Prima di tornare a casa, avevo chiamato Nitro per andare a berci una cosa in un locale non lontano da casa. Avevo perso il conto di quanti alcolici ci eravamo buttati giù;
"Mauri tu che fai? Stai ancora? Io vado che la mia donna mi sta aspettando a casa."
"Sì sì vai, 5 minuti e torno anche io."
"Oh! Basta cazzate mi raccomando."
Nicola si alza e lascia il locale, cosa che faccio anche io poco dopo. La mia testa era diventata piacevolmente più leggera. Tiro su la cerniera della giacca di pelle e inizio ad incamminarmi lungo il marciapiede. Arrivo davanti al cancello della nostra villetta, infilo le mani dentro le tasche in cerca delle chiavi, ma niente.
Non avevo altra scelta che suonare il campanello.Passarono uno o due minuti prima che qualcuno mi aprisse. E speravo non fosse Debora. Chiudo il cancello alle mie spalle e mi incammino lungo il vialetto, arrivando poi alla porta di casa che era socchiusa.
"Ringrazia che nessuno si è svegliato!" Alzo lo sguardo e la vedo. Mi guardava furiosa, ferma nella sua posizione e con le braccia conserte. Doveva essere da poco uscita dalla doccia, perché aveva i capelli bagnati raccolti in una disordinata coda alta ed emanava ancora un buon profumo di bagnoschiuma. Indossava un paio di larghi pantaloni della tuta ed una semplice maglietta bianca, in cui si intravedono i suoi capezzoli, cosa che mi fa venire la voce più roca di come già ce l'ho.
"Ciao."
Senza salutarmi, si volta
un attimo verso le scale e inizia a salire per andare in camera sua. Mi misi a correre sulle scale per raggiungerla, e prima che lei riesca ad aprire la porta la blocco."Che ti prende?"
"Chi sei veramente, Maurizio?," risponde asciutta, "e cosa vuoi da me?"
"Come scusa?"
Si stringe le braccia al petto ed aggrotta la fronte.
"Sei ubriaco?"
"No!"
"Ma hai bevuto."
"Qualche bicchiere, ma non è questo il punto."
"E allora qual è?"
Anche se lo sguardo tradiva una certa agitazione, il suo tono era perfettamente distaccato.Tanto vale andare dritto al punto.
"Sono stato un coglione con te ..."
"Sì, lo sei," conferma senza neanche esitare."... ma non riesco a smettere di pensare a te."
Faccio due o tre passi che ancora ci separavano e faccio scivolare una mano sul retro della sua nuca, lasciando che il mio pollice le accarezzi il profilo del viso.
E non sapevo se fosse l'ebbrezza che mi aveva dato l'alcol, quel suo profumo sensuale che da vicino era ancora più avvolgente, o semplicemente la percezione del suo respiro diventato più corto con la mia vicinanza, ma dentro mi sentivo bruciare. Mentre stavo per baciarla, intravedo le sue labbra socchiuse tremare appena.
Ma prima che potessi farlo, mi afferra il polso e lo allontana da sé, indietreggia per sottrarsi al mio tentativo."Mi ero convinta che fossi una bella persona Mauri." Scuote la testa, entra nella sua stanza e mi sbatte la porta in faccia.