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Apro gli occhi aspettandomi di trovare davanti il sole,ma mi sbaglio,fuori è ancora più scuro di quando me ne sono andata a dormire.

Mi giro verso l'orologio appeso alla parete e vedo che sono appena le 3 di notte.
Dovrei dormire,infatti,dovrei,ma a quanto pare non ci riesco.

Ieri mi hanno tolto gli aghi dalle braccia,così decido di alzarmi,per uscire un po'. Prendo l'orsacchiotto e scendo dal letto. Appena metto il piede per terra,brividi percorrono tutta la mia schiena.

Inizio a camminare verso la porta,la apro e prima di uscire,guardo a destra e a sinistra.
Via libera.
Inizio a camminare nei corridoi deserti dell'ospedale.
Non c'è anima viva,un silenzio tombale invade tutto l'edicifio.

L'unico rumore che sento è il mio respiro. Mi fermo davanti una grande vetrata,da qui si vede tutta Chicago,i lampioni accessi e ogni tanto una macchina che passa.
Il cielo è stellato,la luna piena in alto e qualche nuvola.

«Anche tu non riesci a dormire?»sussurra una voce dietro di me.

Dallo spavento faccio cadere il peluche che avevo in mano. Lo prendo subito e mi giro.
Vedo un ragazzo,alto più di me,indossa un pigiama blu con sopra una felpa.
«C-cosa?»chiedo.
«Non riesci a dormire?»mi chiede guardandomi con i suoi occhioni castani.
Scuoto la testa.

«Siamo in due. Sei appena arrivata qui?»mi chiede sedendosi su una sedia.
«Si,non so da quando»
«Non lo sai?»chiede confuso.
Sai ho un trauma cranico ,quindi...
«Ho avuto un incidente e non ricordo granché»dico.
«Oh...capisco»dice.
«Io sono qui per un altro motivo»mi dice.

«E sarebbe?»chiedo sedendomi accanto a lui.
«Ho avuto un problema al cuore,durante una partita di basket non riuscivo a respirare,così eccomi qui»mi dice.
«Oh..»dico non sapendo cosa dire.
«Sono Zack»dice guardandomi.
«Alison»sorrido.

«Come fai a sorridere in un momento come questo?»mi domanda.
«Cerco di trovare il lato positivo delle cose»sorrido guardando l'orsacchiotto.
«Te l'ha dato tua sorella?»
«Come fai a saperlo?»chiedo.
«L'ho vista oggi»dice guardando fuori.

«Come mai sei proprio davanti a questa vetrata?»mi domanda Zack.
«Ammiravo il cielo»rispondo.
«È bello,non è vero?»chiede sorridendo.
«Stupendo»

Passiamo altri 10 minuti a parlare,poi ce ne torniamo nelle nostre stanze e finalmente mi addormento.
Chissà se sarai qui anche domani...

La mattina seguente,mi sveglio per via del canto di un uccello fuori.
Non potevi cantare da qualche altra parte?
Sbadiglio e mi stiracchio,proprio come un gatto. Mi giro verso l'orologio. «Caspita! Sono le 10!»esclamo.
Alla mia destra,sul comodino c'è una tazza con un pacco di biscotti.

Poi noto qualcosa,che fino a ieri non c'era. È uno di quei post-it gialli. Lo prendo e leggo ciò che c'è scritto sopra: "Sei bellissima"
Sorrido subito,poi però inizio pensare,chi è che me lo ha scritto?
Ripenso a stanotte,di quando ho incontrato Zack,e se fosse stato lui?
Nah,non credo.

Poso il bigliettino e inizio a fare colazione.
Alla 11,la dottoressa entra e inizia visitarmi. «Allora Alison, vedo che ti senti meglio,non è così?»mi domanda.
Annuisco.
«Bene,allora,quando vorrai potrai uscire dalla tua stanza,c'è la biblioteca se vuoi,oppure c'è il giardino»mi dice.
«Lo prenderò in considerazione»sorrido.

Poco dopo che se ne è andata,mi alzo ed esco.
Vado verso la vetrata di ieri,in confronto a ieri,in questa zona c'è gente,beh,non un'intera folla,ma c'è comunque.
«Chi si rivede»dice una voce al mio orecchio.
Balzo dalla paura e mi giro,trovandomi davanti Zack sorridente.

Ha i capelli bruni tutti disordinati,gli occhi illuminati da una luce che ieri non avevo mai visto e un sorriso pazzesco.
«Non ti azzardare più»dico puntandogli contro il dito.

«Io,invece mi sono divertito molto nel vedere la tua faccia»ride,sedendosi accanto a me.

«Come mai anche tu qui?»gli domando guardandolo mentre ammira fuori dalla vetrata.

«La biblioteca è noiosa,preferisco stare qui,vicino a te a guardare ciò»indica la vetrata.
Annuisco.
«Perchè noiosa?»
«Sai non puoi neanche tossire che subito ti cacciano»dice.
«Capisco..»

«Allora Alison,per quanto tempo starai qui?»mi chiede.
«Una settimana,credo o più»
«Come mai? Ceh,insomma per riprendere la memoria dovresti uscire»
«Ho avuto anche una botta alle costole,quindi per precauzione mi fanno stare qui»dico.

«Tu per quanto?»gli domando.
«Quattro settimane»risponde.
«Non ti scocci a stare sempre qui?»gli domando.

«Qui vedo la gente che passa e immagino cosa vengano a fare,come si chiamano e immagino la loro storia. Per esempio,quel signore in giacca e cravatta-lo indica- secondo me si chiama Robin,57 anni,viene da Seattle e ora si è trasferito qui per lavoro. Fa il pediatra,è divorziato e ha 3 figli. Ora provaci tu»dice.

«Quella donna-indico una donna al telefono-secondo me si chiama Jessica,ha 35 anni,fa la ginecologa,viene da Roma,ma si è trasferita qui,ha un compagno ed è incinta di 4 settimane»dico.

Continuiamo per un po',poi decide di portarmi in camera sua. Mi prende per mano e mi trascina.Ha una mano grande e calda.
«Zack,perchè vuoi portarmi in camera tua?»gli domando.
«Voglio farti vedere una cosa»dice.

Appena arriviamo nella sua camera,chiude la porta,le tapparelle della finestra e la luce,in modo da rimanere al buio.
«Zack,cos'è questa cosa?»chiedo guardando alla ceca.
«Qualcosa di stupendo»dice dietro di me.

Mi giro verso di lui,lo vedo con quel poco di luce che c'è.
«Guarda»sorride.

Prende dal comodino un prisma di vetro,poi lo mette proprio sul fascio di luce,e in tutta la stanza,che prima era buia,ora vari arcobaleni ci circondano.
Mi giro intorno un paio di volte.

«Perchè me lo hai fatto vedere?»domando.
«Sei la prima,e te l'ho fatto vedere per dimostrarti che sorrido solo alle cose speciali,come in questo momento. Questo per me è speciale»sorride.

In questo momento non posso far a meno di sorridere anch'io.

Un bacio sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora