76. 𝑰 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒘𝒂𝒊𝒕 𝒇𝒐𝒓 𝒚𝒐𝒖 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓.

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Aprii gli occhi qualche secondo dopo, i miei timpani erano ancora un po' scossi per quel terribile boato

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Aprii gli occhi qualche secondo dopo, i miei timpani erano ancora un po' scossi per quel terribile boato.

Tutto ciò che riuscii a vedere fu quel ragazzo, che fino a pochi secondi prima era in piedi davanti a me, steso sul pavimento senza vita, con una pallottola conficcata in testa.

Voltai lo sguardo alla mia sinistra e mi accorsi di Harry, immobile, mentre impugnava la sua pistola, rivolgendola nella sua direzione.

Sospirai riprendendo fiato, ancora una volta, mi aveva salvata letteralmente la vita.

Portai una mano al petto sperando che il mio cuore tornasse a battere regolarmente, perché se avesse continuato a quella velocità probabilmente sarei morta. Lo guardai ancora un po' frastornata, i fischi nelle orecchie iniziavano ad attenuarsi leggermente. Lo vidi correre verso di me e mi strinse forte tra le braccia.

Ci volle qualche secondo in più per rendermi conto di cosa fosse appena successo, fu così che ricambiai quell'abbraccio un po' in ritardo.

«Va tutto bene bimba, è passato » lo strinsi a quelle parole, parole di conforto forse, voltando la testa di lato vidi la sua pistola, la stringeva saldamente tra le mani, continuavo ad essere impaurita, ogni secondo di più.

Eravamo lì, l'uno avvinghiato all'altra, mentre per terra giaceva quel ragazzo, inerme, con gli occhi spalancati.

«Stai bene? » Mi chiese poggiandomi le mani sulle braccia, dandomi una rapida occhiata un po' ovunque.

Annuii deglutendo, i miei occhi erano ancora spalancati.

«Cazzo, parlami, Ellis!»

«S-Sto...» gli allacciai le braccia al collo e lo attirai a me di nuovo.

Mi diede l'abbraccio più stretto che abbia mai ricevuto, uno di quelli in cui ti è difficile respirare perché hai la testa bloccata nel suo petto e allora la tiri su in alto riempiendo d'aria i polmoni.

Poi si allontanò dal mio corpo, facendomi sentire nuovamente indifesa, prese per le mani quel ragazzo e lo trascinò nel bagno, chiudendo la porta.

Lo osservai compiere quei gesti, in modo così naturale, come se fosse una cosa del tutto normale.

Dopotutto eravamo nel suo mondo, un mondo che avevo imparato ad odiare, visto come l'aveva ridotto.

Più facevo fatica a tirar fuori il meglio da lui, più quell'ambiente così ostile lo faceva crollare nuovamente giù, ogni volta sempre più in basso.

Mi prese una mano e percorremmo metà corridoio per non essere visti da nessuno, poi si fermò e mi guardò.

«Ascolta, adesso devi stare tranquilla, ora..»

«Ti prego non andartene »

«Shh per favore. Ho poco tempo, accorrerà qualcuno che ha sentito lo sparo, lasciami finire. Ho già parlato con Yanina, starai con lei oggi, io farò in fretta, te lo prometto, te lo prometto Ellis »

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