Mi sei mancata

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POV Debora

Un po' insicura, entrai, rabbrividendo appena per il contrasto con il leggero tepore dell'interno, mentre Maurizio richiudeva la porta alle mie spalle.

"Stai bene?" domandai esitante, voltandomi nuovamente verso di lui e gettando un'occhiata preoccupata alla contusione che segnava il suo profilo.

D'impulso, feci per allungare una mano verso il suo volto, ma all'ultimo secondo cambiai idea, non sapendo se la cosa avesse invece potuto infastidirlo, e rimasi lì, incerta, ad osservarlo e a domandarmi se per caso fossi l'ultima persona che aveva voglia di vedere in quel momento.

Come mi stava suggerendo anche il mio battito improvvisamente irregolare, dopo tutto quello che era successo tra noi, stavamo camminando una linea sottile. Con lo sciocco, irrazionale timore che da un momento all'altro qualsiasi minima cosa avesse potuto rompere il quanto mai delicato equilibrio del trovarsi di nuovo uno di fronte all'altra.

"Questo? Non è niente." Maurizio scrollò le spalle, ed io sentii immediatamente la tensione farsi più leggera davanti al leggero sorriso strafottente che gli comparve sulle labbra. "Dovresti vedere l'altro tizio."

"L'ho visto prima, in realtà," ammisi con una punta di imbarazzo, scostandomi una ciocca di capelli bagnati dietro l'orecchio. "Mentre venivo da te ho incrociato Manuel con gli altri, e mi ha raccontato quello che è successo. E..."

Lasciai cadere la frase ed alzai lo sguardo verso di lui, intenta a spiarne la reazione per sondare il terreno.

"Ah.." si limitò a commentare, corrugando la fronte.

Ma prima che potesse anche solo avere il tempo di porre nuovamente delle distanze tra di noi, mi precipitai a prendere fiato e a muovere un passo verso di lui, "Ero preoccupata per te."

Scrutai il suo sguardo di colpo spaesato, la sorpresa che percorse il suo volto e la scarica di infinite emozioni contrastanti che sembrò attraversare l'aria in quel momento.

Poi, la sua espressione si addolcì, fino a lasciar comparire un mezzo sorriso.

"Sei fradicia," mi disse infine, "Fammi andare a prendere qualcosa per asciugarti."

Annuii nella sua direzione e lo osservai sparire in una stanza dell'edificio, doveva essere sicuramente il bagno.

Con un sospiro, gettai la borsa sul divanetto dello studio ed iniziai a togliermi anche il giubbotto umido.

Mi sedetti e aspettai Mauri, con lo sguardo perso su un punto imprecisato del pavimento.

"Mi dispiace, questo è tutto ciò che sono riuscito a trovare."

Maurizio lrientrò tenendo tra le mani un piccolo asciugamano bianco.

"Va benissimo," risposi quando mi fu di fronte, rivolgendogli un accenno di sorriso incerto che lui reciprocò.

Prima che avessi modo di allungare la mano per poterlo prendere, cogliendomi alla sprovvista Maurizio dispiegò l'asciugamano, lo passò sui miei capelli ed iniziò a tamponarli con delicatezza, avvolgendomi subito in un piacevole odore di bucato che si mischiò al suo inconfondibile profumo, più che mai vicino.

Rimasi in silenzio ad assaporare il piacere delle sue attenzioni e a godere di quel piccolo momento di temporanea tregua in cui, forse complice anche il sordo rimbombo dei tuoni che infuriavano all'esterno, tutto il male che ci eravamo inflitti negli ultimi tempi sembrava quanto mai lontano, come parte di qualcosa che lì non era autorizzato ad entrare.

Presi coraggio quando infine lasciò scivolare il tessuto ruvido lungo le punte dei miei capelli.

"Non significava niente, sai ..." dissi a bassa voce, consapevole che non ci fosse bisogno di aggiungere molto altro perché lui capisse a cosa mi stavo riferendo, "Sono stata una stupida."

L'alba || Salmo  (COMPLETATA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora