Faraway

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"Ti va un giro? Ti voglio portare in un posto."
"Perché no!" Così seguo Mauri, e ci ritroviamo nella sua macchina. Infila la pennina dentro all'uscita usb della radio, e parte una delle sue canzoni. Una certa 'Faraway'.

Arriviamo in punto in cui si vede tutta la città illuminata, apro leggermente il finestrino e l'arietta fredda mi colpisce il viso. In silenzio mi accendo una sigaretta. La nebbiolina di fumo che inondava l'abitacolo rendeva misteriosa l'atmosfera.

Ad un certo punto vedo Mauri fissare la mia coscia.
"Che c'è?"
"Sto cercando di capire che tatuaggio è." Butto la cicca ormai finita, chiudo il finestrino e abbasso una parigina per fargli vedere il tatuaggio.
"È la Santa Muerte.  è una divinità messicana d’origine pre-colombiana. Viene chiamata anche Madonna Messicana o Catrina." Mauri sorrise, "molto bello!"

Mi rimetto apposto la parigina e Mauri si portò le mani dietro la testa e reclinò un po' il sedile.

"Tu sei praticamente pieno di tatuaggi."
"Diciamo che ne ho diversi"
"Io per adesso ne ho solo sei."
"Tipo?"
Mauri si gira verso di me, e mi lascia continuare a parlare.
"Ho una geisha adoro tutto cio che è giapponese, poi ho un quadrifoglio sul collo.. questo è stato il primo, e po-"
"Avvicinati" mi disse dopo aver elaborato le mie parole facendomi segno di poggiarmi sulla sua gamba destra. "Che intenzioni hai?" gli chiesi a quel punto con sguardo malizioso. "Voglio solo vedere il tatuaggio" rispose pacato. Lo guardai indecisa, ma quando mi invitò di nuovo a sedermi sulla sua coscia sollevai la gonna e la riposi tra me e la gamba del ragazzo.
Maurizio iniziò a spostarmi delicatamente delle ciocche di capelli dall'orecchio destro, per poi avvicinarsi così tanto col viso da riuscire a sentire il suo respiro soffiare sulla mia pelle, mentre con le dita sfiorava il piccolo disegno che ho ormai dall'età di 18 anni.
"È na roba semplice, è sempre così il primo." affermò iniziando ad accarezzarmi i capelli ed il collo.
Ad un certo punto percepii la calda sensazione delle sue labbra appena dietro all'orecchio. Un lieve brivido mi percorse la schiena, e tanti altri mi attraversarono il corpo quando la sua bocca scese sul mio collo senza alcuna pressione, come per non darmi di più di un assaggio.
Mi sollevai dalla sua coscia per poi portarmi davanti alle sue gambe, e lui immediatamente sposta più indietro il sedile. Alzai la gonna e dopo aver sfilato gli stivali poggiai decisa le ginocchia ai lati del sedile, infilando la mano destra nei suoi capelli mentre le mie labbra tornavano sulle sue in un gioco di lingue. Premette salde le mani sui miei fianchi  e me li abbassò affinchè toccassero il cavallo dei suoi pantaloni, potevo già percepire la sua eccitazione mentre lo stuzzicavo strusciandomi contro di lui. Maurizio introdusse una mano sotto l'elastico della gonna e si  avventò voglioso sul mio sedere, per poi risalire al bordo e abbassarmi la stoffa comprese le parigine fino a che non mi fosse uscita da sotto i piedi.
Iniziai a baciarlo sul collo mentre insistevo a provocarlo muovendo i miei fianchi su di lui che continuava a cingermeli applicando pressione con le dita.
Intanto con la mano destra iniziai a scendere lungo il suo petto e una volta arrivata alla cerniera dei pantaloni arretrai con il corpo sulle sue cosce per abbassarglieli,per poi guardarlo sfilarseli completamente.
Avanzai un po' ma senza tornare completamente su di lui, per permettere alla mia mano di poter accarezzare il suo sesso da sopra i boxer. Intanto lo guardavo in viso, si stava mordendo il labbro, leggevo l'eccitazione nei suoi occhi. Avvampavo alla sola vista di lui sotto di me, così voglioso di me.
Tornai sulla sua bocca mentre la mia mano entrava sotto i suoi boxer, ma inaspettatamente Maurizio invertì bruscamente le nostre posizioni girandosi sopra di me mentre non lasciava le mani dai miei fianchi.
"Che fai?" chiesi ridacchiando,  quando il mio corpo sbattè lievemente contro il sedile nero.
"È solo che stavi comandando un po' troppo. Adesso tocca a me" rispose con la voce carica di erotismo mentre con la mano destra mi immobilizzava le braccia alte sopra la testa tenendomi per i polsi, dopo aver abbassato ancora il sedile.
Si morse di nuovo il labbro mentre mi esaminava con lo sguardo e con il suo sorriso emblematico. Mentre mi baciava il collo premeva la sua erezione sul mio punto più sensibile, ormai divisi solo dalla stoffa delle mutandine. Si staccò con la bocca dalla mia pelle quando emisi un lieve gemito, e si passò la lingua sulle labbra, come se fosse un predatore con ormai la preda tra le grinfie.
Sollevò il bacino dal mio e si introdusse sotto le mie mutandine, iniziando a massaggiarmi lentamente con le dita.
"Sei così bagnata, già pronta per compiacermi" mi sussurrò all'orecchio con la sua voce calda, mentre con due dita entrava dentro di me. Iniziò a torturarmi con dei movimenti lenti,assaporando il piacere nel sentire i miei gemiti sommessi, nel vedermi inebriata dal suo tocco.
Estrasse le dita dalle e le avvolse intorno alla bocca come per assaggiare il mio sapore. Ora ero io a mordermi il labbro, appagata dalla voglia che mostrava avere di me. "Sei così buona, se non avessi tutta sta smania di prenderti subito, mi fermerei ad assaggiarti per bene" mi disse di nuovo nell'orecchio, così vicino da poterne sentire il respiro. "Sei ancora troppo vestita per i miei gusti" mi sussurrò dopo avermi lasciato i polsi per riuscire a togliermi la camicetta.
Mi sollevai dal sedile per permettergli di sganciare il reggiseno, che cadde tra i due sedili, e subito si avventò sul mio seno abbondante, con la bocca su uno mentre mi stuzzicava l'altro con la mano. Ero persa nelle sensazioni che le sue mani sapevano dare al mio corpo, e non vedevo l'ora di scoprire quanto piacere avrei provato nel sentirlo darsi del tutto a me. Scesi con le mani fino all'elastico dei suoi boxer e lui si sollevò dal mio corpo per permettermi di abbassarli.
"Dimmi cosa vuoi che ti faccia" mi disse mentre mi sfilava le mutandine "Dimmi che vuoi che ti faccia godere" mi incalzava ancora mentre premeva il suo sesso sul mio, come per farmi bramare ancora di più il momento in cui sarebbe entrato dentro di me.
Come me amava compiacere ma anche sentirsi compiacente,
"Ti voglio, voglio averti tutto" lo implorai provocante come mi chiedeva.
Con un ginocchio mi allargava ulteriormente le gambe. Lo volevo così tanto in quel momento, ma nonostante le sensazioni che stavo provando, decisi di fare appello a quella poca lucidità che mi rimaneva.
"Mauri?"
"Che c'è non resisti?" mi chiese sorridendo beffardo.
"No, scemo, il preservativo" "Cazzo" imprecò mentre si allungava per cercare il giubbotto nei sedili dietro, a cui eravamo praticamente vicinissimi.
Senza scostarsi troppo dal mio corpo arrivò all'indumento e estrasse una bustina argentata dal portafoglio che aveva nella tasca, dopodiché si sollevò per infilarselo e subito tornò sopra di me.
Entrò in una sola spinta facendomi sfuggire un sonoro gemito, d'istinto le mie gambe aperte si avvinghiarono a lui, come del resto fecero le mie braccia, che si aggrapparono alla sua schiena al suo secondo colpo di bacino.
Iniziò poi a tenere un ritmo lento ma di spinte profonde, appagato nel sentirmi mugolare di piacere, mentre io portavo la mia mano destra tra i suoi capelli che strattonavo ogni volta che andava più a fondo in me.
Il corpo di Maurizio si avvicinò ancora al mio, tanto che il mio seno poteva sfiorargli il petto, nei suoi occhi leggevo lo stesso desiderio che balenava nei miei.
Alzai ancora il bacino verso di lui come per chiedergli di andare più veloce e dopo avermi sfiorato le labbra iniziò a muoversi in me con spinte più poderose e ritmiche.
"Quanto sei bella mentre vieni per me" mi disse con la voce più roca del solito, a segno del fatto che fosse vicino all'apice, quando sentì irrigidirsi i muscoli delle mie gambe avvinghiate a lui. "Dai fammi vedere quanto ti piace" mi chiese ancora con l'eccitazione impressa sul volto contornato dal sudore, appena prima che raggiungessi il limite seguita da lui, che si riversò nel preservativo alla spinta successiva.
Senza uscire da me si accasciò sudato sul mio corpo. Entrambi ansimavamo mentre ci osservavamo in gioco di sguardi,
Mi lasciò sulle labbra un bacio umido per poi spostarsi accanto a me, permettendomi di appoggiarmi al suo petto, finché le palpebre non si fecero più pesanti, e mi immersi nel mondo dei sogni.

L'alba || Salmo  (COMPLETATA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora