70 (𝑷𝒕2). 𝑰 𝒌𝒏𝒐𝒘 𝒘𝒉𝒂𝒕 𝑰 𝒅𝒊𝒅.

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Silenzio.

Feci qualche passo verso di lui.

«Harry non sono stata io », enunciai.

«Lo so» rispose con voce bassa.

Ok, c'era qualcos'altro sotto.

Mi inginocchiai davanti a lui poggiando le mani sulle sue gambe, non mi guardò, il suo volto era immerso in quei ricci che mi impedivano di guardarlo negli occhi.

«Cos'è successo?» Portai una mano sul suo viso spostandogli quei capelli.

Sospirò asciugandosi gli occhi.

«Harry?»

Alzò la testa prendendo qualcosa dal letto proprio dietro di lui, mi porse sotto gli occhi la maglia che aveva addosso precedentemente, la guardai confusa.

Poi ecco che voltandola di lato vidi delle chiazze rosse, di sangue.

Spalancai gli occhi guardandolo.

«Stai bene?» Mormorai allarmata.

«Io sì»

«Harry dimmi cos'è successo, adesso!» Ordinai.

«Era arrivata la polizia...c'era così tanta gente, eravamo stati colti di sorpresa. Mi ero fidato di me stesso, della mia mira» enunciò a fatica stringendo quella maglia tra le mani. «E invece ho..»si fermò. «Da lontano avevo intravisto il bersaglio, ci ho provato ma..»

«Cos'è successo?» Domandai non volendo ascoltare la risposta.

«Il mio proiettile ha colpito qualcun altro» deglutì chiudendo gli occhi.

Era terribile, ma la cosa più strana era che si trovasse in quelle condizioni, ammazzare la gente faceva parte della loro routine, non riuscivo a capire perché stesse così male.

«Quella ragazza avrebbe avuto la tua età» ecco la risposta alla mia domanda. «Forse un po' ti somigliava» mi guardò negli occhi accarezzandomi il viso. «Mi sento un mostro»

Ero letteralmente senza parole, non sapevo se per quello che aveva fatto o per vederlo in quelle condizioni.

«Harry...sono sicura che..»

«Non doveva succedere, Ellis. Non sarebbe mai dovuto accadere, mai!"»

«Se l'hai fatto..»

«Ho sbagliato, di grosso»

«Lo so, e lo sai anche tu. Ma è successo, adesso puoi farci ben poco»

Si alzò dandomi le spalle, cercò una maglietta dall'armadio e la infilò velocemente.

«Non dovresti stare con uno come me, non dovresti...neanche starmi accanto, sono un mostro e non sono degno di niente, non merito niente parlava a raffica tentando di ferirsi da solo e tentando di allontanarmi.

Ma non ci sarebbe mai riuscito.

«Adesso calmati, non sai quello che dici» lo ammonii, mi guardò poggiandosi all'armadio, portandosi una mano sul viso.

«E' la realtà, ciò che sono, una persona di merda, lasciami stare» era davvero disperato.

Non lo pensa davvero, Ellis.

«Ti prego non fare così» sussurrai a denti stretti, la situazione stava degenerando lentamente.

«Va via, sta alla larga da me» altre parole che mi colpirono dritto al petto. «Non posso farti del male, non lo meriti.»

«Io non ho paura di te, ti prego adesso calmati e..»

«Dovresti invece»

«Non ne ho» ripetei sottolineando le mie parole più duramente, mi avvicinai ma mi fermò con una mano.

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