80 (𝒑𝒕2). 𝑳𝒐𝒗𝒊𝒏𝒈 𝒕𝒘𝒐 𝒐𝒇 𝒚𝒐𝒖.

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«C-cosa hai capito?» Sussurrai ansiosa.

«Ho capito che senza di te non riesco a stare» quelle parole mi fecero letteralmente tremare il cuore. «Il tempo passato senza di te, mi ha fatto riflettere molto e mi ha fatto capire quanto tu sia essenziale»

«Zayn...»

«Ed ho anche capito che per lui non provi più nulla, per questo sono sereno»

Lui...Jace.

Gli tesi la mano che lui non tardò ad afferrare, avvicinandosi con la sedia.

«Mi sei mancato da morire» mormorai con le lacrime agli occhi.

Di tutta risposta si alzò avvicinandosi a me, si calò sul mio viso cercando di far combaciare le nostre labbra ma la porta si aprì.

«Oh..scusate» enunciò quell'infermiere, «sono venuto a cambiare questa» mi mostrò una sacca contenente del liquido trasparente da attaccare alla mia flebo. «Altre cinque ore e sarà terminata. Com'è la febbre?»

«Assente» rispose Zayn per me passandosi una mano tra i capelli.

«Mh..ritorno tra qualche ora e la misureremo di nuovo» sorrise e sparì chiudendo la porta.

«Come ti senti?» Mi chiese il moro portando una mano sulla mia fronte.

«Fa leggermente freddo qui dentro ma, bene» ammiccai.

In verità volevo solo che si fosse sdraiato accanto a me.

E come se mi avesse letto nel pensiero, mi fece cenno di fargli spazio e si poggiò sulla parte vuota del letto.

«Così va meglio?» Inspirai il suo profumo socchiudendo gli occhi, poi mi voltai su di un lato a fatica, poggiando la testa sul suo petto.

«Molto» mi strinsi al suo corpo, la sua presenza era così fondamentale.

«Hai sonno, bimba?» Chiese facendomi spalancare gli occhi.

«Cosa?»

«Hai sonno?»

«Dopo»

«Piccola. Ma cosa..»

«Niente» sospirai richiudendo gli occhi, consapevole che la convivenza con lui, d'ora in avanti, non sarebbe stata per niente facile.


"Tu cosa preferisci?" Mi chiese Alec, osservando il menù.

"Per me un caffé."

"Troppo banale, Byron fammi un drink alcolico."

"Alec, vacci piano!" Lo spinsi per un braccio tornando ad appoggiarmi al bancone del bar, era una serata come tante altre, tranquilla e spensierata.

"Allora a che ora è la festa?" Mi chiese cominciando a sorseggiare il suo drink, non appena le sue labbra assaporarono quel liquido bluastro, i suoi occhi si strinsero.

"Tra dieci minuti, sbrigati!"

"Se bevo in fretta, sarà la mia fine, è pesantissimo!"

"Nessuno ti ha detto di ordinarlo, sai benissimo che berrai da Jade."

"La solita guastafeste!" Si lamentò.

D'un tratto qualcuno mi afferrò per un braccio, rabbrividii a quella presa fin troppo familiare.

Mi voltai scontrando i suoi occhi scuri, il suo volto contratto e i denti stretti.

"Tomàs!" Urlai.


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