44. 𝑷𝒍𝒆𝒂𝒔𝒆 𝒅𝒐𝒏'𝒕 𝒈𝒐 𝒂𝒘𝒂𝒚 𝒇𝒓𝒐𝒎 𝒎𝒆.

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Quella mattina la sveglia di nome Louis, era suonata molto presto, ecco la principale causa del perché in quel preciso momento, a quasi ora di cena, stavo letteralmente crollando dal sonno

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Quella mattina la sveglia di nome Louis, era suonata molto presto, ecco la principale causa del perché in quel preciso momento, a quasi ora di cena, stavo letteralmente crollando dal sonno.

Le ragioni erano sempre le solite, prenderci ulteriori misure, controllare delle taglie e il numero delle scarpe, non ne potevo più.

Lavoravo tanto, dalla mattina alla sera, avevo bisogno di più riposo, cosa che forse non erano in grado di capire.

Dare una mano per non restare in cella e dare sfogo ai miei pensieri, era ciò che volevo, ma a tutto c'era un limite.

La mia testa, inoltre, vagava nell'immagine indelebile di Harry, mentre baciava passionalmente il mio collo, senza interruzioni.

Non riuscivo a pensare ad altro, per la prima volta l'immagine di Zayn era stata superata da me ed Harry in doccia.

Sentivo ancora il suo tocco sulla mia pelle, il suo profumo, il suo corpo caldo contro il mio.

Era una medicina, e il danno era che col tempo, ne avrei avuto bisogno ancora di più.

Mentre ero intenta nello sdraiarmi e prendere posizione per la notte, nella stanza riecheggiò il suono di una campanella, la solita.

«Abbiamo altre cinque fortunate», pronunciò Louis. «O meglio...quattro», si fermò fuori la mia cella squadrandomi come al solito. «Questa storia deve finire, ne verrò a capo, su alzati.»

Feci come richiesto e mi avvicinai alle sbarre.

«Non è che sei andata a letto con qualcuno? Perché non mi spiego il fatto che tu venga scelta ogni santo giorno.»

Non risposi, mi scrutò attentamente e sgranò gli occhi sorpreso, poi aprì la cella facendomi uscire.

«Allora? Chi ti sei portata a letto?» Domandò di nuovo.

«Quello che faccio non è affar tuo», risposi secca.

Mi rivolse un'occhiataccia poi proseguì col chiamare le altre ragazze.

Non ne andavo tanto fiera, anche a me dispiaceva non lasciare posto alle altre, ma non dipendeva da me.

Anche se un'idea ce l'avevo.

Ci sedemmo tutti a tavola, anche gli altri ragazzi erano sorpresi nel vedermi, tranne uno.

Harry se ne stava seduto lì, con la testa fissa sul suo piatto, sembrava pensieroso, del tutto assente.

«Allora qual è il primo obiettivo del nuovo anno?» Chiese Drake, emozionato.

«Dobbiamo aspettare che Harry sia al meglio delle condizioni, non lo lascio uscire così, per ora focalizziamoci sulla festa di fine anno», rispose Carlyle, attirando l'attenzione di Harry su di me.

Il suo sguardo era diverso.

«Avete trovato quello che cercavate?»

«Sì!» Rispose Tomàs, guardandomi malizioso.

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