Capitolo 15

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Quando mi sveglio, sono le sei, ho tempo di scegliere i vestiti, e prepararmi per la cena.

A metà dell'opera, con i capelli ancora sfatti e aggrovigliati in un turbante, qualcuno bussa alla porta, quando la apro un sorridente Edward mi si presenta davanti.

"Volevo chiederti di uscire, andiamo a cena   insieme, ti va?"

Ci penso e mi piacerebbe, ma voglio evitare il caos di stamattina, nonostante Elijah non debba essere influenzato da ciò che faccio e io, a mia volta non dovrei farmi influenzare, so che se dopo la nostra "scappatella" di stamattina, uscire anche a cena fuori, comporterebbe il nervosismo di Elijah, litigate, battutine e un giorno di vacanza perso per litigare.

Non devo neanche parlare, la mia faccia titubante fa capire subito ad Edward cosa sto pensando e come sempre capisce il suo posto, sa cosa fare, fa un passo indietro e mi lascia "il mio spazio"

"Hai ragione, mi dispiace, dopo stamattina è meglio evitare"

Dice alzando le spalle e tirandosi indietro, io gli afferro una spalla e gli stampo un bacio nella guancia, poi chiudo la porta.

Quando sono pronta sono anch'io sorpresa di me stessa, non sono truccata molto eppure mi vedo più bella di molte altre volte.

Vorrei mettermi il rossetto, ma so che rovinerei tutto.

Nella mia vita sono condannata alla semplicità, prima non sapevo mettere neanche l'eye-liner e uscivo solo col mascara.

Quando scendo nella hall, sono sola, sono fiera di me, con l'anticipo di oggi, mi riscatto dal ritardo di stamattina.

Elijah non potrà dire nulla.

Sorrido fiera, ho vinto io.

Come se l'avessi chiamato Elijah spunta fuori dalle ante dell'ascensore che piano si aprono, e improvvisamente, mi sento sconfitta.

Il sorriso mi muore sulle labbra, lui viene verso di me e si piazza proprio difronte.

Si avvicina alla mia guancia, sento il suo respiro sul mio collo, posiziona la bocca sul mio orecchio e sussurra

"Sei bellissima".

Con la sua voce roca, con il tono ancora incazzato.

Poi come un bambino si butta sul divano accanto a noi.

So che è uno dei complimenti più sinceri che mi abbiano mai fatto.

Lo sa anche il mio corpo, che alle sue parole si incendia e diventa purè di patate e ho quasi  paura di cadere.

A mettermi sugli attenti è la porta dell'ascensore che si apre facendo intravedere Kat, Edward e Alex.

È tutto il giorno che non penso a Connor, preoccupata, vado contro il terzetto

"Connor?"

"In camera, sta male"

E perché io non lo sapevo?

"Andate a cena, io vi raggiungo dopo, vado a vedere come sta."

Non prendo neanche l'ascensore e salgo a piedi, forse sembro una diva della tragedia, ma mi sento un'amica di merda, ed i sensi di colpa controllano le mie azioni, non mi ricordavo nemmeno della sua esistenza e lui sapendo il perché di tutti i miei atteggiamenti, lo capirà, se non l'hai già fatto, che a lui non ci ho pensato.

Busso alla porta e un Connor con un fazzoletto nella mano e il naso arrossato mia apre la porta.

Sembra un elfo.

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