26 | Un regalo per i fratelli

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"Forza Anna porta questo di là" mia madre mi lancia un centro tavola di vetro senza guardare.
"Porca miseria" mi scivola dalle mani ma fortunatamente atterra sul divano accanto a me.

Tiro un sospiro di sollievo.

È da stamattina che sta dando di matto.
Ha preparato il tavolo neanche fosse il suo anniversario di matrimonio e non fa altro che dare ordini a destra e a manca sia a me che a Luke.

Poso il centrotavola sulla tovaglia e sbuffo esasperata.

Se potessi scegliere un giorno dell' anno in cui poter partire e non tornare a casa per un bel po' di tempo sarebbe sicuramente questo.
Non passa secondo che non pensi a quanto potrà essere dura instaurare un dialogo con mio padre.

"Anna già che sei in cucina ti dispiacerebbe tirare il pollo fuori dal forno" urla lei passando l'aspirapolvere in salone.
"Ma certo" bisbiglio alzando gli occhi al cielo.

"Eccomi!" Luke arriva di corsa in salone con due candele in mano.
"Fammi vedere" mia madre le osserva indecisa "Direi questa" indica infine quella che non avrei mai scelto.
"Perfetto" esclama Luke e corre in cucina per posizionarla al centro del tavolo.

"Ti ha messo in mezzo anche a te vedo" chiudo il forno con un piede.
"Già" è ancora affannato e devo dire che non vorrei proprio trovarmi al suo posto, è da stamattina che fa avanti e indietro per la casa seguendo tutte le richieste particolari di quella donna.

"È pur sempre nostro padre, no?" mi da una pacca di incoraggiamento sulla spalla.

Ha ragione, per quanto io possa odiarlo non potrò mai negare il fatto che sia il mio vero e unico padre.

"Sta arrivando!" urla mia madre e per poco non scivola a terra.

Corriamo entrambi verso di lei e mi affaccio alla finestra per vedere meglio.

È lui per davvero.

Scende dall'auto in camicia.

Alzo un sopracciglio.
Ma stiamo scherzando?

Si avvicina alla porta.

Sento le gambe tremare.

Non sono pronta. Non ancora.

Ma come per magia mia madre spalanca la porta e me lo ritrovo proprio davanti al naso.

Caspita, quegli occhi e quel sorriso stampato in volto sono identici a quelli del figlio.

Mi sembra quasi di rivedere un Luke cinquantenne.

"Benvenuto Morgan" lo accoglie mia madre con un sorriso più grande della faccia e si stringono la mano sorridenti.

Sembra quasi che siano davvero una coppia.

"Ciao ragazzi" sposta lo sguardo su di noi e mi sforzo di sembrare felice e contenta come mia madre ma so benissimo di risultare esattamente l'opposto.

"Ciao papà" si abbracciano "Mi sei mancato tanto Luke" sussurra alle sue spalle.

E allora se ti manca tanto perché l'hai abbandonato da noi?

Si gira verso di me "Ciao Anna" mi porge la mano per stringerla.

Osservo mia madre e Luke.

Sembrano a loro agio, perché non potrei esserlo anche io?

"Ciao pap...Morgan" sorrido stringendogli la mano.

Diamine ma che mi è saltato in mente?
Papà? Ma perfavore.

Osservo Luke trattenersi una risata, ci avrei scommesso.

Improvvisamente spalanca gli occhi e si batte una mano sulla fronte "Oh scusate! Ho dimenticato una cosa importantissima in macchina, aspettatemi!" senza aggiungere altro corre via.
"Beh chi lo avrebbe mai detto? Vi ha comprato qualcosa" sorride mia madre.

Non oso immaginare.

Quando torna più affannato di prima porge a me e Luke due pacchi regalo elegantemente decorati in stile natalizio.

Mi astengo dal commentare e faccio finta di non aver notato il pezzo di carta strappato al lato sinistro.

Luke riesce ad aprire il regalo prima di me e ringraziandolo gli da una pacca sulla spalla.

Suppongo che questo sia il loro modo di fare abituale.

Alzo gli occhi e incrocio lo sguardo di Morgan.
Sembra attendere con ansia e sono quasi tentata di non aprirlo ma mia madre me lo sfila dalle mani, visibilmente spazientita, e lo apre al mio posto.

"Ma che?" non riesco a finire la frase.
Nel regalo c'era un orso, un' orso di peluche.

"Potrà sembrarti assurdo il che è alquanto giustificabile" inizia a balbettare Morgan concentrato sulla mia espressione sconvolta.
"Quando eri piccola giocavi sempre con un peluche identico a questo e lo adoravi talmente tanto che anche quando ti facevi la doccia te lo portavi appresso"

Ma come fa a a sapere questi particolari della mia vita?

"Ma sfortunatamente un giorno tua madre pensando fosse un giocattolo per cani lo ha dato via"
"Diciamo che me lo ha strappato davanti agli occhi" lo correggo.
"Non esagerare Anna e comunque sia era rovinato col tempo"
"Questo lo dici tu" le lancio un'occhiata accusandola di essere colpevole.

"Comunque" si schiarisce la voce e continua "A New York qualche giorno fa mi sono imbattuto in un negozio esageratamente grande strapieno di peluche così per pura curiosità ci sono entrato e ho ritrovato il tuo amico".

Ha davvero detto il tuo amico?

"Devo ammettere che non è niente male, ti ringrazio" biascico prendendolo in mano.

Ha ragione, sembra proprio lui.

"E di che!" esclama contento e a quel punto finalmente mia madre si decide a farlo entrare in casa.

Mentre richiudo la porta alle mie spalle appoggio delicatamente il peluche sul divano.
Già percepisco una forte intesa tra noi due.

Neanche il giorno di Natale la nostra tavola era così sfarzosa e piena di piatti talmente rari che ne avevo perso persino il dolce profumo.

Sfortunatamente, o meglio dire per volontà del destino, l'unico posto vuoto è quello tra Luke e Morgan.

Mi accomodo in silenzio.

"Allora come sta andando questo anno scolastico?" inizia subito lui cercando di attaccare bottone.
"Alla grande" mentiamo nello stesso istante io e Luke.

Schiaccio il piede a Luke e quello si strozza col pane.

"Sono contento" risponde.

Apparte questo piccolo contrattempo avuto proprio all'inizio della serata per il resto la nostra grandiosa cena prosegue per il meglio anzi devo ammettere che ogni tanto ho anche sorriso alle battute senza senso di Morgan, forse abbiamo lo stesso senso dell'umorismo, chissà!
Comunque sia tutto procede fino troppo bene fino a quando Morgan non ha la brillante idea di fare la tanto attesa domanda: "Allora Anna ce l'hai un ragazzo?".

In quel momento la mia mano smette di funzionare e la forchetta che tengo tra le dita cade a terra emettendo un rumore secco che mi riporta alla realtà.

"No... cioè si" rispondo abbassando lo sguardo e cala il silenzio.
"Cosa vuol dire Anna?" si intromette mia madre.

Noto che si sta alzando per venire da me e dopo essermi sfiorata il volto scopro il motivo: sto lacrimando.

Morgan prova ad allungare una mano ma la ritrae subito.

Non sento più niente?
Ma che sta succedendo?

Sembra che il mondo abbia perso i colori.

"Anna?" a riportare la luce nella mia ombra momentanea è la voce di Luke.

Mi giro per guardarlo e capisco che non riuscirò a trattenermi per molto così mi alzo in piedi e sussurrando uno "scusa Morgan" impercettibile esco dalla cucina.

Afferro il regalo di mio padre e mi chiudo in camera.

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora