CAPITOLO 38

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Sono andata contro tutte le mie convinzioni, i miei pre concetti morali e le mie regole, mi sono presentato al garage e ho parlato con bamba.

Ha detto di sì.

Senza troppe spiegazioni o giri di parole, direi anche senza neanche il minimo sforzo.

È stato così facile che avrei voluto vedere in lui un po' di Elijah e quella sua capacità di andarmi sempre contro per qualunque favore io gli abbia chiesto in tutto l'arco della nostra vita.

Anche per quelli che riguardavano sua sorella, le feste a sorpresa, le sorprese.

Alla fine però, era un qualcosa che serviva a me e il suo "non essere Elijah" è andato solo a mio vantaggio.

Ha anche detto "se è questo l'unico modo per uscire con te."

E ha fatto un sorriso malizioso.

Io sono arrossita e non ho detto nulla.

Ora sono le nove, siamo a braccetto, davanti la porta della mia seconda casa, aspettando che Kat ci apra.

Lui ha uno smoking nero e sembra un pinguino, è bello, la camicia bianca risalta la carnagione mulatta.

Ma è vestito esageratamente elegante, gliel'avrei voluto dire, ma non volevo smorzargli l'entusiasmo e vanificare il suo impegno.
Credo ci voglia impegno a passare da abiti logori e sportivi ad essere il nuovo brad pitt.
Lui invece l'ha fatto con una semplicità, da sembrare quasi normale.

Quando mi sono affacciata e l'ho visto così elegante per non farlo sentire a disagio mi sono cambiata, abbandonando i miei jeans e mettendo un vestito anni 90.

Così per essere deficienti insieme.

Sembriamo due quattordicenni spaventanti, mentre stanno andando ad una cena con i genitori rischiando un assenso o un dissenso.

Quando la porta si spalanca...

Una Kat sorridente ci guarda dalla testa ai piedi, non si scompone, ma dal suo sguardo confuso so che si chiede come cazzo siamo vestiti.

Mi porto un dito sulla bocca come a dirle di fare silenzio e poi le faccio segno che le spiego dopo.

"Ciao! Piacere kat!" Sorride a Bamba, e gli porge la mano.

"Brandon, piacere."

Mi abbraccia.

Ci sediamo a tavola e mangiamo la pizza a taglio in abiti troppo eleganti.

Fuori luogo.
Ma va bene lo stesso, è come uno strappo di ceretta. Un dolore per poi raggiungere uno scopo.

"Spero non ti dispiaccia, di sopra c'è mio fratello, potrebbe aggiungersi noi, ma è molto scorbutico.

COSA?
È tornato?

La pizza mi va di traverso, e inizio a tossire.

Bamba ride sotto i baffi.

Ho paura che parli del fatto che si conoscano e invece sta zitto.

"È tornato?"

Le chiedo, anche se la domanda è ovvia, ho bisogno di sentirmelo dire.

Sapere che stia bene.
Visto che gli incubi di un lui dilaniato mi hanno fatto visita in questi lunghissimi cinque giorni.

Annuisce. "Doveva per forza, quest'anno non sta andando molto bene scuola, non poteva permettersi di stare ancora fuori."

abbassa il volume della voce come se qualcuno, ovvero Elijah potesse sentirla e sussurra:

" È silenzioso Elsa, troppo silenzioso.
Non spiccica neanche due parole da quando è arrivato.
Sta male... so che sta male, ma non me ne vuole parlare.
Si sta leccando le ferite da solo,
non so cosa sia successo, ma è qualcosa che gli ha fatto davvero male, non lo vedo stare così da quando è morto il nonno, non gli ho neanche detto che ci siete voi, si è rinchiuso lì da quando è tornato, ovvero tutto il pomeriggio, probabilmente non scenderà neanche dalla camera."

Il mio cuore ad ogni parola è diventato più piccolo.

Proporzionalmente però è cresciuta la rabbia verso me stessa e i miei sensi di colpa.

Credo che i miei occhi si siano riempiti di lacrime, abbasso la testa e con il viso puntato verso il piatto e annuisco.

"Chissà chi l'avrà fatto stare così male...
mi dispiace davvero per lui lo sai è come se fosse mio fratello.
Almeno però sappiamo che un cuore ce l'ha. sempre così inarrestabile, niente sembra toccarlo."
Mi faccio portavoce di un'indifferenza che non mi appartiene.

"Già, infatti niente mi tocca."

Ha la capacità di gelarmi il corpo.
Anche solo da come respira.

Ho tutte le parti del corpo completamente immobilizzate, mi sento come gelata, nonostante io sappia di avere due occhi di fuoco che se potessero mi incenerirebbero come si faceva con le streghe di Salem.

Alzo piano lo sguardo, gli chiedo scusa con gli occhi, ma ha troppa rabbia, neanche lo nota.

"Sono contento di sapere che ne hai uno diverso a settimana, io forse non sembra che abbia il cuore tu sei sicura di non starlo dando ad un po' troppe persone?"

Non si riferisce al cuore, la sua frase ha un doppio senso troppo tagliente.

Guarda insistentemente Bamba.

Lui non si scompone, anzi, mantiene lo sguardo così prepotentemente che non so chi tra i due potrebbe vincere.

"Fuori da casa mia, adesso."

Ma non si riferisce a me.

Kat prende la parola.
" ma che problemi hai? Elsa può essere buona e paziente quanto vuoi, può vederti davvero come un fratello, può conoscerti e giustificarti, ma non puoi permetterti di trattarla così, e non puoi farlo davanti a me!"

"E lui" indica Bamba. "Neanche lo conosci! Perché dovrebbe uscire da casa? Sei diventato fuori di testa!"

"Elsa non è nulla per me, può essere un tua amica, ma per me non sarà mai nulla, mettitelo in quella fottuta testa. "

"Lui" indica bamba.

"Lui lo conosco meglio di chiunque altro in questa stanza, e se non vuoi vedere quella troia al sert, ti consiglio di cacciarlo."

Uno schiaffo lo colpisce in piena faccia.

I miei occhi si spalancano.

Elijah non si scompone, continua a guardarmi e se ne va in camera.

In cucina regna il silenzio, così come in tutta la casa, io sento solo l'eco sordo delle parole di Elijah.

sono paralizzata.

Kat mi fa alzare, ci scorta alla porta e inizia un monologo di infinite scuse, Bamba le sorride e annuisce.

Poco prima di andarsene gli dice "se fosse per me, potresti restare, ma non ho mai visto mio fratello stare così. Mi dispiace. Ma nonostante tutto è mio fratello."

Scrolla le spalle e ci lascia parlare in privato, andandosene in cucina.

Io non ho niente  da dirgli.
Il mio pensiero è sempre lui. 
Bamba è una futile e superficiale distrazione, forse neanche quello.

"Mi dispiace che sia successo tutto questo." Sforzo un sorriso come a dire che è tutto okay.

"Sappi che non ti può trattare così."

Sputa prima che io gli chiuda la porta in faccia.

Lui può tutto.

Vado in cucina e Kat è affranta.

"Devo parlare con tuo fratello, Kat. In privato. Voglio parlargli da sola."

Mai troppo lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora