessimo passato insieme quasi ogni notte, ancora non ero riuscita ad abituarmi a quella sensazione di piacevole stupore che la sua presenza nel suo letto continuava a suscitarmi.
Lasciai che il mio sguardo vagasse sul suo profilo, soffermandosi sul suo braccio tatuato piegato ad angolo sotto al cuscino, spostandosi sulle spalle e lungo la schiena a malapena coperta dal lenzuolo, ed accorgendomi di rimanere quasi ipnotizzata dal leggero movimento con cui il suo corpo si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro addormentato.
Il riflesso di un raggio di sole sullo specchio mi investì gli occhi, costringendomi a distogliere lo sguardo e sollevarmi appena dalla mia posizione.
Nello spostarmi, la mia attenzione finì sulla scrivania dove, seminascosto e abbandonato giaceva il quaderno blu di Maurizio.
Senza sapere bene perché, facendo attenzione a non svegliare Mauri, scivolai fuori dal letto, mi misi addosso um maglione lasciato su una sedia dalla sera prima, e, ancora scalza, mi alzai per andare a prendere il quaderno. Passai le dita sulla copertina che Maurizio aveva personalizzato con uno dei suoi disegni, andando quindi a sfogliare le pagine ancora intonse con un leggero fruscio.
Trovai dei semplici testi di canzoni. Mi colpii un titolo in particolare: L'alba.
Lessi con attenzione il testo, e mentre lo facevo tornai nuovamente verso il letto. Avvolgendomi nel calore e nel profumo del maglione di Maurizio, mi rannicchiai con le gambe ripiegate contro il cuscino, e mi ritrovai a non accorgermi neanche del tempo che passava, del tutto assorbita dalla lettura di quel testo. Ero curiosa di sentire la canzone."Giorno"
Sobbalzai al suono della voce roca di Maurizio nel mio orecchio, decisamente troppo vicina. Chiusi di scatto il quaderno, facendolo cadere per terra.
"Buongiorno" sorrisi incrociando il suo sguardo, di un castano singolarmente limpido nella luce del primo mattino. D'istinto, mi mossi per incontrare le sue labbra, ma mi bloccai all'ultimo momento per scrutarlo con sospetto, "Da quanto sei sveglio?"
"Abbastanza" rispose con un mezzo sorriso ambiguo.
"Mi stavi spiando per caso?" domandai diffidente.
"Stavo solo osservando quanto eri carina con quel mezzo broncio e l'espressione tutta concentrata" mi tranquillizzò sporgendosi per circondarmi con un braccio, ma subito dopo bisbigliandomi nell'orecchio, "Inizierò a preoccuparmi solo quando ti vedrò scrivere Debora Pisciottu con contorno di cuoricini."
Indignata, per tutta risposta, agguantai e sfilai il cuscino da dietro la sua schiena per tirarglielo addosso in pieno petto. Ma, con una mossa fulminea, Maurizio mi afferrò per i fianchi strappandomi un gridolino di protesta e l'attimo dopo mi portò a cavalcioni su di lui, appoggiato contro la spalliera del letto.
Dal momento in cui incrociai i suoi occhi, impiegai solo un secondo per realizzare, con un piccolo fremito di piacere, che era solo la biancheria intima a separare il punto in cui i nostri bacini erano entrati in contatto. Ed anche a Maurizio la cosa non doveva essere sfuggita, a giudicare dalla reazione immediata che provocai nel muovermi, consapevolmente, contro di lui.
"Pensavo dovessi andare a lavoro questa mattina" disse con voce roca, mentre, senza fretta, le sue dita iniziavano a sfilarmi il maglione che avevo addosso.
Lo aiutai a togliermi quell'unico indumento, e fu abbastanza da far sembrare la stanza più calda e rendermi corto il respiro.
"È così" confermai in un soffio mentre accarezzavo il suo petto con una mano, e il bar e i caffè mattutini diventano sempre più l'ultimo dei miei pensieri.
Mauri si chinò ad appoggiare dolcemente le labbra sulla mia spalla, in un bacio leggero. Ed un altro, e poi un altro ancora. Finché, da lì, passarono solo pochi attimi prima di ritrovarmi ad occhi chiusi, completamente in balia dell'appassionata scia di baci con cui aveva preso a tracciare la curva del mio collo.
Improvvisamente sopraffatta dal mio bisogno di lui, affondai le mani tra i suoi capelli ed attirai il suo volto verso il mio, scontrandomi con la sua lingua, mordicchiando le sue labbra, avida di prendermi tutto ciò che poteva darmi.
La sua mano si insinuò tra i nostri corpi, superò l'orlo delle mutandine e dimostrò di sapere esattamente come muoversi per farmi sciogliere sotto al suo tocco. Maurizio portò le labbra ad accarezzarmi il profilo del viso, fece scivolare la lingua lungo il solco della clavicola, scese sopra il mio seno, e trasformò ancora di più il resto del mondo in una macchia confusa.
Fu in quel momento che realizzai quanto bene e quanto in fretta avesse imparato a conoscere ogni mio punto vulnerabile ed ogni mia più piccola debolezza, e quanto amassi ed odiassi in egual misura la consapevolezza che, forse, quel discorso non valeva soltanto per il mio corpo.
Mossa da quel pensiero, feci pressione con le mani contro le sue spalle, spingendolo supino sul letto, intenta a dimostrare, più a me stessa che a lui, quanto la cosa fosse reciproca.
Mi sporsi sopra di lui mentre i capelli mi ricadevano disordinatamente in avanti, ma rimasi immobile per alcuni, lunghissimi istanti, nell'attimo in cui il suo sguardo adorante catturò il mio, scaldandomi dentro.
Lo baciai con delicatezza sulle labbra e scivolai contro di lui, lungo il resto del suo corpo, accesa ed appagata dalla sua eccitazione e dal suo respiro sempre più affannato.
Mi liberai dei suoi boxer e, come posai le labbra su di lui, sentii subito le sue dita intrecciarsi piacevolmente tra i miei capelli, e andare ad assecondare alla perfezione ogni mio movimento.
"Debbi, fottimi, adesso!"
Alzai lo sguardo di fronte alla voce spezzata e bisognosa con cui pronunciò il mio nome e le parole dopo. Con urgenza, mi portò di nuovo all'altezza del suo volto, catturandomi le labbra tra le proprie e sfilandomi l'intimo del tutto. Si sollevò a sedere stringendomi a sé, mentre le mie gambe si avvolgevano intorno al suo torso e le mie anche andavano a modellarsi sulle sue. Il momento in cui affondò il volto nell'incavo del mio collo ed entrò di me, sentii il mio respiro spezzarsi per la bellezza di quella sensazione.
Aggrappandoci l'uno all'altra, muovendoci lentamente, venendoci incontro, lasciammo crescere il piacere finché non divenne troppo intenso da sopportare e non crollammo, esausti, di nuovo sul letto.
Ed io, crogiolandomi nel suo odore, con le sue dita ad accarezzarmi rilassate i capelli, realizzai per la prima volta di sentirmi così bene da non riuscire a crederci neanche io.