「36. Pawns」

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Come pedine su una scacchiera, aspettiamo solo la mossa giusta.

<<Bene, adesso ho il trio completo, mi sembra di tornare indietro nel tempo a quando progettai a come ucciderli>> la ragazza spostò di lato i lunghi capelli, portandoli sulla spalla destra

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<<Bene, adesso ho il trio completo, mi sembra di tornare indietro nel tempo a quando progettai a come ucciderli>> la ragazza spostò di lato i lunghi capelli, portandoli sulla spalla destra.

<<è stata davvero una delusione sapere che siete nella gang dell'Heartfilia>> disse la scarlatta, con tono calmo e profondo.

Le iridi nocciola si posarono sulle figure di Gajeel e Juvia, scrutandoli da cima a fondo.

<<Potevate far parte della nostra gang, potevamo fare grandi cose come i nostri genitori. Ma il destino non ha voluto che fosse così. Peccato>> continuò, fermandosi in mezzo al piano.

<<Non seguiremo mai le orme dei nostri genitori. Noi non siamo loro, siamo Juvia Loxer e Gajeel Redfox, nessun'altro>> chiarì la blu, acida.

<<va bene, va bene. Ma non sono qui per voi, ma bensì, per questo rifiuto umano>> la rossa, indirizzò lo sguardo verso Asada, lasciandola a bocca asciutta.

Era identica alla madre.
Ogni dettaglio le ricordava quella donna, che prima di averla uccisa, le aveva lanciato un'occhiataccia che le era rimasta impressa nella mente.
Esprimevano una malignità agghiacciante e una freddezza gelida. L'avevano maledetta. Quegli occhi.

<<Mia madre, non era debole né fisicamente né mentalmente. E una come te ha osato ucciderla e toccarla, sporcandola con quelle luride mani. Il ribrezzo che provo nei tuoi confronti è elevato, provo solo un'immensa voglia di ucciderti e lo farò. Promesso>> sorrise di sbieco, mostrando i denti bianchi e curati.

Una mostruosa bellezza, corazzata dalla malavita che viveva.

Fu così, che con la sorpresa del Redfox e della Loxer, la Scarlet non si fece problemi ad avvicinarsi alla sua vittima.

Sembrava che ignorasse la loro presenza, non rendendosi conto che poteva mostrare i suoi movimenti, le sue tattiche agli avversari più pericolosi che potesse avere.

<<Toglietevi di mezzo. Mi siete di impiccio e in più, non voglio il mio peggior nemico come alleato>> disse, tra uno scatto e l'altro.

Erza portava sempre con sé le sue fidate katane. Avevano il manico di pelle nero con la finitura dorata, le lame, di un grigio lucente, brillavano alla luce del sole e tagliavano con una precisione davvero impressionante. Scivolavano abilmente sulle altre, con un tocco delicato ma letale. Nessuno oltre a lei le aveva maneggiate e nessuno osava toccarle.

[NALU]Cʀɪᴍɪɴᴀʟ: ɪʟ ᴅᴇsᴛɪɴᴏ ᴛɪɴᴛᴏ ᴅɪ ʀᴏssᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora