CAPITOLO 25

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Elijah pov.

Dopo aver deciso di lasciare perdere Elsa, sono uscito di casa e sono andato "dai ragazzi"

Spacciatori non d'ingrosso, un po' come me...
lo fanno per fame, per soldi, per mettersi lussi che non potrebbero avere, per permettersi la loro dipendenza.

Io lo faccio...ecco, io perché lo faccio?

Ho iniziato quando Elsa era in ospedale, su quello non le ho mentito.

All'ospedale ci andavo per guardare da fuori, o per accompagnare Kat, perché mai avrei osato entrarci, quello ero sicuro avrebbe sancito l'inizio di una psicopatia che non avrebbe avuto fine facilmente.

Sono sicuro che non avrei dormito, che sarei restato in ospedale per giorni se l'avessi vista attaccata ai macchinari.

Faticavo a dormire già solo dai racconti, avrei fatto incubi con lei attaccata ai macchinari tenuta ferma lì, come se una piovra l'avvolgesse.

Un giorno tornato dall'ospedale, sono uscito.

Come ogni giorno, ma quel giorno fu diverso, non uscii con i miei amici, mi misi in macchina e finii in periferia.

Arrivai ad una via che portava in autostrada, e proprio prima di entrare in autostrada c'era un pub, buio, lugubre, si vedevano solo dei flash steleidoscpoici.

Sembrava un inferno, e mi sembrava perfetto per la dannazione che avevo in quel momento.

Quando entrai ero sicuro fosse un posto per pazzi.

I ragazzi e le ragazze erano vestiti, o meglio svestiti come i punk che si vedono nei film, con le catene, i rossetti neri, le calze strappate, la cresta colorata, di verde, rosso, nero..

Il locale era infestato dalla puzza del miscuglio di droghe diverse, anche se io, fino a quel momento a parte qualche canna, non avevo provato niente.

Ma quel odore di morte impacchettato da uno scenario del genere mi rendeva sicuro del fatto che si trattasse di droghe, di droghe pesanti.

Vidi un ragazzo, capelli neri, alla Justin Timberlake, viso conosciuto, mentre lo stavo sguadrando, vidi che dalla tasca in un nano secondo uscì delle bustine di plastica, piccole.

Una con dentro roba bianca, una con quella che credo fosse erba.

Poi mi ricordo dove l'ho già visto, era un amico di Bob42.0 un compagno delle elementari di Elsa e Kat, andava a scuola con noi, faceva parte del gruppo dei fattoni della nostra scuola, poi è scomparso nel nulla.

Mi ricordo perfettamente cosa successe da quel momento in poi ancora le immagini sono chiare e nitide e mi passano davanti agli occhi come se fosse un film.

Mi ci avvicinai.

"Oh"

"Dimmi"

"Vorrei provare qualcosa, cosa puoi darmi?"

Un pugno mi arriva dritto in faccia, nella tempia, e nonostante la mia forza, caddi a terra.

E in quel momento capii, cosa significasse per Dante "cadere come corpo morto cade."

Quando mi risvegliai ero su una panchina.

E il ragazzo che mi aveva colpito era davanti a me, appoggiato su di un muro che fumava una sigaretta.

"Ah ti sei svegliato, pensavo di averti ammazzato"

Spero non fosse serio, perché la sua tranquillità sarebbe stata davvero inquietante.

Mai troppo lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora