Eravamo pronti a tornare a Milano, quando Maurizio mi propose di finire le vacanze ad Olbia, la sua città natale. Io accettai entusiasta, anche se ero un po' in ansia perché molto probabilmente avrei conosciuto i suoi.Mamma e mia sorella Simona ci accompagnarono a prendere il treno, e lì ci furono abbracci e raccomandazioni da parte loro. Ci aspettavano almeno 3 ore di viaggio, quindi Mauri si mise le cuffie mentre io appoggiai la testa sulla sua spalla e mi addormentai.
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In stazione ci vennero a prendere i genitori di Mauri, che accolsero con un lungo abbraccio loro figlio, mentre con grande imbarazzo mi presentai a loro che subito ricambiarono con molta gentilezza.
Ci portarono subito a casa. Anche se definire la loro una “casa” era un po' riduttivo: era enorme. Quando vidi anche solo l'entrata rimasi a bocca aperta, poi mi rivolsi a Mauri con un “ma davvero?!”; sua madre scoppiò a ridere e spiegò: “Io e mio marito facciamo un lavoro onesto e che ci permette di vivere normalmente, però non ci siamo mai tolti grandi sfizi, così appena Mauri ha avuto abbastanza soldi ci ha regalato questa casa”. Poi guardò Mauri e si sorrisero. Io tacqui.
Entrammo attraverso l'enorme cancello, parcheggiammo la macchina in un prato e poi passammo per un sentiero alberato che portava alla casa, una grande costruzione bianca dal tetto piatto. L'entrata dava su un grande salone che fungeva anche da sala da pranzo, ben arredato e luminosissimo, decorato con colonne, con una porta - finestra che dava su un enorme terrazzo (il quale dava a sua volta sulla spiaggia); a sinistra dell'entrata c'era un corridoio con una stanza al fondo e delle scale sulla destra che portavano al piano di sopra. Io e Mauri mi andammo verso la sua stanza: non era grandissima, con le pareti blu, un bagno in azzurro sulla destra, un armadio, un letto matrimoniale con lenzuola bianche a sinistra dell'entrata e una porta-finestra che dava sul balcone con una vista spettacolare. “Mettiti il costume” disse Mauri “Ti porto a fare il bagno”.
Il pomeriggio passò così, erano circa le sei e io e Mauri avevamo appena fatto il bagno e stavamo seduti uno di fianco all'altro in giardino per asciugarci.
"Ti stai divertendo?"
"Fino a un mese fa non sarei stata capace di immaginare tutto questo, di essere qua con te nella tua città natale. E non mento se dico che averti conosciuto è la cosa migliore che mi sia mai successa."
Lui sorrise e mi strinse a lui con dolcezza."Maurizio!" mi staccai da lui quando vidi sua madre sbucare in in giardino
"Mauri vieni, c'è una persona per te dentro".
"Spero non sia lei" disse lui. Un brivido mi percorse la schiena. Sperai con tutta me stessa che non fosse Greta.