70 (𝑷𝒕3). 𝑰 𝒌𝒏𝒐𝒘 𝒘𝒉𝒂𝒕 𝑰 𝒅𝒊𝒅.

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«Qui dentro? La chiami vita questa?»

«No, non lo è, ma non vedo altra soluzione» sbuffò.

"Non posso» scossi la testa accarezzandogli una guancia. «Lì fuori ho tutto. Ho tutta una vita da gestire, l'università, mia madre, non posso abbandonare tutto»

Non rispose, abbassò lo sguardo.

«Tu qui dentro cos'hai?» Attirai nuovamente la sua attenzione. «Che vita stai facendo, Harry?» Gli chiesi tentando di restare il più calma possibile, volevo solo farlo ragionare, non attaccarlo.

«Non..»

«Te lo dico io, la stai rischiando ogni giorno»

«Sono anni in cui..»

«E dobbiamo aspettare che arrivi il momento in cui qualcuno si faccia male? Io non voglio vederlo quel momento, voglio solo passare più tempo possibile con te» rabbrividii alle mie stesse parole.

«Non dirmi che sei abituato a tutto questo. Perché lo vedo come mi guardi e come desideri altro» pronunciai non ottenendo risposta.

Ancora silenzio, ancora sguardi, i suoi occhi verdi riuscivano però ad incantarmi.

«Non mi piace ciò che ti fanno qui dentro, non è giusto»

«Non succede niente, Ellis, non è niente di importante»

«Tutto ciò che riguarda te è importante» lo incalzai, non riusciva a dire mezza parola che avevo una frase pronta a contraddirlo.

«Sei tu a non dover pensare di essere solo, come lo sei sempre stato. Non hai mai avuto qualcuno che si preoccupasse per te, nella tua vita. Ma adesso non è così. Se rischi, io rischio, ci siamo dentro in due»

Si passò la lingua sul labbro sospirando, era molto silenzioso, ma volevo tanto sapere cosa gli passasse per la testa, perché ero sicura che pensavamo entrambi le stesse cose.

Mi sporsi in avanti e lo baciai, così d'un tratto, un bacio semplice che durò poco.

«Buonanotte» pronunciai guardandolo negli occhi, per quella sera era abbastanza, in quel momento lo lasciai riflettere da solo, con i suoi pensieri.

Chiusi gli occhi allacciando una mano con la sua, ma dopo qualche minuto li riaprii scorgendolo a fissarmi, ancora inerme.

«Che succede?» Gli chiesi avvicinandomi al suo corpo. «Non sei stanco?

Fece di no con la testa, gli accarezzai i capelli e lui mi prese per mano.

«A cosa pensi?» Domandai preoccupata, qualunque fosse stato il problema, lo avremmo risolto insieme. «Puoi parlarm..» Mi fermai non appena prese il mio braccio trascinandomi su di lui.

I nostri corpi  nudi entrarono in contatto ed un piccolo gemito mi sfuggì dalle labbra.

«Non voglio che...rischi insieme a me» mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio accarezzandomi poi la guancia scoperta.

«Perché continui ad allontanarmi?» Sussurrai impaurita.

«Perché se ti accadesse qualcosa, morirei»rabbrividii a quelle parole, gli accarezzai i capelli sulla fronte e lo guardai, sistemandomi meglio sul suo corpo. «Quando ho visto quella ragazza inerme sul pavimento....a causa mia...» chiuse gli occhi.

«Come credi che starei invece io, se ti accadesse qualcosa?» Domandai conoscendo già la risposta. «Esatto, ti rendi conto che non posso starti alla larga?»

Fece un lungo sospiro, poi allacciò le mani dietro la mia schiena.

«Mi migliori sempre le giornate, com'è possibile? »

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