3 | Primo giorno a scuola

229 5 0
                                    

La mattina mi sveglio molto presto e scendo in cucina per prepararmi una bella colazione.

"Buongiorno, pronta per il tuo primo giorno di scuola?" mi chiede mamma lasciando sul tavolo l'elenco delle lezioni di questa mattina.

"Si, anche se devo ammettere di essere un po' in ansia...trasferirsi da sempre il via a una nuova sfida."
"Certo, ma senza sfide che vita vivremmo?" mi ricorda con dolcezza.

Mia madre cerca sempre un modo per farmi vedere il lato positivo e ci riesce sempre, ma purtroppo questa volta sento che non sarà affatto facile. Ho la sensazione che in questa piccola città dagli enormi palazzi e dalle splendide ville vivrò una parte della mia vita che lascerà il segno.

O forse, come è probabile che sia, sto solo fantasticando.

Prendo l'elenco e salgo in camera mia.

Decido di farmi una coda alta e mettermi dei jeans e una felpa grigia, in tinta col mio timore.

Saluto mia madre e mi dirigo a piedi alla St.Jeorge, ora la mia nuova scuola.

Il tragitto non è molto lungo e quando arrivo di fronte al cancello della scuola trovo solamente tre ragazze che parlano tra di loro.

Decido così di accendere il telefono e noto subito quindici nuovi messaggi.

Allora, ti sei svegliata???
•Hai incontrato la tua anima gemella?
•Ti prego rispondi, non puoi abbandonarmi.

E altri messaggi di questo tipo mandati tutti da Aaron, il mio migliore amico. Inizio a risponde a tutte le sue domande e dopo avergli promesso che lo richiamerò spengo il telefono.

Quando Aaron è venuto a sapere che ancora una volta avrei cambiato casa e scuola ci è rimasto così male da passare un'intera settimana a casa mia. Lui sa tutto di me e io so tutto di lui, c'è sempre stato per me e ogni volta che dovevo affrontare un pesante viaggio per via del lavoro di mia madre lui è sempre stato al mio fianco sopportandomi anche a chilometri di distanza.

Devo molto a quel ragazzo e ammetto che se sono arrivata fin qui con quel poco di coraggio che mi è rimasto è solo grazie a lui.

Mancano ancora cinque minuti all'inizio della scuola e solo poco prima di tratte l'ultimo profondo respiro mi accorgo di un particolare sconcertante e quasi inquietante: in un angolo dell'entrata della scuola un ragazzo incappucciato e vestito tutto di nero mi sta fissando.

Cerco di non farci caso ma è impossibile dato che non si muove di lì e sembra non avere intenzione di spostare lo sguardo altrove.

Non mi piace affatto ed è arrivato il momento che lo capisca.

Quando però si accorge che mi sto tirando su le maniche per dirgliene quattro alza un sopracciglio e distoglie lo sguardo.

Vecchia tecnica che funziona sempre.

Fortunatamente due minuti dopo suona la campanella e posso finalmente entrare.

Mi guardo alle spalle per vedere se quel soggetto misterioso è ancora là fuori ma sembra essere scomparso tra la folla di studenti che si accingono ad entrare.

Le lezioni procedono abbastanza velocemente poiché i professori sono tutti molto socievoli e hanno tentato sin da subito di farmi sentire parte della classe.

Così, tra una presentazione e l'altra di alunni e professori nuovi, si arriva all'ultima ora.

E dopo circa un'ora di via vai riesco a trovare la mia classe e l'unico banco vuoto è proprio quello vicino al tipo misterioso di questa mattina.

Il destino ci ha fatti incontrare di nuovo! Che grande fortuna!

Mi siedo accanto a lui, ancora un po' incerta ma decisa che non avrei passato l'intera lezione in piedi, e senza dire niente inizia a sfogliare il suo quaderno vuoto trovandolo più interessante del mio volto accanito.

"Signor Edwans, vuole spiegare alla sua nuova compagna come si studia in classe?" chiede il professore, notando che non stavo ancora combinando niente, al mio simpatico compagno di banco.

"Veramente, io so come si studia in classe" vorrei rispondergli ma mi trattengo, cercando di non creare problemi inutili il primo giorno di scuola.

"Ascolta, non so cosa voglia dire il professore ma se ti faccio così tanto schifo posso alzarmi e tornarmene a casa." mi spiega in tono scorbutico e proprio quando sto per ribattere che ciò che provo per lui è tutto fuorché paura, si leva il cappuccio e rimango interdetta:

I suoi occhi azzurri, i suoi capelli neri che coprono in parte il suo occhio destro e le sue belle labbra di colore rosso non mi permettono di replicare.

"Intesi?" mi domanda.
"Forse, ma ricorda che ci sono modi e modi."
"Che intendi dire?!" esclama, interdetto.
"Intendo dire che dovresti approcciarti in modo diverso con le persone, soprattutto con quelle che non conosci."

Mi osserva per qualche secondo, ancora scosso dalla mia risposta, dopodiché preferisce spostare la sua attenzione altrove.

La lezione quindi procede in silenzio e sono quasi tentata di confessargli che non intendevo ferirlo con le parole di poco fa, se non fosse per l'espressione con cui continua a squadrarmi da capo a piedi.

Verso le due la campanella decide di suonare e finalmente esco da scuola, completamente esausta.

Che bel primo giorno! Ricco di sorprese.

Una volta arrivata chiamo Aaron e la nostra chiamata ovviamente si prolunga così tanto che quasi si fa sera.

Dopo averlo salutato mi accorgo del messaggio di madre in cui mi ha scritto che stasera farà tardi e non potrà cenare insieme a me.

Così decido di farmi una cioccolata calda e andare a letto.

La giornata è stata piuttosto stressante, anche se ricca di scoperte e nuove esperienze.

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora