Cambio di piani

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Piper

Mi sveglio abbastanza presto, l'ansia a farmi compagnia. Preparo un caffè lungo e aspetto che sia pronto. Nel frattempo accendo la tv e mi concedo cinque minuti di notiziario.

"Oggi è un giorno meraviglioso", penso.

Poco dopo mi verso il caffè nella tazza e fisso un punto indefinito al di là della stanza, attendendo che la caffeina inizi ad agire sulla mia mente.

Ripongo rumorosamente la tazza nel lavandino e mi concedo una doccia veloce.

Dieci minuti dopo sono pulita, profumata e pronta per uscire di casa.

Prendo le chiavi dalla mensola e faccio mente locale nel caso abbia dimenticato qualcosa.

Cammino a passo svelto. L'università non è molto lontana da dove abito, per cui non è mi è faticoso raggiungerla.

"Buongiorno, come posso aiutarla?", mi chiede una voce dall'altra parte del vetro.

Sono nell'aula segreteria e dietro di me c'è davvero tanta gente.

"Mi avete chiamata ieri per quanto riguarda la borsa di studio.", esclamo.

"Ah, si. Un attimo che controllo.", dice.

Si prende del tempo per controllare le pratiche, mi volto indietro e tento di individuare qualche faccia amica.

"Bene. Venga con me.", esclama quella qualche minuto dopo.

La seguo ed entriamo in una stanza molto piccola. Mi fa sedere e ripone dei fogli sul tavolo.

"Ammetto che sono sorpresa che questa borsa di studio sia stata assegnata a lei. ", esordisce.

"In che senso?", chiedo cercando di capire.

"Nel senso che questa borsa di studio prevede l'assegnazione di un tutor, ed è molto strano.", continua.

"Continuo a non capire. A cosa mi servirebbe un tutor? Sono capace benissimo di studiare e preparare gli esami da sola.", rispondo.

"Beh... qui non si mettono in dubbio le sue capacità, signorina. Il fatto è che le altre borse di studio erano già state assegnate, ed era rimasta solo questa. Quindi se non vuole accettare..."

"Accetto.!", non le do tempo di finire il discorso.

"Benissimo, allora questi sono i moduli da firmare. Accettando le condizioni lei sottoscrive un contratto con l'università della durata di tre anni e...",

"E cosa?", la invoglio a continuare.

"Beh, in cambio del pagamento degli oneri e delle tasse dovrà svolgere dei piccoli lavori in questa struttura, qualora le sarà richiesto."

Prendo del tempo per riflettere. Avrei dovuto parlare con Jack.

"Va bene.", assento e firmo i documenti.

Non m'importa. Qualunque cosa pur di poter studiare.

"Bene.", dice qualche istante dopo, "ecco il materiale informativo con le materie del suo corso, questo è il depliant, e questa è una mappa delle aule dove si tengono i corsi. Se vuole ne inizia uno proprio adesso."

La ringrazio ed esco dalla stanza.

Mi ritrovo nell'androne principale e soffermo lo sguardo su ogni piccola cosa, ogni dettaglio che possa aiutarmi a realizzare che in effetti non sto sognando.

La Metropolitan University è una struttura così imponente e così ben strutturata.

Prendo l'ascensore e salgo al secondo piano, lì dove la segretaria mi ha detto che si terrà il corso di letteratura inglese.

Brontee, Virginia Woolf, tutte le grandi autrici che hanno segnato la mia adolescenza finalmente non rappresentano più un miraggio. Potrò approfondire ogni singolo particolare della loro vita, capire più a fondo le loro opere e soprattutto immaginare un futuro chissà, magari insegnando nel campo della letteratura.

Entro in un aula grandissima, tanti ragazzi sono già seduti, perciò prendo posto in terza fila, accanto ad una ragazza con piercing sul naso e sull'orecchio destro che mi guarda in modo strano.

Mi schiarisco la voce e attendo che inizi la lezione. Perdo tempo a guardarmi intorno e improvvisamente entra un professore robusto, dall'aspetto macabro.

"Buongiorno ragazzi, e benvenuti alla vostra prima lezione accademica.", continua, "questo sarà un anno impegnativo per ognuno di voi. Dovrete dimostrare quanto amate i vostri autori e quanto siete disposti a mettere in gioco per l'ottenimento della laurea. Qui non si fanno sconti a nessuno.", si pulisce la bocca con una manica.

"Sembra un bambinone.", esclama la ragazza accanto a me.

Trattengo una fragorosa risata.

"Ebbene, oggi sono qui per presentarvi una persona dalla grande umanità e cultura. Lei ha partecipato a diverse manifestazioni, conferenze, ha lavorato con amore e dedizione, dimostrando il suo smisurato interesse nei confronti di questa materia. Vorrei presentarvi la nuova assistente alla cattedra, la dottoressa Vause.".

Applaudono tutti e applaudo anche io. Quando la vedo entrare resto imbambolata per un attimo.

"Che schianto di donna.", esclama quella accanto a me.

"Ma... ma io la conosco!", esclamo improvvisamente.

La ragazza con i piercing si gira verso di me e mi guarda.

"Cioè, nel senso che l'ho urtata inavvertitamente ieri mattina.", chiarisco.

"Ah, l'avessi urtata io...", continua lei.

Arrossisco a quell'osservazione.

Riprendo a guardarla. 

Più forti della tempesta (Vauseman)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora