Alex
"Buongiorno ragazzi, spero abbiate avuto modo di fare quello che vi ho chiesto ieri." , esordisco entrando in classe.
"Si"., esclamano tutti all'unisono.
Non vedo Piper da nessuna parte, ma non importa al momento.
"Allora, consegnatemi i vostri saggi."
Alcuni ragazzi si alzano velocemente e si avvicinano per consegnarmi i fogli scritti e spiegazzati.
Passano alcuni minuti e torna a regnare il silenzio.
"Bene. Ve li riconsegnerò domani." - continuo, -" oggi vorrei chiedervi una cosa. C'è mai stato un momento della vostra vita in cui avete pensato che fosse necessario riscattarsi?"
Silenzio.
"Si, io. Provengo da una famiglia molto povera, i miei genitori non potevano permettersi di farmi studiare, così ho iniziato a lavorare molto presto. I miei amici dicevano che non avrei mai combinato nulla nella vita perchè pensavo troppo in grande. E' questo il mio riscatto, sono qui oggi, posso studiare, ho lavorato duramente per arrivare sin qui."
"Ottima considerazione , signorina Sullivan. Qualcun altro?"
"Si, io.", esordisce Piper facendo capolino dentro la stanza.
"Prego, si sieda.", le rispondo con disinvoltura.
"Grazie.", risponde poco dopo prendendo posto.
"Voleva dire qualcosa?", le chiedo non guardandola nemmeno.
"Riscattarsi vuol dire mettersi in gioco..." - prende fiato, "... dimostrare di saper guardare e andare oltre. La gente ti giudica perchè vuole che indossi una maschera, che tu sia come loro, conforme al loro pensiero, e il vero riscatto avviene quando ti rendi conto di non esserlo, e ne sei felice."
"Continui.", la incito. Amo quando parla.
"Personalmente non ho ancora riscattato la mia vita, anzi ... la sto rendendo un casino, ma ce la sto mettendo tutta. Voglio laurearmi, realizzare il sogno di insegnare, di essere una persona migliore, quando avrò raggiunto anche solo uno di questi obiettivi potrò dire di aver riscattato la mia vita.", conclude.
Silenzio.
"Ottimo, grazie." - mi volto di spalle, - "ebbene, il riscatto è interiore. Nessun altro può fare qualcosa se non noi stessi. Mettiamola su questo piano...". - dico iniziando a scrivere sulla lavagna - "... io sono qui "- indico un puntino sulla parte sinistra della lavagna - "qui al centro c'è il giudizio degli altri" - traccio una linea a zig zag - " e da questa parte invece ci sono i miei obiettivi"- dico tracciando una linea retta e lunga. - "Nel momento esatto in cui decidiamo che il valore del giudizio degli altri influenzi la nostra vita resteremo intrappolati nel centro, quando invece acquisiamo la consapevolezza che il giudizio va oltrepassato, beh, raggiungiamo i nostri obiettivi e riscattiamo la nostra vita. E persino quando pensiamo di aver preso la rotta sbagliata possiamo girare il timone, rovesciare la medaglia. Non è mai troppo tardi per riscattarsi.", concludo.
Silenzio.
Mi volto verso gli studenti, Piper è distratta, ha la testa sullo zaino.
Sarà il caso che le parli... forse.
"Signorina Chapman, se la lezione non le interessa può anche uscire."
Mi fissa negli occhi. - "no, è solo che pensavo a quello che stava dicendo.", replica.
"E...?"
"E, non condivido.", dice.
"Che faccia tosta", penso.
"Può spiegare alla classe perchè?"
"Perchè non sempre si può rimediare. Voglio dire... c'è chi ha vissuto una vita intera senza riscatto."
"Non credi .. " - mi correggo, - " non crede che sia una scelta individuale?"
"Certo, ma non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. C'è chi non ha nessuna intenzione di dare valore alla propria vita."
Sbatto violentemente il libro sul tavolo.
"Bene, visto che stiamo completamente andando fuori tema, direi di chiuderla qui.", esclamo cercando di mantenere la calma.
"Cosa mi succede?", mi domando.
Resto in silenzio per alcuni istanti per poi riprendere a spiegare.
Termina la lezione ed esco dall'aula.
"Ti irrito, non è vero?", dice Piper spuntando dal nulla.
La osservo. Non riesco a decifrare quello che provo in questo momento.
"No, non mi irriti, è che a volte fai dei giri tutti tuoi.", replico.
La lascio lì, ferma e mi avvio verso le macchinette.
"Ah, professoressa, il Rettore la vorrebbe nel suo ufficio."
Le gambe iniziano a tremarmi. So già cosa succederà, me lo sento.
Prendo l'ascensore e mi dirigo verso l'ufficio del Rettore: terzo piano.
"Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria", rammento a me stessa bussando alla porta.
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Più forti della tempesta (Vauseman)
FanfictionAlex è una ricercatrice newyorkese che vive a Londra e lavora come assistente alla cattedra, Piper è una cameriera con il sogno di studiare e diventare insegnante. Entrambe così diverse... o forse no. Le loro strade si congiungeranno in modo inatt...