47. 𝒀𝒐𝒖 𝒂𝒓𝒆 𝒏𝒐𝒕 𝒊𝒏 𝒅𝒂𝒏𝒈𝒆𝒓 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒎𝒆.

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Era Louis

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Era Louis.

«Che cosa vuoi?!» Mi strattonai forte tentando di liberarmi dalla sua presa, e ci riuscii.

«Ne ho già viste di tipe come te, so che scopo hanno» mi puntò un dito contro.

«Io?» Chiesi sforzandomi di non ridere. «Io non ho alcuno scopo.»

«Sì, proprio tu. Mi sono accorto di ogni cosa, ogni minimo dettaglio, so tutto di te!» Sbottò, facendomi temere il peggio.

Indietreggiai spaventata, e se avesse scoperto che fossi la figlia di Carter? Non ci avrebbe sicuramente pensato due volte ad uccidermi.

Era già il suo desiderio più nascosto, non avrebbe avuto più freni.

«C-cosa...cosa stai dicendo?»

Mi afferrò nuovamente per un braccio, portandomi una mano tra i capelli e tirandoli forte, facendomi male.

«So tutto, mia cara Catherine, vi ho scoperti.»

«Scoperti?» Sospirai portando una mano sulla sua, tentando di attutire la sua presa e forse un po' ci riuscii.

«Tu ed Harry, so che c'è qualcosa tra di voi, qualcosa di molto forte, e qualunque cosa sia è destinata a finire, proprio in questo momento.»

Tirai un sospiro di sollievo trattenendomi dal prenderlo a schiaffi e calmai il respiro un po' troppo accelerato.

Lo guardai con gli occhi leggermente sgranati, poi strinsi la mia mano sulla sua e alla fine si decise a lasciarmi.

Mai una giusta Louis.

«Che diavolo stai dicendo?»

«Non negare, è così!»

«Louis, dovresti smetterla», scossi la testa voltandomi e tentando di seguire le altre, ma mi fermò di nuovo.

«Devi stargli alla larga, Catherine, hai capito?!» Alzò la voce, palesemente irritato da quel pensiero, e fu proprio in quel momento in cui i miei dubbi trovarono una risposta.

«Stanne fuori!» Obiettai decisa. «Piuttosto che venire a mettere il naso nei miei affari pensa a te stesso, e come nascondere i tuoi sentimenti!»

«Che cosa hai detto?!» Mi si avvicinò più minaccioso che mai, ma oramai ci ero dentro.

«Credi che non me ne sia accorta? Credi che nessuno lo sappia? E' palese!»

«Di cosa diavolo stai parlando?!»

«Che sei innamorato di Harry, e..-» Mi prese per il maglione e mi attaccò al muro con violenza, tanta, forse troppa violenza. «Ah!»

Mi puntò la pistola alla testa, stringendomi l'altra mano al collo.

«Tu prova a ripeterlo e farò saltare questo grilletto dritto alla tua testa!» Sputò fuori, mandandomi in tilt il cervello.

Non riuscivo a respirare, la sua mano premeva così forte contro la mia gola, temevo davvero di non uscirne viva.

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