La nuova tutor

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Piper 

Devo ammettere che tutte quelle informazioni nuove mi hanno destabilizzata, ma nonostante ciò io non voglio perderla. 

Non basterà un cambio di corso per farmi cedere, anzi... riflettendoci bene non potrà farmi altro che bene concentrarmi sulle lezioni invece che sulle sue labbra, anche se avrei preferito di più la seconda. 

So che sono al primo anno di corso e che devo darmi da fare, ma Alex è spuntata così all'improvviso, e ormai occupa gran parte dei miei pensieri. 

Tuttavia il sapere di averla tutta per me mi rassicura. 

Chiudo la porta dell'ufficio e scendo al piano inferiore, curiosa di conoscere il mio nuovo tutor. 

Vago per i corridoi, chiedo informazioni, e dopo qualche minuto finalmente lo trovo. 

"Professoressa Levi, cattedra di letteratura inglese."

 "Bene"- mi dico bussando,  - "vediamo un pò chi è questa"

La porta si apre, e davanti a me c'è una donna sulla quarantina, dai capelli lunghi e rossi, occhi marroni e seno prominente. 

Cerco di mandar via quell'ultima constatazione.

"B... buongiorno, sono..."

"Devi essere Chapman", mi interrompe.

"Esatto.", confermo. 

"Prego, entra.", mi fa spazio e mi indica una sedia vuota. 

Richiude la porta e mi siedo, palesemente in imbarazzo. 

"Bene, come già saprà, lei è nel mio corso e sono la sua nuova tutor."

Mi schiarisco la voce e cerco di tenere a freno le gambe che nel frattempo si muovono nervosamente - "si, si, mi è stato comunicato."

"Perfetto." - si gira dandomi le spalle, - "non so quale fosse il sistema di insegnamento usato dalla dottoressa Vause, ma qui la musica è diversa." - continua, - "ho sentito dire che lei ha davvero delle ottime qualità, e che eccelle nel campo della letteratura.", dice voltandosi nuovamente verso di me. 

Prendo fiato, - "si, me la cavo. Leggo sin da quando ero piccola, e ho voluto sempre dare una mia personale interpretazione a quello che leggevo, mi capisce?" 

"Certo che la capisco, sono i primi passi per l'acquisizione della capacità espositiva e di ricerca continua all''interno dell'opera."

Annuisco - "posso dire una cosa?" 

"Certo.", risponde quella tempestivamente. 

"La dottoressa Vause... lei non c'entra niente con questa storia, è colpa mia.", le dico a bassa voce. 

Mi guarda come se avessi l'aria da cane bastonato - "oh, ma non devi preoccuparti, non è di certo a giudizio la vostra vita qui. Solo che ... dal punto di vista accademico non sono ammessi favoritismi.", continua. 

"Ma le posso assicurare che...."

 "Shh, shh, non m'importa al momento. Inizieremo questo percorso insieme e mi farai vedere quanto vali, va bene?"

Faccio cenno di sì con la testa. 

"Adesso puoi andare, e chiudi la porta.", dice d'un tratto. 

Esco dall'ufficio richiudendomi la porta alle spalle. 

"Speriamo bene.", penso tra me e me. 

Scendo le scale ed esco dall'università. Fuori il cielo è davvero grigio, come grigi sono adesso i miei pensieri. 

Non ho nessuna intenzione di tornare a casa, così mi dirigo a passo svelto verso il locale. 

"Che tipa quella Levi"., penso. - "molto meglio Alex.", continuo. 

Improvvisamente sorrido. 

Pensare a lei mi rallegra il cuore. 

Più forti della tempesta (Vauseman)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora