22. 𝑭𝒐𝒖𝒓 𝒔𝒆𝒄𝒐𝒏𝒅𝒔.

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Mi portai le mani alle orecchie a quel suono così rumoroso che mi fece sobbalzare, Zayn corse accanto a me tentando di nascondermi al meglio dietro al suo corpo

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Mi portai le mani alle orecchie a quel suono così rumoroso che mi fece sobbalzare, Zayn corse accanto a me tentando di nascondermi al meglio dietro al suo corpo.

Strinsi le sue mani osservando tutta la scena in silenzio.

C'era chi urlava, chi correva, chi piangeva, il caos più totale, scatenato in pochi secondi.

Non riuscivo a collegare il fatto che mi trovassi lì, che tutto ciò che avevo sempre temuto stesse accadendo davvero davanti ai miei occhi, non ci credevo.

Uno di loro corse in cucina, mentre gli altri camminavano tra le persone puntando loro armi, come se fosse una cosa normalissima.

Roba da tutti i giorni, per loro.

Avevo paura sì, ma essa aveva lasciato spazio alla voglia di saltare loro addosso e ucciderli, perché era colpa loro se avevo paura di camminare anche da sola o semplicemente di fare un aperitivo con gli amici.

"Non muoverti!" Mi sussurrò Zayn. "Adesso ti porto via!"

Fece un passo in avanti ma gli bloccai il braccio, tirandolo indietro.

"Devi essere impazzito, sono armati, cosa diavolo hai in testa?!" Lo rimproverai tentando di tenere il tono basso, forse non abbastanza, visto che uno di loro posto quasi a due metri da noi, si voltò puntando l'arma contro di me.

'Abbassa quell'arma, non ti stiamo facendo nulla, bastardo!' Pensai.

Zayn mi si parò davanti puntandogli un dito contro.

"Abbassa quell'arma", gli ordinò.

"Fa silenzio!" Pronunciò quell'uomo, la sua voce era strana, sembrava modificata grazie a quel passamontagna.

Vidi il moro stringere i pugni, ma gli intimai di ascoltarlo.

Quel ragazzo entrato precedentemente in cucina uscì di corsa richiamando l'attenzione degli altri componenti della banda.

Il tempo di voltarsi che Zayn gli piantò un destro violento in pieno stomaco, sgranai gli occhi vedendo quel ragazzo piegarsi in due dal dolore, poi si riprese puntandogli la pistola alla testa.

"No!" Urlai temendo il peggio.

"Come hai osato, stronzo!" Alzò la voce avvicinandosi a lui, afferrandolo per un braccio, senza abbassare quell'oggetto metallico ancora puntato alla sua tempia.

Zayn fece uno scatto per muoversi, ma la sua voce lo fermò. "Fa solo un movimento e giuro che premo il grilletto!" Minacciò, poi inaspettatamente, il suo sguardo si posò su di me, che ero qualche passo indietro al moro.

Mi guardò esattamente per quattro secondi, ed una strana sensazione si aprì nel mio stomaco.

Il suo sguardo era truce, ma diventò normale quando la mia testa contò tre e quattro.

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