20 | Andare avanti

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Scendo le scale lentamente e mi fermo tre gradini prima di toccare il pavimento.

"Mamma?"
"Anna?" si gira di scatto, quasi avesse intravisto un fantasma, ed effettivamente è così.
"Non dovresti essere a scuola?"
"Non mi sentivo molto bene, stamattina."
"Allora aiutami a preparare il pranzo." mi sorride ed inizia ad apparecchiare la tavola.

Osservandola preparare decido di farle una domanda a cui solo lei saprà rispondere con onestà.

"Mamma, se ami davvero una persona la tradisci?"

Si ferma davanti al lavandino, colta completamente alla sprovvista.

"No, credo proprio di no." sospira, "Perché questa domanda?"
"Io...non lo so. Non lo so, mamma."

Mia madre mi conosce meglio di chiunque e sono sicura che in questo momento stia per scoprire la verità, ma non può, non posso permettere che lo faccia. Non ora. Non potrei mai.

"Anna, siediti devo dirti una cosa." mi dice con dolcezza e mi si stringe lo stomaco.
"Molto spesso facciamo cose che non avremmo mai fatto, per nessun motivo al mondo. Azioni che non ci appartengono e che non riusciamo a perdonarci con facilità. Questi non sono altro che enormi ed orribili errori che purtroppo ognuno di noi commette quando ha perso la strada giusta" si ferma ad osservarmi prima di proseguire.
"L'importante è capire e poi ammettere di aver sbagliato. Vedi, il fatto è che il vero problema non sta nell'aver commesso uno sbaglio, il vero problema è non trovare le forze per rimediare. E quando non le trovi dovrai iniziare a preoccuparti perché quell'errore ti perseguiterà, finché non lo metterai a tacere."

Adesso ha smesso di parlare e nessuna voce esterna può correre in mio aiuto.

Sento le lacrime bagnarmi gli occhi ma le caccio indietro con l'indice. La guardo sorridere e la abbraccio.

"Grazie mamma, ti prometto che ritroverò le forze" le sussurro con la testa appoggiata al suo petto.
"Non devi ringraziarmi, io credo in te" risponde lei stringendomi più forte.

Ora so cosa fare.
Oggi pomeriggio andrò da Jake e gli rivelerò tutto, perché non posso nascondergli ciò che ho fatto. Inoltre ho anche intenzione di parlare faccia a faccia con Luke.

____

Sto andando a scuola, più precisamente al campo dove in questo momento Jake si sta allenando.

Vorrei cancellare tutto, ogni traccia e continuare la mia relazione con Jake in modo puro perché, in cuor mio, so che dal soffrire per colpa della mancata fedeltà degli altri non ci si riaggiusta tanto facilmente.

L'ansia percorre tutto il mio corpo e sento che se fra un minuto non sarò lì crollerò a terra.

Finalmente scorgo in lontananza il campo di allenamento e mi avvio a passo svelto verso la squadra.

Intravedo Luke parlare con Spencer.

Non l'ho ancora visto dopo l'altra sera e purtroppo fino ad ora non sono riuscita neanche ad accendere il cellulare. Ma non per questo motivo riuscirà a sfuggirmi.

Faccio un respiro profondo e vado incontro a Jake, cercando di non fare caso a tutti gli sguardi incuriositi dei ragazzi che ho intorno.

"Jake!" lo chiamo da lontano alzando una mano per attirare la sua attenzione.

Sta parlando con Denis e quando mi vede corre verso di me alla velocità della luce.

"Oh, Anna!" mi stringe così forte da farmi mancare il respiro. "Non merito più nulla. Non ho dormito tutta la notte convivendo con il pensiero che ti potesse essere capitato qualcosa di orribile. Io ti ho cercato tutta la sera in quel pub...io ho chiesto a chiunque...nessuno, nessuno ti aveva vista. Ho perfino fatto vedere una tua foto alla polizia. Mi credevano matto. Non saremmo mai dovuti andarci, ti prometto con tutto me stesso che non succederà mai più nulla di simile" conclude sforzandosi di non piangere.

Oh Jake, non avresti dovuto soffrire così tanto. A non meritare nulla non sei tu.

Vorrei abbracciarlo e rassicurarlo come si fa con un figlio ma non posso. Devo dirglielo, ho l'obbligo di confessargli tutto quanto.

"Jake, ascoltami. Devi sapere assolutamente..." ma mi interrompo perché ha iniziato a scuotere la testa.
"Anna, per favore, ascoltami tu."
"No, non posso. Mi dispiace" questa volta cerco di impormi.
"Perché non puoi?" mi domanda, preoccupato.
"Perché devi sapere la verità, devi sapere!" esclamo sforzandomi di non cedere per nessun motivo al mondo.
"Non oggi." mi interrompe con dolcezza, "Io ho voglia di parlare con te più di ogni altra cosa." mi sussurra all'orecchio e poggiandomi entrambe le mani sui fianchi mi avvicina alle sua labbra.

Mi lascio trasportare dal suo profumo e dai suoi capelli che mi fanno il solletico sul naso.

"Signorina!" grida il coach da lontano.
"Le sembra questo il posto adatto?" mi chiede avvicinandosi, mentre tutta l'attenzione dell'intera squadra è rivolta su di noi.

Questa giornata sta andando di bene in meglio.

"Ha ragione. Mi perdoni, stavo giusto andando." mi sistemo la maglietta e Jake abbassa lo sguardo per non far notare al coach il colore rosso di cui si sono appena tinte le sue guance.
"Hey coach, rovina sempre i momenti migliori!" scherza Spencer.
"Progettate i vostri momenti migliori in camera vostra, non qui!" grida il coach e tutti a quel punto iniziano a ridere.

"Sul serio, Jake, io apprezzo quello che hai in mente di fare ma c'è una cosa che devi sapere." provo a dirgli mentre ci allontaniamo dal centro del campo.
"Anna, qualsiasi cosa tu voglia dirmi io la so già." scherza dandomi una leggera pacca sulla spalla e sgrano gli occhi, certa che abbia frainteso.
"Anna." mi interrompe prima che possa prendere la parola, "Voglio porre rimedio a quella serata e poi dimenticarla: non perché sia la soluzione più semplice da prendere, bensì perché è quella dobbiamo scegliere. Adesso, dopo averti confessato le mie intenzioni, desidero dirti che il resto e gli altri, per me, possono aspettare. Conti solo tu."

Mi da un bacio sulla guancia ed è costretto a scappare via poiché il coach oggi, a quanto pare, ce l'ha con lui.

Appena esco dal campo mi accascio sul muretto dell'entrata.

Osservo le case e le stradine vuote.

Chiudo gli occhi e provo a ricordare per filo e per segno le parole di Jake. Tuttavia non mi serve provare, ormai sono impresse e incise per sempre nel mio cuore.

"Anna." una voce maschile mi fa scattare in piedi.

Luke è davanti ai miei occhi e questa non è un'allucinazione.

"Mi dispiace." mormoro con lo sguardo rivolto altrove e tutto d'un botto sento ribollirmi dentro la rabbia che fino a poco fa sembrava esser scomparsa: perché mi sono scusata con Luke?
"Io pensavo...in effetti, non lo so nemmeno io. Non so cosa mi sia preso quella sera." lo osservo agitarsi.

No, non è vero.

Lui sapeva benissimo cosa stava facendo e dopo aver ascoltato una tale giustifica non posso rimanere in silenzio.

"No, te lo dico io cosa ti è preso: tu non hai mai avuto rispetto, né per me, né per Jake e in un momento come quello ne hai approfittato alla grande e hai continuato a persuadermi con i tuoi stupidi giochetti."
"Sguardi da seduttore?" mi chiede con una risata egoista.

È mai possibile che anche in questi momenti debba prendersi gioco di me?

"Non è questo il punto." trattengo con sforzo le lacrime, "Sai almeno come ci si sente ad essere quella che non ha abbastanza forza per rimediare?"
"No." risponde con lo sguardo perso nel nulla.

"Ora chi glielo dice a Jake? Chi glielo dice? Ti assumi tu la responsabilità di spezzargli il cuore?" gli chiedo ancora.

Gira la testa dall'altra parte per evitare il confronto.

"No." decide di rispondere alla fine.
"Lo so." allungo il passo e, quando ormai sono abbastanza distante da lui, mi giro e per l' ultima volta e i nostri sguardi si incontrano.
"È questo il problema, Luke." sussurro a bassa voce ma sono sicura che mi abbia sentito.

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora