Fammi vedere chi sei

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Alex

Parcheggio la macchina vicino a casa, ho ancora il suo sapore sulle labbra.

Sorrido, so di aver osato, e ho fatto bene. La vita mi ha insegnato che è meglio avere rimorsi che rimpianti, e io e i rimpianti al momento viaggiamo in due strade completamente differenti.

Ho temuto che si potesse allontanare, invece mi ha sfidata con lo sguardo – era quello che voleva anche lei.

Estraggo frettolosamente le chiavi dalla borsa ed entro in casa.

"Dimmi che la macchina è salva.", dice Jenny avvertendo i miei passi avanzare.

"Nemmeno un graffio!", esclamo sospirando.

Le lancio le chiavi, vado in cucina e spalanco il frigorifero.

"Che desolazione.", esclamo affacciandomi sulla porta e guardandola.

"Cosa pretendi? Toccava a te fare la spesa.", mi dice.

Apro il freezer e tiro fuori una vaschetta di gelato – "questo non manca mai" – dico.

Prendo due cucchiaini e ritorno da Jenny, che nel frattempo sta facendo zapping con il telecomando.

Posiziono la vaschetta al centro del tavolino e le porgo un cucchiaio, non se lo fa ripetere due volte e iniziamo a mangiare.

"Buonissimo!", esclama.

"Come stai?", le domando d'improvviso.

"Molto meglio. Abbiamo chiarito e siamo tornati insieme.", risponde con disinteresse.

"Sei sicura che sia la cosa giusta?", le chiedo continuando ad affondare il cucchiaio nella vaschetta.

"Non m'importa... può essere stronzo quanto vuoi, ma io lo amo.", sospira.

"Io non ti capirò mai.", replico.

Restiamo in silenzio per un po', con sottofondo la voce di una giornalista in tv.

"A cosa ti serviva la macchina?", mi chiede improvvisamente.

"Eh, ehm... a nulla, dovevo sbrigare delle commissioni dall'altra parte della città.", dico.

"Devono essere state commissioni in un paese selvaggio, visto che hai i pantaloni coperti di terra.", ribatte indicandomeli.

"Cazzo!", esclamo – "ma non ti si può nascondere niente."

"Esattamente", ribatte.

"E va bene, sono stata con una ragazza a Kensington." – "ed è stato fantastico", aggiungo.

"Lo sapevo, lo sapevo. Raccontami tutto.", mi esorta a continuare.

Cinque minuti dopo ho già finito di raccontarle tutto da principio.

"Ma è una cosa fantastica, Alex" – continua, - "sono un po' gelosa di te, questo è vero, ma sono davvero felice che tu stia frequentando questa ragazza." , dice poggiando il cucchiaio sul tavolo.

"Beh, frequentando è una parola grossa, diciamo che al momento ci stiamo conoscendo meglio.", sottolineo.

"Vedrai, andrà benissimo", mi rassicura.

Poggio il cucchiaio sul tavolo a mia volta e mi alzo per riporre la vaschetta nel frigo.

"Hai proprio un bel culo, Alex.", mi sfotte.

"Anche il tuo non è male, Jen", ribatto sorridendo.

Piper

Torno a casa stremata.

È sera inoltrata e ho solo voglia di sdraiarmi sul letto.

Domani avrò due corsi da seguire, cinque ore in università, poi dovrò andare ad aprire il ristorante di Jack, e dovrò fare le selezioni per assumere un nuovo aiutante.

Sta accadendo tutto così in fretta, è come se la realtà mi stia sfuggendo di mano.

C'era un tempo in cui avrei preferito fare le cose con calma, ma crescendo ho imparato che la calma è solo un ulteriore perdita di tempo.

Se deve succedere una cosa, succede. Non ha importanza se prima o dopo.

Si, mi riferisco ad Alex. Quando eravamo in macchina, la sua bocca a pochi millimetri dalla mia, ho avuto paura che fosse presto, che mi avrebbe considerata una ragazza facile e che sarebbe finita lì.

Ma tanto vale rischiare, no?

È finita l'era in cui sogno qualcuno che mi salvi.

Voglio sperimentare, amare, provare il brivido di avere accanto a me una persona che ricambi i miei sentimenti.

E comunque vada, Alex sta segnando una parte importante della mia vita.

Prendo il cellulare dalla borsa e resto a guardare la foto che poco prima abbiamo scattato.

"Fammi vedere chi sei, Alex. Fammi vedere chi sei."

Più forti della tempesta (Vauseman)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora