Capitolo 41

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Esco dalla sua stanza un ennesima volta con i cocci di cuore che mi lacerano le pelle.
a volte penso che abbia ragione che sarebbe meglio lasciarci andare che questo dolore non vale la pena, che il gioco non vale la candela, poi però per quanto ci imponiamo a stare lontani, ci ritroviamo sempre uno di fronte all'altro ad urlarci che ci odiamo e sussurrarci che ci vogliamo ecco cosa sbagliamo:
sbagliamo i toni.

sbagliamo tutto anche se vogliamo fare giusto.

Nel letto lo volevo io come lo voleva lui, lo vedevo.

Mai nessuno mi ha guardato come lui in quel momento, mi stava contemplando e io mi sono sentita bella davvero.

Come sempre riesce a dire le parole giuste per farmi male e sbaglia tutte le parole quando vuole farmi bene.

inciampiamo in gomitoli di sentimenti astratti e parole sbagliate.

Uscita dalla stanza mi sono stampata un sorriso banale sul volto e ho trovato la forza per stare con la mia migliore amica e non scappare.
sono mesi forse che per colpa di Elijah la ignoro, oggi non me ne vado, non se lo merita.

Appena la raggiungo sul divano lei cazzeggia con i capelli e non mi chiede nulla, non guarda con malizia il nostro rapporto, pensa ci trattiamo da fratello e sorella.

Pensa che il cazziatone non fosse gelosia, ma una cattiveria detta per il nervosismo mista ai residui dei pettegolezzi che girano a scuola.

Ma se davvero Elijah mi vuole fuori dalla sua vita sarà lui a dovermi cacciare e non spingermi ad andarmene.
Anche perché non lo farò più.

lo farei vincere e qui l'unica che può vincere sono io.

Le ore si susseguono in modo monotono, passiamo dal salotto alla stanza di kat , e dalla stanza di Kat salotto.

Più volte Kat mentre parla richiama la mia attenzione, visto che io sono persa nei miei pensieri.

Non riesco ad esserci completamente e ciò mi rammarica, ma almeno ci provo.

Questo mi rende una persona orribile o un'ipocrita?

I miei pensieri riguardano suo fratello, non un ragazzo qualunque e questo mi fa soffrire,  mi sento uno schifo.
Mi sento in colpa perché le rubo le attenzioni di suo fratello.

Il rapporto ambiguo tra me e Elijah non è più un insieme di film mentali o sogni ad occhi aperti, ma pensieri concreti, palpabili, siamo legati, e quando mi allontano, lui mi rincorre, quando si allontana lui, sono io a rincorrerlo.
Due calamite che si inseguono, costrette da una forza esterna a stare lontane, o avvicinate di forza dalla parte sbagliata, solo per sentire il gusto di stare vicini, ma costrette a non combaciare dalla volontà masochista di qualcuno che si diverte a vederci goffi e maldestri, come due pesci in un acquario che sbattono sul vetro continuamente senza accennare a migliorarsi.

Non impariamo dai nostri errori.

testardi come siamo, orgogliosi forse di più ho paura che non impareremo mai.

Io e Kat ci addormentiamo sul divano e me ne accorgo quando la porta dell'ingresso sbatte e mi fa svegliare di soprassalto.

Guardo verso la porta e con sguardo sconfitto è ansioso di chi è appena stato scoperto ci sono....

I genitori di Kat ed Elijah.

Mai troppo lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora