72. 𝑻𝒂𝒌𝒆 𝒎𝒆 𝒐𝒖𝒕 𝒐𝒇 𝒉𝒆𝒓𝒆!

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Ci volle un po' per metabolizzare quelle parole, chiusi gli occhi formulando una risposta, ma forse ce l'avevo già

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Ci volle un po' per metabolizzare quelle parole, chiusi gli occhi formulando una risposta, ma forse ce l'avevo già.

«Da impazzire »risposi a bassa voce, ma mi sentii eccome.

Stava per dire qualcosa quando sentimmo dei passi giungere in salotto e voltandomi li ritrovai tutti lì, mentre ci guardavano sorpresi.

Tra di essi mi persi a cercare il suo sguardo, che non appena catturò la mia attenzione, lui distolse altrove.

Quel gesto valse più di mille parole.

Quel gesto riuscì a stendermi al pavimento completamente.

«Cosa ci fa lei qui?!» Chiese in tono duro Drake.

Mi alzai sentendomi attaccata, Yanina fece lo stesso giungendo al mio fianco.

«Stavamo parlando»

«Parlando? Non merita niente!»

Il mio sguardo era fisso sul riccio, il quale finalmente decise di ricambiare.

Non riuscii a capire quanto durò, l'unica cosa di cui ero certa era che mi ci persi completamente.

Sentii qualcuno urlare, qualcuno muoversi ma non capii niente, era come se vivessi in un'altra dimensione, sola con lui.

«Harry...» sussurrai quel nome, lo intravidi sospirare per poi voltarsi e andare via. «Harry ti prego!» Alzai la voce facendo un passo in avanti ma qualcuno mi fermò.

«Non devi più avvicinarti a lui, non devi più dire o fare qualcosa, tu qui dentro non sei nessuno, intesi?» Era la voce di Tomàs, il quale stringeva forte il mio braccio.

«Levami le mani di dosso!» Mi lamentai.

«Cammina»

«Tomàs, smettila!»

«Yanina, non adesso» rispose Louis fermandola.

La guardai impaurita, poi mi portarono via.

«L'hai fatta grossa. Già prima non mi fidavo per niente di te, adesso puoi soltanto immaginare cosa provo nei tuoi confronti, ed è ciò che prova anche lui quindi smettila di provarci, non cambierà mai idea!» enunciò Tomàs camminando lungo quel corridoio.

«Non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire » bofonchiai entrando nella mia cella, ma me lo ritrovai dietro le spalle in un secondo.

«Meglio se moderi i termini in mia presenza! » inizialmente il suo sguardo era serio, poi accortosi della troppa vicinanza a me, sorrise «o altrimenti potrei cambiare idea in qualche modo » il suo ghigno disgustoso non abbandonava il suo viso, indietreggiai spingendolo.

«Non azzardarti ad avvicinarti a me » lo guardai malissimo, sperando non avesse strane idee, non avrei potuto scappare da nessuna parte.

Ma avrei potuto pur sempre urlare.

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