38 | Cosa desidero realmente?

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Osservo l'orologio appeso al muro.

Non so ancora con quale coraggio, questa mattina, io abbia deciso di recarmi in biblioteca per studiare.

Sbuffo accartocciando alcuni fogli pieni di scarabocchi, sono sempre più convinta che sia giunto il momento di tornare a casa.
Almeno lì riuscirò a studiare come si deve dato che, a quanto pare, la biblioteca non è il mio posto ideale.

Sto per infilare anche l'ultimo libro nello zaino quando in lontananza scorgo la figura di Jake entrare dalla porta principale.

Mi viene un tuffo al cuore.

Lo osservo parlare con la donna minuta seduta dietro al bancone, al centro della sala, ma d'improvviso si gira e con uno scatto improvviso fingo di cercare qualcosa sotto il tavolo.

Non deve assolutamente accorgersi di me!

Mi faccio qualche calcolo e decido di contare fino a venticinque.
Sono dell'idea che dopo venticinque secondi chiunque si stancherebbe di parlare con la bibliotecaria.

Inizio a contare sottovoce mentre le persone che passano mi scrutano spaventate.

Io, però, continuo imperterrita fino a che non arrivo a ventiquattro e mi rendo conto che è arrivato il momento!

Tiro fuori la testa come uno struzzo ma me lo ritrovo seduto proprio di fronte a me.

"HEYJAKECOMESTAI?" gli domando senza battere ciglio.
Lui in risposta mi sorride, posando il libro che tiene stretto in mano.
"Anna, allora sei tu!" esclama portandosi una mano sulla fronte "Credevo di averti scambiata con qualche sconosciuto. Sto bene e tu che mi dici?".

E invece sono proprio io!

"Benissimo, grazie per avermelo chiesto" rispondo annuendo con convinzione.
"Bene, allora non ti dispiace se rimango qui con te, solo per qualche minuto"
"Figurati"

Mi asciugo le mani sui jeans e tiro fuori tutti i libri che poco fa avevo sistemato con cura all'interno del mio zaino.

Insomma, in qualche modo dovrò pur far finta di studiare.

Inizio a sfogliare le pagine del primo libro che mi è capitato sotto mano e devo ammettere che la parete cellulare è un argomento piuttosto interessante.

Purtroppo, però, scienze non riesce ad appassionarmi più di tanto e dopo neanche tre minuti mi sento di nuovo a pezzi.

Sospiro, ho in mente una pessima idea e ne sono pienamente consapevole, ma ora o mai più.

Così, incrociando le dita, alzo lo sguardo su Jake.

Pensavo fosse concentrato a leggere e invece si sta reggendo la testa col gomito mentre osserva la distesa di alberi fuori dalla finestra alla nostra destra.

Sembra annoiato e quei zigomi che gli donano un'aria più severa e matura lo rendono simile a un uomo colto nell'esatto momento che precede un grande sbalzo di umore.

La bellezza di Jake non proviene né dal suo bel viso, né dal suo corpo atletico, bensì dalla sua splendida anima.

L'anima di Jake è unica e pura, quasi quanto quella di un bambino.

"Anche io!" prorompo infine tentando di riportarlo alla realtà poiché mi rattrista molto vederlo così rammaricato e ci riesco perché si gira immediatamente verso di me.
"Anche tu cosa?" mi domanda con gli occhi che brillano.

Già, anche io cosa?

"Volevo dire che anche io sto leggendo quel libro" mi affretto a rispondere.
"Questo?" mi indica il libro che aveva in mano quando è arrivato.
"Si"
"Davvero?" sembra sorpreso.

In realtà è un libro che non sono mai riuscita a finire.

"Ti sta piacendo?" gli chiedo.
"Non molto in realtà" lo afferra e inizia a sfogliarlo fino a che non arriva all'ultima pagina.

"Vorrei solamente che il figlio rivelasse al padre il suo segreto" ammette sconfortato.
"Quale segreto?" chiedo interessata, sporgendomi verso di lui.

"Non avevi detto di averlo già letto?" ridacchia divertito.
"Beh, l'ho letto molto tempo fa e non ricordo alcuni particolari"
"Capisco, allora te lo dirò io".

Si avvicina al mio orecchio e sussurra: "Il segreto per essere felici".

"Per essere felici? E come fa a saperlo?" esclamo incuriosita.
"È questo il punto, infatti, l'intera storia si basa su un'antica credenza secondo la quale i bambini, quando nascono, conoscono tutti i segreti del mondo e il padre, venendo a conoscenza di ciò, tenta di chiedere al figlio come realizzare il suo desiderio più grande".

Rimango sconvolta, avrei dovuto finire di leggerlo.

"Secondo te glielo rivelerà prima che si dimentichi tutto?" continuo ad assillarlo mentre ci prepariamo per uscire fuori.
"Credo di si, ma non saprei dirtelo con certezza".

Insieme usciamo dalla biblioteca e percorriamo lo stretto corridoio che conduce all'uscita.

Fuori tira vento e decido di stringermi la sciarpa al collo.

Il fatto che io indossi ancora la sciarpa è preoccupante ma questa volta il mio sesto senso ci ha visto lungo.

"Senti, Anna, se tu fossi una madre quale segreto chiederesti a tuo figlio?" mi domanda di punto in bianco mentre una folata di vento gli sposta delle ciocche di capelli sugli occhi.

"Non saprei" sorrido stringendo lo zaino.
"Ci sono così tanti segreti che vorrei sapere"
"Hai ragione" concorda infilandosi le mani in tasca.

"In effetti conoscere il segreto per rendere felici gli altri non mi dispiacerebbe affatto" ammetto guardandolo negli occhi.
"Sembra ottimo" mi confessa con un sorriso dolce.

Al suono di quelle parole riesco a scorgere una piccola e lieve scintilla luminosa nei suoi occhi.

"Tu invece cosa chiederesti a tuo figlio?"
"Penso che non avrei nessun segreto da chiedergli"
"Sul serio? Per quale motivo?".

Si gratta la testa imbarazzato.

"Perché se sono arrivato fino a questo punto significa che vivo tutti i giorni una vita splendida, affianco a una moglie e un figlio di cui sono follemente innamorato e per cui sacrificherei tutto pur di renderli felici."

Sorrido a quelle parole e il vento, il freddo, il trambusto delle auto, il tramonto in lontananza, la risposta di Jake e le mie mani, infilate nelle tasche calde della giacca, sembrano avermi appena regalato una visone perfetta della vita e delle cose di cui ho davvero bisogno. Di cui ne avrò bisogno per sempre.

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora