Ho sempre pensato che fosse lui ad andarsene ed io a subire la conseguenza delle sue azioni.
Invece siamo noi due che non riusciamo a stare vicini e prendiamo strade diverse pure di non essere messi faccia a faccia con i nostri sentimenti.
Ho sempre saputo che io e lui avevamo un intesa solo nostra, sono mesi che spero di capire cosa gli passasse per la testa e cosa avesse, ma era inarrivabile, oggi quando si è aperto però, non mi sono sentita all'altezza.
Non sapevo cosa dire, per una volta le parole mi morivano in gola e mi sentivo tremendamente inadatta
Io che fin da piccola sono stata tremendamente empatica e brava a parlare, esprimermi e capire, in quel momento ero bloccata, come se mi avessero congelata, come un vecchio scrittore con il blocco, immobilizzata è impotente, nonostante la volontà e l'impegno costretta ad arrendermi.
Indegna.
Ho preferito andarmene, scappare, non affrontarlo, sapevo che avevo il coltello dalla parte del manico e sapevo di sfiorare il suo petto con la punta rischiando di graffiarlo o ferirlo.
io ho scelto involontariamente di trapassarlo.
Quando gli ho detto di voler andare a casa, ho visto i suoi occhi spalancarsi di dolore, come quando nei film uno viene accoltellato e guarda disperato chi l'ha ammazzato.
Vorrei riavvolgere il nastro, e dirgli:
"scusa è colpa mia, non vorrei farti male...
Ma alla fine lo faccio, senza motivo, per vigliaccheria di dire una cosa sbagliata, di non essere in grado di aiutarti."Farsi male per farsi bene, non pensavo che due ossimori potessero davvero rappresentare la realtà, sempre pensato fossero distorsioni letterarie, ma come sempre nel bene o nel male Elijiah mette sempre in discussione ciò in cui credo e ciò che so.
Sta zitto e va in macchina, senza dire nulla, senza guardarsi indietro.
Quando mi metto in macchina inizio a giocare con le mani, devo trovare il modo di spiegargli che sono una stupida che non volevo dire ciò che ho detto, che non volevo fargli male, ma bene.
Glielo vorrei dire e invece sto zitta.
Si ferma davanti casa mia, non mi guarda neanche scendere, ha le mani sul volante e sembra impnotizzato, ho paura a lasciarlo in queste condizioni guidare, è terribilmente turbato, e quando lui è turbato, è incontrollabile, lo preferirei ubriaco , ma lui non mi da neanche il tempo di decidere che riparte.
Non avevo neanche chiuso la portiera, meno male che con il contraccolpo causato dalla partenza veloce della macchina si è chiuso da solo.
Salgo in camera.
Mi sdraio sul lett, ma sono terribilmente in ansia e sembro un faraone in un sarcofago, mani sul ventre, occhi immobili che guardano il tetto.
In realtà non lo guardano, ma lo fissano, davanti gli occhi come una proiezione le ultime due ore si ripetono come clip, ad esse è collegato anche il finale di questa giornata, immagino cosa stia facendo Elijah.
E film mentali mi passano davanti agli occhi anche se io spaventata li chiudo....
Lo vedo fare un incidente, lo vedo fare a botte, lo vedo farsi e basta, lo vedo sdraiato in overdose, lo vedo tranquillo nel letto, mi appiglio a quest'ultima immagine e cerco di convincermi che sarà questo che farà oggi, tornerà a casa.
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Mai troppo lontani
RomanceLei, fuori luogo, si innamora del fratello della sua migliore amica. Lui, ricco e inaccontentabile cerca di trasgredire dalla sua vita perfetta, con migliaia di regole, attraverso le droghe. Un amore fuori dal comune, inarrestabile ma pieno di ostac...