39 | L'amico che ho ritrovato

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Quando torno a casa trovo tutte le luci spente, tranne quella della cucina.

Possibile che abbia perso la cognizione del tempo dentro quella biblioteca?

Quando entro in cucina per dare un'occhiata in giro ottengo le risposte che cercavo, poiché la mamma e Luke stanno parlando animatamente.

Non appena si accorge di me, Luke nasconde nel cassetto una lettera sigillata.

"Hey Anna, che ci fai qui?" mi domanda mia madre appoggiandosi al frigorifero.
"Mamma, io ci vivo qui. Piuttosto voi cosa state combinando?"
"Assolutamente nulla."

Sposta lo sguardo su Luke ma lui scuote la testa nervoso.

Ok, adesso ho la certezza che mi stiano nascondendo qualcosa, quindi per ora è meglio mantenere un contatto stabile con gli avversari.

"Sai," alza lo sguardo su di me, "Io e Luke domani mattina dobbiamo andare in un posto un po' lontano da qui e mi stavo domandando se per te non fosse un problema rimanere a casa da sola, tutto il giorno."

Sta accadendo tutto troppo in fretta.

"Non è un problema, ma esattamente dove dovete andare?"
"Alla sede centrale." risponde Luke.
"Sede centrale?"
"Si devo...cioè dobbiamo firmare dei documenti molto importanti."
"Già, molto importanti" ripete mia madre.

"Quindi non posso sapere di quali documenti state parlando, vero?"
"Per ora no, ma appena avremo la certezza di ciò che stiamo facendo sarai la prima a venire a saperlo" sorride lei.

Non so se fidarmi o meno dato che mi stanno tagliando completamente fuori, ma sono sicura che lo stiano facendo per una buona ragione e se la faccenda riguarda esclusivamente Luke e lui stesso non vuole che nessuno lo venga a sapere, esclusa mia madre, lo rispetterò.

"D'accordo, ma non fate tardi!" li ammonisco entrambi.
"Ora sei diventata tu la madre?" mi domanda Luke.
"Certo, io sono sempre una seconda madre in questa casa. Comunque sia, penso che andrò a dormire, domani mi attende una lunga giornata di esami."

E purtroppo non mento affatto, domani in prima ora dovrò dare l'ultimo esame di matematica e mi serve tutta la concentrazione del mondo per tirare fuori qualcosa di concreto e che abbia un minimo di significato.

____

Non appena suona la sveglia corro di sotto a fare colazione.

Che tristezza...non c'è nessuno.

E pensare che speravo di riuscire a incontrarli, se mi fossi svegliata presto.

Dopo essermi fatta una doccia calda mi vesto con le prime cose che trovo nell'armadio e inizio ad uscire di casa per raggiungere scuola.

"È arrivato il momento di farsi una macchina" penso tra me e me camminando sul marciapiede.

Sicuramente con una macchina la mattina potrei permettermi di svegliarmi più tardi.

Quando arrivo a scuola non c'è neanche il bisogno di aspettare quei soliti cinque minuti fuori perché il cancello è già aperto.

"Posso farcela, ho studiato, posso farcela!" ripeto sottovoce dopo aver varcato l'entrata.

Non appena entro in classe però vengo subito rimproverata dal professore.

"Forza signorina Hunter, prenda posto in fretta o il sul compito verrà annullato!" mi minaccia, seduto a gambe incrociate.
"Non si azzardi neanche" bisbiglio infastidita.
"Cos'ha detto?" chiede alzando lo sguardo.
"Scusi?"
"Cosa ha detto poco fa, signorina Hunter?" ripete lui.
"Non mi sembra di aver detto nulla. Giusto ragazzi?" mi rivolgo alla classe in cerca di aiuto ma giustamente devo assumermi le mie responsabilità.

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora