Piper
Dopo tutto quello che è successo ho avvertito il desiderio profondo di poterla abbracciare.
Non c'è niente che questa donna non sappia fare.
Improvvisamente mi allontana con delicatezza.
"Allora io vado a vedere come sta.", dice Jack riportandoci alla realtà.
"Ok, ti aspettiamo fuori.", gli rispondo.
Mi avvio verso l'uscita e poco dopo mi raggiunge Alex.
"Quando hai imparato a fare quello che hai fatto?", le domando incuriosita.
Si sposta una ciocca di capelli di lato.
"E' stato molto tempo fa. Spesso mio padre mi portava a lavoro con lui, ed è lì che ho imparato quello che so. Lui voleva che diventassi un medico, che seguissi le sue orme, ma i desideri che portavo dentro erano altri.", replica.
"Capisco. Comunque se non ci fossi stata tu molto probabilmente Samantha e il bambino non ce l'avrebbero fatta.", dico guardandola.
"Ho temuto davvero di non poterci riuscire.", risponde preoccupata.
Estraggo una sigaretta dalla borsa e l'accendo.
La notte mi tiene compagnia con i suoi colori bui. Il vento muove le foglie degli alberi, estraniando ogni qualsiasi altro rumore.
Vorrei cercare di capire cos'è che non va in me. Samantha e io abbiamo un meraviglioso rapporto, eppure non ha esitato a nascondermi della sua gravidanza, e ancor prima della relazione con Jack. Vorrei una spiegazione, ma devo smetterla di essere invadente.
"Sei nervosa?", mi chiede.
"Abbastanza.", replico.
Trattengo in bocca il fumo bianco e mi rilasso.
"Non posso credere che sia stata tenuta all'oscuro di tutto", esclamo di punto in bianco.
"Forse non voleva farti preoccupare.", ribatte.
"Preoccupare di cosa? Che il mio capo è andato a letto con una sua dipendente pur essendo sposato e l'ha messa in cinta?".
Mi guarda sorpresa.
"Già...", continuo, "ha sorpreso anche me."
"Non credi che uno possa fare ciò che vuole della sua vita privata?", mi chiede poco dopo focalizzando l'attenzione sulle mie labbra.
"Si, nessuno mette in dubbio questo. Di certo non giudico, ma avrebbero potuto parlarmene", esordisco irritata.
Cinque minuti dopo ci raggiunge Jack.
"Avresti una sigaretta anche per me?", dice con aria contrita.
"Tieni.", gli porgo il pacchetto.
"Come sta?", gli chiede Alex.
"Adesso meglio. È sotto anestesia, dobbiamo aspettare che si risvegli.", dice.
Lo guardo per un istante negli occhi.
"Si può sapere perché non mi avete detto niente?", gli domando di punto in bianco.
"Piper... è una storia davvero molto lunga. Non avresti capito.", cerca di giustificarsi.
"Da quanto va avanti questa cosa?", continuo.
"Piper, non mi sembra il caso.", interviene Alex.
"Da quanto va avanti questa cosa?", ripeto avvicinandomi ancora di più a lui.
"Da... tre mesi.", ammette.
Lo guardo interdetta.
"Ecco perché dovevi andare via presto, organizzavate per vedervi di nascosto.", puntualizzo.
"Piper, ti prego, non dire niente a mia moglie. Io..."
"Non dirò niente di niente, te lo posso assicurare, perché non sono fatti che mi riguardano. Ma devi promettere che ti occuperai del bambino, perché è tuo figlio. Mi hai capita?".
"Certo, non farò mancare nulla né a lei né tantomeno al bambino, ma è una situazione delicata."
Annuisco con la testa.
Sta per rientrare quando si avvicina ad Alex.
"Grazie, per tutto quello che ha fatto stasera.", le dice.
"Si figuri, sono contenta di aver potuto dare una mano.", esclama lei.
"E.... Piper", dice rivolgendosi a me, "è il caso che torniate a casa adesso, rimango io qui."
"Ne sei sicuro? Posso rimanere", rispondo.
"Si, sono sicuro. Avete fatto anche troppo.",
Mi dà una pacca sulla spalla e saluta Alex con un sorriso prima di scomparire dentro l'imponente struttura ospedaliera.
"Che ore sono?", chiedo ad Alex qualche istante dopo.
Estrae il telefono dalla tasca.
"Le due di notte.", esclama agitata.
"Cazzo, domani c'è lezione.", le ricordo.
"Non lo dire a me.", sorride.
"Siamo anche a piedi", sottolineo.
"Possiamo chiamare un taxi, se ti va.", mi dice.
Assento e poco dopo siamo sulla via di casa.
"Abiti lontano rispetto a me?", le chiedo.
"Non molto.", risponde.
Restiamo in silenzio.
Osservo la vita che scorre fuori dal finestrino di quel taxi giallo. La movida notturna mi ha sempre affascinata.
Quegli alberi, la vita che scorre: mi fa sentire meno sola.
Improvvisamente avverto un calore sulla mia mano.
La guardo e noto che Alex ci ha appoggiato la sua sopra.
Con le dita mi solletica il dorso e mi guarda sorridendo.
Mi perdo in quegli occhi e vorrei non uscire più da lì.
"Arrivati.", comunica poco dopo il tassista.
Ritorno alla realtà, sfilo la mano da sotto la sua e salutandola scendo dalla vettura.
"A domani, Piper.", mi dice.
"A domani, Alex."; le rispondo.
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Più forti della tempesta (Vauseman)
FanficAlex è una ricercatrice newyorkese che vive a Londra e lavora come assistente alla cattedra, Piper è una cameriera con il sogno di studiare e diventare insegnante. Entrambe così diverse... o forse no. Le loro strade si congiungeranno in modo inatt...