「7. His History」

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Sono sicura che mi ascolterai.
Mi spiace, perdonami per il dolore che ti ho causato, per averti ucciso, per averti condotto alla casa del gatto.
Tenevo a te come una sorella, mi capivi in tutto, mi facevi ridere come una matta, mi consolavi nei momenti peggiori, mi aiutavi ad andare avanti nei miei problemi.
Eri tutto per me, quel tutto che in un attimo diventò silenzioso e vuoto.
Sento piano piano che l'odio sta perforando il mio cuore, sento che le emozioni si riducono una dopo l'altra, eppure io non volevo questo, non volevo questa vita e soprattutto che qualcuno me la rovinasse.
Sono qui, a tenerti tra le mie braccia, a sperare in un miracolo, ma so già che non esistono.
Mi sta portando via ogni legame che ho avuto con le persone che ho amato e che amo e con loro la mia felicità, la mia allegria, il mio sorriso e la mia luce negli occhi.
Lui mi sta rovinando, mi sta facendo diventare una persona
marcia all'interno.

Lucy camminava con i capelli che le coprivano il volto, i passi rimbombavano nelle sue orecchie come per ricordarle l'accaduto avvenuto poche ore fa

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Lucy camminava con i capelli che le coprivano il volto, i passi rimbombavano nelle sue orecchie come per ricordarle l'accaduto avvenuto poche ore fa.
Doveva cercare la persona che l'avrebbe aiutata in quel momento, che l'avrebbe supportata e consolata, aveva bisogno solo di questo.
Sapeva che l'aspettava ancora in quella stanza, dove l'aveva lasciata lì, da sola.
Appoggiò la sua mano sulla maniglia e aprì la porta.
La donna che l'aspettava si voltò, l'unica cosa che non quadrava era perchè non fosse intervenuta; anche lei gli spari, le urla, come aveva fatto a non sentire nulla?
Poi lo notò, era legata alla poltrona con la bocca sigillata con lo scotch, aveva gli occhi rossi e poteva leggere in essi l'orrore e Lucy capiva meglio di chiunque altro quello sguardo.

Non ci penso nemmeno un secondo per andarla a liberare, corse da lei e la slegò.
<<Virgo-nee-san cosa è successo?>> disse la bambina, con voce rotta e incrinata ancora dal pianto.

<<J-Jude...di nuovo lui...>> con mani tremanti avvolse il volto di Lucy a stile coppa sorrise, ma di un sorriso amaro, era arrivata la sua volta e adesso doveva accettarla.
Pensò alla sua migliore amica, ne era molto legata, l'unica che aveva compreso realmente i suoi sentimenti, la sua solitudine, la sua tristezza; aveva colmato tutto ciò, e adesso era di nuovo vuoto, intriso di quelle emozioni pessimiste e negative.
<<V-Virgo...>> la donna capì subito ciò che voleva dirgli e annuendo semplicemente s'alzò dal suo posto e l'abbracciò.

Aveva delle ferite superficiali ancora aperte su varie parti del corpo. Era stata picchiata? Cosa le era successo? Più tardi le avrebbe chiesto delle spiegazioni, con o senza il suo volere; non voleva rischiare di perdere qualcun'altro.
La guardò con sguardo basso e malinconico, poggiando le mani sulle sue piccole spalle per allontanarla abbastanza per guardarla in volto <<Mi dispiace...non ho fatto niente per aiutare te e la tua amica...sono rimasta tutto il tempo qui. Sentivo le urla, i pianti, gli spari e perfino le risate...>> serrava i denti con forza mentre pronunciava quelle parole, gli occhi nascondevano la rabbia e la tristezza che portava dentro, ma in realtà non era colpa sua, ma di colui che l'aveva legata lì, che le aveva impedito di riuscire a fermare un massacro.
<<Virgo...perché lo ha fatto? Perché ti ha legata alla poltrona?>> chiese Lucy, con voce ferma mentre le lacrime avevano cessato di scendere dal suo viso.

[NALU]Cʀɪᴍɪɴᴀʟ: ɪʟ ᴅᴇsᴛɪɴᴏ ᴛɪɴᴛᴏ ᴅɪ ʀᴏssᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora