14 | Le voci

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Non credendo alle sue parole e ritenendole il frutto delle troppe emozioni con cui sta combattendo, lo accompagno in camera.

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Mi sveglio con mille preoccupazioni per la testa.

Ieri tra una cosa e l'altra non sono più riuscita a chiamare Jake, così decido di farlo immediatamente.

"Pronto?" mi risponde una voce femminile dopo due squilli.
"Buongiorno mi scusi il disturbo, lei è la madre di Jake?"

Ma che domande sono?

"Si, vuoi che ti passo Jake?"
"Si, grazie mille!" rispondo tutto d'un fiato.

Attendo qualche secondo.

"Sei tu, Anna?" mi domanda lui.
"Si, sono io. Come stai? Che ti hanno detto in ospedale?"
"La situazione non è grave, ma devono passare alcune settimane prima che possa riprendere a giocare e qualche giorno prima che possa tornare a scuola."
"Jake, non ha senso ridirtelo un'altra volta ma sono così dispiaciuta. Non sono riuscita a fermare Luke ed ora sei il solo che ne sta pagando le conseguenze."
"Non dirlo. Sapevo che sarebbe andata a finire così, eppure non ho esitato un attimo e sai perché? Perché mille volte al mondo sceglierei di essere pestato a sangue da Luke piuttosto che vederlo scagliarsi contro di te."

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Dopo averlo salutato per l' ultima volta poso il telefono sul letto e vado in bagno, ancora scossa dalle sue parole.

Temo che Jake ben presto diventerà più di un semplice amico per me o forse è già così.

"Ciao mamma, come stai?" le sorrido incontrandola in corridoio dopo esser uscita dal bagno.
"Ciao amore, sono un po' stanca ma tutto bene. Voi invece? Come vi è andata ieri sera?".

Sapevo che me lo avrebbe chiesto proprio a me!

Iniziano ad assalirmi i primi dubbi, forse Luke le ha detto della rissa con Jake?

No, non lo avrebbe mai fatto. Che motivo c'era per farlo?

Ma prima che possa risponderle la mia attenzione viene subito catturata dalla figura di Luke, che è intento a fare colazione, e non sembra avere intenzione di partecipare alla nostra simpatica chiacchierata.

"Bene, è andata bene." respiro con calma per farle capire che non c'è nulla di cui preoccuparsi.
"Meglio così, ora devo andare di urgenza in ospedale, purtroppo. C'è un codice rosso!"
"Nessun problema" la rassicuro.

Mi da un'occhiata veloce, ancora incerta se credermi o meno.

"Va bene, allora se non c'è altro che dovete dirmi io vado."
"Nient'altro."

Annuisce per l'ultima volta ed esce fuori.

"Luke, adesso puoi smetterla di fingere di mangiare i cereali."
"Oh...ehm" balbetta preso alla sprovvista.

Beccato.

"Senti Anna, mi dispiace davvero. Non ho neanche le forze necessarie per spiegartelo." inizia a farfugliare lui.
"Va bene così, per questa volta. Ora sbrigati che facciamo tardi a scuola."
"Allora questa volta ti lascerai accompagnare" mi sorride.
"Già."

Di certo non ho intenzione di finire la discussione qui, anche perché deve porgere delle scuse a Jake, ma sarebbe inutile forzarlo.

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Per fortuna riusciamo ad arrivare a scuola in perfetto orario.

"Bella!" scendo dalla macchina e corro subito da lei per salutarla.

Io te e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora