37 | Un contratto da firmare

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Luke pov's

In casa regna il silenzio.

Mi alzo dal letto in punta di piedi poiché il ricordo della festa di ieri mi fa ancora girare la testa.

Mi sono divertito molto e tutto grazie ai miei amici, gli amici di sempre, che nonostante le mie imperfezioni hanno deciso di rimanere al mio fianco.

Questa, infatti, è stata per me la spinta definitiva per riuscire a cambiare finalmente strada.

La strada di prima, quella di cui ero convinto mi appartenesse ogni centimetro, non mi è mai servita, mentre quella di adesso, che con tante difficoltà sono riuscito a raggiungere, mi aiuterà a diventare un uomo a tutti gli effetti.

Nonostante ciò, il contratto che ho nascosto nella tasca della giacca, mi incute ancora parecchio timore.

"Luke, oggi è un grande giorno o sbaglio?" mi domanda all'improvviso Elisabeth, dopo essere spuntata dal corridoio di fianco a me.
"Buongiorno," la saluto imbarazzato "Ci stavo giusto riflettendo."

Non avrà mica notato il mio turbamento?

"Non bisogna mai rifletterci troppo, altrimenti ti divorerà" mi rimprovera.
"Chi?"
"Quel foglio stampato che stai stringendo in mano da più di venti minuti. È davvero così spaventoso?"
"Credo di si."
"Sicuro? Io pensavo che le cose che portassero gioia, la maggior parte delle volte, non assumessero un aspetto terrificante"

La osservo stupefatto.

"Forse." concordo in parte con le sue parole.
"Hai bisogno di qualcuno che ti accompagni?"

In effetti una persona come lei al mio fianco, in un momento come questo, sarebbe di grande aiuto.

"Si, e vorrei che quel qualcuno fossi tu."

Mi sorride con gli occhi ludici.

Avevo dimenticato quale aspetto avesse il sorriso di una madre.

Annuisco mentre Elisabeth sale in camera per finire di prepararsi.

Ha ragione: non devo pensarci troppo e non devo avere ripensamenti di alcun tipo. Non mi servirà a niente temere ciò per cui ho lottato e continuo a lottare da tempo.

Una madre e una mano che mi sorregga basteranno a far si che il mio coraggio non venga danneggiato.

A proposito di ciò, forse dopo aver firmato il contratto potrei fare un salto al cimitero, per annunciare la grande notizia alla madre che oggi non potrà essere al mio fianco.

Non appena Elisabeth mi avverte di essere pronta prendo le chiavi della macchina e usciamo fuori.

L'estate si sta avvicinando, mentre la scuola e i ricordi che le appartengono stanno pian piano sfumando.

Questo non significa che verranno dimenticati, ma che semplicemente, spianeranno la strada ad altri.

Durante il tragitto non riesco quasi a parlare, ma fortunatamente, a questo ci pensa Elisabeth e così il tempo sembra passare in modo piacevole.

"Elisabeth, vorrei dirti una cosa" la interrompo dopo aver recuperato le forze necessarie per parlarle come si deve.
"Certo, dimmi pure" mi risponde, voltandosi verso di me.
"Vorrei approfittare di questo momento per ringraziarti. Senza il tuo sostengo e la tua presenza non sarei mai riuscito ad arrivare fino a questo punto e grazie soprattutto di avermi accolto come un figlio, il giorno in cui, con poco preavviso, mi sono presentato davanti alla vostra porta di casa, scombussolando sia la tua di vita, che quella di Anna."

"Luke!" si porta una mano sul cuore per contenere l'entusiasmo. "Sono io a doverti ringraziare. A dover ringraziare te ed Anna tutti i giorni. Quando vi ho visti insieme per la prima volta ho temuto il peggio, i vostri sguardi ne dicevano tante ma erano anche la dimostrazione perfetta di quanto amore e affetto ci fosse tra di voi. Ammetto di aver pensato che forse, col passare del tempo, il vostro rapporto sarebbe cambiato e avrebbe raggiunto il livello successivo e così è stato, ma non nel senso in cui intendevo io. Avete sofferto entrambi ed entrambi siete cresciuti imparando tante cose. Anche se il dovere e la vostra crescita personale vi allontaneranno da me, per me sarete sempre e comunque, la mia unica famiglia."

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora