Imprevisti

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Piper

Finita la lezione la raggiungo fuori. Mi tremano le gambe ma ho bisogno di parlarle.

Le chiedo scusa se ho dato l'impressione di saperne di più degli altri, ma lei mi dice che la letteratura ce l'ho nel sangue.

In effetti ho trascorso buona parte della mia adolescenza leggendo, cercando di capire.

La ringrazio e vado via.

Mi si avvicina la ragazza con i piercing.

"Bella spiegazione.", esclama sorridendomi.

"Beh, nulla di che. L'ho già letto.", rispondo.

"Comunque io sono Kira.", mi tende la mano.

"Piper.", ribatto.

"Che corso hai adesso?", mi chiede.

"Veramente dovrei andare a lavorare.", rispondo.

"Ah, va bene. Allora, ci si vede in giro. Ciao.", mi saluta guardandomi dalla testa ai piedi e se ne va.

Esco fuori dall'università e mi ricordo che sono tre ore che non fumo. Estraggo una chesterfield dal pacchetto e inalo il fumo, buttandolo fuori dalle narici.

"Sembro proprio una drogata", penso tra a me e me.

Pochi minuti dopo getto il mozzicone della sigaretta per terra e m'incammino verso la metro: direzione Jack.

La metro oggi è stranamente vuota. Mi siedo sulla panchina di attesa e infilo le cuffie nelle orecchie.

James Young mi sconvolge l'anima, e mi lascio cullare da quella sensazione.

Arriva la metro, e venti minuti dopo sono da Jack.

Appendo il giubbotto all'ingresso e saluto Jack e Samantha, indaffarati, come sempre.

"Ah, Piper. Oggi vorrei chiederti se potresti fare tu chiusura.", esclama.

"Certo, nessun problema.", ribatto senza nemmeno pensarci.

E' troppo strano Jack in questi giorni.

"Cosa sta combinando?", mi chiedo.

Apparecchio i tavoli, entro in cucina e chiacchiero un po' con Samantha. Lavo i piatti, ordino e do una mano dove necessario.

Il pomeriggio passa velocemente. Arriva sera e c'è necessità di essere molto più veloci.

Samantha e l'aiuto cuoco, Sam, preparano rapidamente le ordinazioni, io mi muovo facendo lo slalom attraverso i tavoli.

"Si congela fuori.", esclama poco dopo Jack che era appena uscito per fumare una sigaretta.

"Mi sa che dovresti passare all'elettronica se non resisti"., gli rispondo ammiccando lo sguardo.

"Ma va... quella merda non la comprerò mai. Preferisco congelare.", aggiunge poco dopo.

La serata è abbastanza impegnativa, ma alla fine riusciamo a concludere con 150 coperti e qualche mancia in più.

"Allora io vado.", mi comunica Jack poco dopo.

"Ancora non mi hai detto dov'è che vai.", gli chiedo speranzosa.

"Fatti miei.", risponde in un modo scortese, degno di lui.

Decido di non insistere e lo guardo allontanarsi a bordo della sua Ford Fiesta.

Anche Samantha mi lascia poco dopo.

"Devo tornare a casa prima che chiuda la metro.", dice.

"Vai, ci penso io qui.", la tranquillizzo.

Più forti della tempesta (Vauseman)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora