CAPITOLO 29

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Elijah pov

Non so dove mi trovo, non so chi sono.

Mi sento ad un passo dal collassare, mi sento ad un passo dal buttarmi giù da un palazzo.


Invece sono in un bagno.

Piegato sul water, come un uomo piegato ad un Dio troppo forte.

Il mal di stomaco fa su e giù come le onde del mare, ed io ho la nausea.

E sto affogando.

E un conato di vomito solca il mare, spezza il cielo come un fulmine.


E giù, insieme al vomito.








(6 ore prima.)

Sono sconvolto.

È un'ora che sono sul letto.

Un'ora che guardo il soffitto.

Le parole mi rimbombano nelle orecchie,

si materializzano davanti agli occhi.


Mi ha baciato bla bla bla.

la prima volta che la considero stupida.



Oddio mio, ma come fa a piacergli un cliché così romanzesco ?

Perché non mi riesco a darmi pace?

L'ho sempre odiata, perché sapevo e so quanto effetto avesse su di me, fin da piccoli.

So di come quest'attrazione avrebbe dovuto appassire come le rose rosse dopo qualche giorno, bellissime, sentimentali, ma destinate a morire, ad appassire.

Lo avevo sperato, ed invece, nonostante la mia volontà, era sempre stato lì, nascosto dietro un dito, cercavo di non vederla e quando la sua presenza si materializzava si faceva più forte, pressante, io chiudevo gli occhi.

E giocavo a mosca cieca.

Ora non è cambiato nulla, cerco di scappare da sentimenti, che battono, forti, come il cuore dopo una corsa.

E ci riesco, ci riesco sempre, o con la droga, o con le donne.

Ora, oggi però fa più male; si fa sentire impellente, forte.

Schiaffeggiato dalla realtà che non l'avrò mai.

Schiaffeggiato da una realtà che fa troppo male.


Messaggio: stasera festa, open bar, porta le tue sorelle. Ore 9:30.


Le mie sorelle.

Io ne ho una di sorella, ma essendo cresciuta con noi, Elsa viene definita nostra sorella.

Quindi sto pensando all'incesto.

Quasi vomito.

Mai troppo lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora