Un cambiamento determinato da una lotta continua interna, così fragile ma allo stesso tempo così forte. Ritrovare ciò che si era perso, ritrovare un cuore ormai distrutto.
Lucy batteva i piedi furiosamente sul pavimento mentre cercava di rimanere calma e passiva.Il piccolo ospedale apparteneva a Juliel e a Heine, due donne che avevano completamente a che fare con la Cia del dipartimento di Magnolia.
<<Quanto ci impiegano? Dannazione>> imprecò, mordendosi il labbro con tenacia.
Dei passi leggeri attirarono la sua attenzione facendola scattare subito in piedi. <<Allora? Come sta? >>
Heine la guardò con una scintilla di tristezza negli occhi e ciò non fece altro che preoccuparla. <<È stabile, ha solo bisogno di un po' di riposo. Dato che è stata per molti anni rinchiusa in un liquido di cui ancora non ho scoperto le proprietà, non si sa se potrà ritornare ad essere completamente quella di prima>> spiegò, con i documenti di Levy stretti tra le mani.
Lucy strinse i pugni, odiandosi per non essere intervenuta prima per aiutarla.
Come aveva potuto abbandonarla in quel modo? Perché non era diventata più forte prima per poterla salvare?
<<Posso andare a trovarla?>> la corvina annuì, indicandole poi la direzione della stanza della sua amica.
I suoi passi rimbombavano nelle sue orecchie e piano piano la paura di ritrovarsi una Levy mal ridotta le distruggeva il cuore.
La porta era proprio davanti a lei, prese un respiro profondo e l'aprì.
La turchina era seduta sul letto, la flebo era stata messa nel suo braccio destro e solamente a quella vista sentì delle fitte dove batteva l'organo che la manteneva in vita.
<<Levy-chan...>> la sua stessa voce sembrò spaventarla, ascoltata in quelle quattro mura bianche.
Non si mosse di un centimetro, anzi, continuava a guardare il cielo nuvoloso fuori dalla finestra, come se all'interno della stanza non ci fosse nessuno.
<<Come ti senti?>> provò ancora, timorosa di avvicinarsi alla sua figura.
Le si bloccò il respiro nei polmoni quando si girò per osservarla; la carnagione pallida, gli occhi totalmente vitrei e un'espressione neutra le contornava il volto.
<<Perché?>> domandò dal nulla, con voce bassa.
La bionda non capì le parole dell'amica, corrugò le sopracciglia avvicinandosi ancora di più fino ad accovacciarsi alla sua altezza e guardarla bene in viso.
<<Perché mi hai abbandonata? Perché non sei venuta prima? Perché mi hai lasciato nelle mani di quel mostro?>> domandò la turchina, con uno sguardo perso e pieno di dolore.
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[NALU]Cʀɪᴍɪɴᴀʟ: ɪʟ ᴅᴇsᴛɪɴᴏ ᴛɪɴᴛᴏ ᴅɪ ʀᴏssᴏ
Hayran Kurgu[COMPLETA] Nel suo sangue aveva la stirpe Heartfilia, in un modo o nell'altro ci sarebbe stato per sempre la firma sul suo corpo che lei era la figlia dell'uomo che più odiava. Un padre che si era rivelato una bestia, che aveva distrutto la famiglia...