「43. I find you, finally you are with me」

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Un cambiamento determinato da una lotta continua interna, così fragile ma allo stesso tempo così forte. Ritrovare ciò che si era perso, ritrovare un cuore ormai distrutto.

Lucy batteva i piedi furiosamente sul pavimento mentre cercava di rimanere calma e passiva

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Lucy batteva i piedi furiosamente sul pavimento mentre cercava di rimanere calma e passiva.

Il piccolo ospedale apparteneva a Juliel e a Heine, due donne che avevano completamente a che fare con la Cia del dipartimento di Magnolia.

<<Quanto ci impiegano? Dannazione>> imprecò, mordendosi il labbro con tenacia.

Dei passi leggeri attirarono la sua attenzione facendola scattare subito in piedi. <<Allora? Come sta? >>

Heine la guardò con una scintilla di tristezza negli occhi e ciò non fece altro che preoccuparla. <<È stabile, ha solo bisogno di un po' di riposo. Dato che è stata per molti anni rinchiusa in un liquido di cui ancora non ho scoperto le proprietà, non si sa se potrà ritornare ad essere completamente quella di prima>> spiegò, con i documenti di Levy stretti tra le mani.

Lucy strinse i pugni, odiandosi per non essere intervenuta prima per aiutarla.

Come aveva potuto abbandonarla in quel modo? Perché non era diventata più forte prima per poterla salvare?

<<Posso andare a trovarla?>> la corvina annuì, indicandole poi la direzione della stanza della sua amica.

I suoi passi rimbombavano nelle sue orecchie e piano piano la paura di ritrovarsi una Levy mal ridotta le distruggeva il cuore.

La porta era proprio davanti a lei, prese un respiro profondo e l'aprì.

La turchina era seduta sul letto, la flebo era stata messa nel suo braccio destro e solamente a quella vista sentì delle fitte dove batteva l'organo che la manteneva in vita.

<<Levy-chan...>> la sua stessa voce sembrò spaventarla, ascoltata in quelle quattro mura bianche.

Non si mosse di un centimetro, anzi, continuava a guardare il cielo nuvoloso fuori dalla finestra, come se all'interno della stanza non ci fosse nessuno.

<<Come ti senti?>> provò ancora, timorosa di avvicinarsi alla sua figura.

Le si bloccò il respiro nei polmoni quando si girò per osservarla; la carnagione pallida, gli occhi totalmente vitrei e un'espressione neutra le contornava il volto.

<<Perché?>> domandò dal nulla, con voce bassa.

La bionda non capì le parole dell'amica, corrugò le sopracciglia avvicinandosi ancora di più fino ad accovacciarsi alla sua altezza e guardarla bene in viso.

<<Perché mi hai abbandonata? Perché non sei venuta prima? Perché mi hai lasciato nelle mani di quel mostro?>> domandò la turchina, con uno sguardo perso e pieno di dolore.

[NALU]Cʀɪᴍɪɴᴀʟ: ɪʟ ᴅᴇsᴛɪɴᴏ ᴛɪɴᴛᴏ ᴅɪ ʀᴏssᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora