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Giro leggermente la maniglia e apro lentamente la porta. Nella stanza c'è un silenzio tombale,si sente solo il rumore fastidioso della macchina. Chiudo la porta dietro di me e faccio di tutto per non buttare l'occhio sul letto,dove Zack è disteso ma ovviamente non riesco a non farlo.

Mi si mozza subito il respiro appena lo vedo. Ha un occhio nero,il labbro leggermente spaccato e alcuni graffi di qua e di là. Inizio a piangere,a singhiozzare e mi appoggio alla porta per non crollare. In questo momento chiunque sarebbe crollato,ne sono certa.
Vederlo in questo schifo di stato mi spezza ancora di più il cuore,mi fa male,tanto.

Mi avvicino a passi lenti al suo letto e mi siedo accanto a lui. Non so che fare,il mio corpo è come se fosse in stand-by,non riesco ne a muovere,ne a fare nulla,solo a piangere e a singhiozzare.
«Zack...»lo chiamo in un sussurro che sembra quasi impercettibile.
Non ricevo nessuna risposta. Molto probabilmente non mi sente o sta in coma.

Sospiro e provo a richiamarlo alzando un po' la voce. Non risponde,ma lo sento respirare rumorosamente,come se si fosse svegliato. Il battito del mio cuore aumenta ogni secondo che passa e minaccia quasi di uscire dal mio petto.
Vedo che gira la testa verso di me senza aprire gli occhi. I miei,invece,si fanno sempre più lucidi tanto che una lacrima esco e scivola sulla mia guancia.

Poco dopo apre gli occhi,li ha tutti rossi e sono spenti. Sento un improvviso dolore al cuore,ma non ci faccio caso. Apre maggiormente gli occhi e cerca di mettere a fuoco la mia immagine. Appena nota che sono io,sul suo viso si forma un bellissimo sorriso,temevo di non vederlo mai più. Mi sbagliavo.

Inizio a piangere definitivamente e metto una mano sulla bocca e lo guardo,senza levare gli occhi sui suoi. Sono passate poche ore ma è come se fossero passati secoli e secoli. Mi è mancato come l'aria,anzi peggio.
«Sei qui»sussurra non smettendo di sorridere.
«Si,sono qui. Devo essere qui»gli dico sorridendo. Mi asciugo le lacrime e gli stringo la mano che mi stava porgendo.

«Non piangere ti prego»mi dice mettendosi a sedere,ma appena lo fa geme dal dolore. Mi affretto ad aiutarlo,per farlo sdraiare di nuovo.
«Stai fermo»gli dico subito.
Avvicina la sua mano alla mia guancia e la appoggia delicatamente. Il suo tocco è imparagonabile.

Ha la mano così calda. Chiudo gli occhi per un secondo,li riapro e appoggio la mano sulla sua.
«Mi hai fatto prendere un colpo»gli dico dopo qualche minuti di silenzio.
«Perdonami»
Deglutisco e guardo fuori dalla finestra,sentendo che molto presto scoppierò a piangere,di nuovo.

Infatti subito dopo,inizio a piangere di nuovo e lo guardo.
«Dovevo perdonarti,così saresti stato con me e ora non saresti qui,i-in questo stupido posto»dico iniziando a singhiozzare.
Credo proprio che questo sia stato il giorno in cui ho pianto di più in assoluto.

«Non dirlo neanche! Non è colpa tua. Il dottore ha detto che non è grave e poi quei due bastardi li hanno presi. Non è colpa tua,piccola»mi dice sorridendo.
Con un po' di fatica si avvicina a me e,come prima,appoggia una mano sulla mia guancia e col pollice asciuga le lacrime che scivolano sulla guancia.

«Si invece»gli dico piangendo ancora.
Lui scuote la testa e accenna un sorriso.
«Non lo è piccola,non potevi saperlo»mi dice.
Tiro su col naso e,dopo aver annuito,abbasso la testa.
«Mi dispiace,Zack. Io...io dovevo perdonarti,non voglio che tu stia ancora male. Non...non lo sopporterei»dico guardandolo.

«Piccola,ascoltami,tu non c'entri nulla,sul serio. E poi sto bene,non vedi»mi sorride.
«Lo vedo,ma..ma vederti così mi fa male molto qui»indico il cuore asciugandomi le ultime lacrime.
Mi sorride,poi appoggia una mano sulla mia guancia e mi bacia dolcemente.

Dio quanto mi è mancato.
Ricambio subito il bacio. Ci stacchiamo appena,entrambi,abbiamo bisogno d'aria. Ci allontaniamo di un po' e appoggia la fronte sulla mia sorridendomi.
«Sono perdonato?»mi chiede accennando un sorriso.
Ricambio con un piccolo sorriso e annuisco. «Lo sei stato dal primo momento in qui ho sentito la tua voce da dietro la porta,solo che ero troppo scossa da ciò che era successo»gli dico.

Lui dopo un po' si mette a sedere allontanandosi da me e,mentre lo fa,appoggia una mano sul costato.
«Fa male?»gli chiedo.
Annuisce e alza di poco la maglietta,per far vedere cosa gli hanno fatto. Tutta la parte destra è piena di lividi e un mucchio di brividi invade tutto il mio corpo.

«Quei luridi coglioni devono morire,non ti meritavi ciò! E poi perchè? Perchè aggredirti?»domando stringendo i pugni piena di rabbia.
«Ritira gli artigli dolcezza,credo che moriranno in galera»mi dice.

Parliamo per un po',poi mi fa una domanda che non mi sarei mai aspettata.
«Hai pensato di perdonarli?»mi domanda.
Deglutisco e guardo tutto tranne che i suoi occhi. Poi abbasso lo sguardo,deglutisco e scuoto la testa.

«Dovresti pensarci,Alison,loro ci tengono a te e anche molto»mi dice lui guardandomi.
«Lo so Zack,ma non mi interessa il fatto che ero amica di Stevie e non me l'hanno detto,ma il fatto che mi fidavo di loro e mi hanno nascosto qualcosa che dovevo sapere»gli dico guardandolo.

«Beh,allora perchè hai perdonato me,che te l'ho nascosto comunque,e loro no?»mi domanda.
«Perchè..perchè tu sei una cosa a parte,loro sono i miei amici,tu sei il mio ragazzo»gli rispondo.
«Ma ti ho nascosto anch'io una cosa. Pensaci su,Alison,le ragazze,Jay,Mike e tutti gli altri ti voglio bene,molto bene,e stanno malissimo. Non l'hanno presa bene quando sono venuto a casa tua senza di loro. Volevano scusarsi,sul serio»mi dice lui.

Sospiro e annuisco. «Va bene,ci penserò su»dico solo guardandolo.

Un bacio sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora