「41. The truth untold」

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La sua voce la chiamava, il suo cuore la cercava e i suoi occhi volevano vedere quella figura che considerava piccola e esile, ma ancora quella piccola luce non era ancora stata ritrovata e il buio continuava a aleggiare nel suo cammino.

La sua voce la chiamava, il suo cuore la cercava e i suoi occhi volevano vedere quella figura che considerava piccola e esile, ma ancora quella piccola luce non era ancora stata ritrovata e il buio continuava a aleggiare nel suo cammino

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<<Uno. Due. Tre.>> ripetè ad alta voce la bionda, concentrando l'attenzione al sacco da box che oscillava davanti ai suoi occhi attenti, mentre ogni secondo che passava i colpi si facevano sempre più veloci e potenti.

Le goccioline di sudore imperlavano la sua pelle di porcellana, tracciandone i lineamenti. I muscoli delle braccia si distendevano e, stringendo i denti per la fatica, si imponeva di continuare fino a che il suo corpo non avrebbe retto per la troppa attività fisica. Urlava frustata, sempre con la rabbia che circolava nelle vene, le grida disperate che emettevano il suo corpo non le percepiva nessuno, troppo silenziose per essere udite.

<<Lucy...>> la voce soffice di Juvia le arrivò all'orecchio, frenando la sua voglia di distruggersi. I pugni si arrestarono, lasciando, che le braccia stanche, cadessero lungo i suoi fianchi. Il petto si alzava e abbassa velocemente, con il fiatone ancora presente a causa dello sforzo.

<<Cosa vuoi.>> rispose, tra un sospiro e l'altro, con tono gelido.

La blu sbuffò, roteando gli occhi al cielo. <<lo sai cosa voglio>> controbatté, fissando ogni movimento dell'amica che, ora ferma in piedi, si toglieva i guantoni rosso fuoco.

<<Lo sai che odio le frasi indirette, parla chiaro>> non la degnò di uno sguardo, rimise al loro posto il materiale che stava utilizzando prima che entrasse Juvia, dopo di che afferrò la bottiglia che aveva posato a terra poco distante da lei, tolse il tappo e iniziò a idratarsi dato tutto il liquido che aveva perso in un solo pomeriggio.

Juvia scocciata dall'atteggiamento della bionda, le si avvicinò a grandi falcate, e le tolse dalle mani la bottiglia facendola subito imprecare. <<Ma che cazzo fai?>> sbraitò, ancora con le mani in aria, non aspettandosi quella mossa dalla ragazza.

Scosse la testa. <<No. La domanda giusta è: Che cazzo stai facendo tu?>>  Lucy, ascoltata la sua affermazione, si bloccò. Non capiva ciò che le aveva detto, cosa significava?
La blu, notando la confusione nelle sue iridi, non tardò a darle una risposta. <<È da ormai una settimana che ti comporti così. Non vuoi parlare con nessuno e ti rintani qui a tirare pugni a un cazzo di coso penzolante! Tutta la banda è incazzata con te perché non dai le risposte che vogliono riguardo la tua e soprattutto nostra situazione; tuo fratello, spuntato da non so dove, non vuole rivelare cosa gli sia successo durante questi anni e Levy non si è ancora svegliata! Secondo te, comportandoti come stai facendo adesso, risolverai le cose? Mmh? Che rintanandoti in uno scantinato per un po' di tempo possa nasconderti dalla cruda realtà? Lucy Dio buono, ragiona!>>  le urlò contro, ormai esaurita dalla situazione stancate in cui si trovavano.

[NALU]Cʀɪᴍɪɴᴀʟ: ɪʟ ᴅᴇsᴛɪɴᴏ ᴛɪɴᴛᴏ ᴅɪ ʀᴏssᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora