67. 𝑺𝒐𝒎𝒆𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈 𝒎𝒐𝒓𝒆.

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In questo capitolo è presente un'altra piccolissima scena a rating rosso, potete skippare se non vi piace (ma a noi piace 😏)

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Quel qualcuno afferrò la mia mano, il fiato mi si spezzò in gola proprio quando stavo per lanciare un urlo.

«Hei!» nello stesso istante in cui udii quella voce, le mie narici ispirarono il suo profumo, ed i miei muscoli tesi si rilassarono del tutto.

Mi voltai e senza dire una parola lo abbracciai, strinsi il suo corpo al mio, le mani nei suoi capelli, il viso nell'incavo del suo collo.

Tutto combaciò alla perfezione.

«Sono qui, tranquilla» sussurrò al mio orecchio, il suo corpo era freddo, colpa forse del clima rigido.

Nonostante ciò continuò a sfregare le mani sulla mia schiena, tentando di riscaldarmi.

«Posso andare?» Domandò Sean.

«Sì, Sean, grazie» rispose il riccio accarezzandomi i capelli.

«Di nulla, ma dì alla tua ragazza di stare più calma, per poco non mi saltava addosso» mi sciolsi da quell'abbraccio leggermente imbarazzata, non avevo tutti i torti.

«Forse l'hai spaventata» ipotizzò il riccio.

«Non poco» risposi nervosa, quest'ultimo mi circondò le spalle con un braccio.

«Adesso vado, non fatevi vedere in giro a quest'ora» detto ciò se ne andò.

Harry posò il passamontagna e il giubbotto su quegli scaffali, scrisse qualcosa su un quaderno poi si diresse verso di me, che guardavo preoccupata tutto ciò che stava facendo.

«E' tutto apposto?» Gli chiesi, lui sorrise e annuì.

«Certo, andiamo»

«Perché Sean..»

«Gliel'ho chiesto io» mi interruppe aprendo la porta della sua camera facendomi entrare.

«Perché?»

«Volevo vederti» alzò le spalle.

«Fin qui c'ero arrivata» risi poggiandomi alla scrivania, ricambiò lo sguardo divertito poi lo osservai prendere qualcosa dall'armadio.

«Mi dispiace se ti ha spaventata. Adesso devo fare una doccia» enunciò stringendo tra le mani un accappatoio, compiendo lenti passi verso di me. «Sei stanca?»

«No» risposi osservandolo dal basso, i suoi occhi mi scrutavano attentamente. «Soltanto qualche dolore qui» indicai le mie gambe.

I suoi occhi si spalancarono leggermente, forse come me aveva ricordato fotogrammi del giorno precedente, sotto la doccia.

Io non avevo smesso di pensarci, ero arrivata persino a sognarlo, risvegliandomi con un intenso calore.

Mi raggiunse alla scrivania, abbassò leggermente la testa lasciandomi un bacio sulle labbra, un bacio che subito ricambiai stringendo i suoi capelli.

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