CAPITOLO 37

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Sono passate ore dalla telefonata, ma riesco a sentire ancora la voce di Elijah rimbombarmi nelle orecchie, la sento chiara come se fosse ad un centimetro dal mio orecchio.

"Non chiamarla così."

Mi ha riempito il cuore, quel suo senso di protezione. Nonostante tutto, nonostante ciò che gli ho fatto...

Non sto scappando, l'ha fatto lei.

La sua voce ferita, la sua rabbia e il suo risentimento erano così palpabili che avrebbero potuto prendere forma, ed il mio cuore che si era riempito di speranza e sentimenti, è stato duramente preso a schiaffi e a calci dalla sua rabbia.

È vero però.... ha ragione, anche se ad essere sparito da quasi una settimana è lui, ad essere andato in un'altra città è lui, l'ho fatto io per prima, me ne sono andata io...ma non ho neanche avuto il tempo di pentirmene, o rielaborare che lui, con la sua furia e la sua impulsività  se n'è andato, senza sentire ragioni.

Ha fatto bene però, perché l'avrei fatto anche io, anzi, forse avrei fatto peggio.

Tutte le frasi che ha detto mi hanno alterato la frequenza cardiaca, ma una me l'ha quasi completamente fermata.

"Mi deve passare questa cosa Cris."

Non l'ha neanche definita, l'ha chiamata cosa, perché è questo ciò che è realmente.

Un qualcosa di grande, indescrivibile, ma forte, subdolo......
Io pensavo che esistesse solo nella mia testa, lui dopo il mio comportamento pensa che esista solo nella sua testa.

La sua frase mi ha dato un enorme fugace momento di gioia, ha riempito il mio cuore di sentimento, ha dato una consistenza materiale al mio amore.

Finalmente ho avuto la consapevolezza che questa cosa che abbiamo esiste, ma questa gioia viene distrutta dalla frase che "per lui deve finire."

E ha ragione, ma cazzo che male.

è come avere la consapevolezza di aver raggiunto un obbiettivo.

Il punto più alto del monte e poi razzolare giù.
Inutile.

Suona il campanello.

Dio, che palle.

Questa casa è diventata un centro di accoglienza e il campanello sembra cogliere sempre i momenti meno opportuni.

Mi trascino a fatica di sotto e quando apro la porta una Kat risentita mi guarda e entra in casa.

Senza dire nulla.

E già ho paura.

Vuol dire che sta arrivando un maremoto accompagnato dal Diluvio Universale e dall'uragano Sandy in questa casa.

Tre, due, uno.

"Neanche parli? Ciao kat come stai? Ti sei scordata di avere dei migliori amici? U N A  
M I G L I O R E   A M I C A" sillaba.

Annuisco.

"Allora Elsa o parli invece di rispondere a monosillabi o giuro che ti prendo a testate."

Dice con voce stridula.

Mi viene da ridere, sembra stia per andare in cortocircuito.

Mai troppo lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora