CAPITOLO 43

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Quando Elijah se ne va, da il via libera anche a me e dopo mezz'ora a parlare dell'ultimo viaggio di Eliza e Maximum, riesco a tagliare la corda.

Appena chiusa la porta un messaggio mi illumina lo schermo.

"Grazie"

leggo il messaggio, lo apro, lo rileggo.

Scrivo velocemente "Di nulla"

ma poi lo cancello.

" Ci sono sempre quando hai bisogno, nonostante tutto."

E mentre schiaccio le lettere per scrivere quelle parole, ad ogni lettera sento che calpesto la mia dignità, forse è per questo che scritta l'ultima lettera, non mi serve neanche ri-leggere il
messaggio che lo cancello.

Lascio il visualizzato.

Chiudo il telefono e torno a casa..

Quando entro in casa sento l'odore che mi inebria le narici, l'odore di casa, l'odore di famiglia, l'odore del amore, l'odore che non sento a casa di Elijah.

Quella casa ha 4 profumi differenti e non uno solo che li rappresenta tutti.

È ciò mi riempi di tristezza
anche casa loro sottolinea la distanza che hanno l'un l'altro.

Continuo a pensare e realizzo di essere ancora ferma davanti la porta.

Mi guardo intorno, sono a casa, ma quando osservo il salotto mi accorgo che c'è una valigia.

è tornata mia madre.

Salgo subito in camera sua e la vedo ripiegare una maglietta rossa con scollo a V

le sue mani delicate l'avvolgono ed è quasi
come se l'accarezzasse.

e mi perdo a contemplare il movimento leggero delle sue mani.

L'ho sempre ammirata. È una donna con la D maiuscola. Crescere i figli da sola. lavorare ogni giorno, senza aiuto di genitori, suoceri o marito.
sudare tutto ciò che me ha dato la vita senza smettere di amarla e aprezzarla continuamente.

La continuo a guardare...Vorrei essere come lei, vorrei essere lei.
Invece assomiglio a mio padre, ne sono sicura, anche se non l'ho mai conosciuto veramente:

Sarà sicuramente una persona egoista,strafottente, vigliacca.

chi abbandona la propria famiglia?
nonostante per qualche anno io abbia vissuto mio padre non mi ricordo quasi nulla di lui, e quando ci ripenso, rivedo in lui una sagoma censurata.

Mia madre si accorge che c'è una presenza davanti alla porta e quando alza la testa ha quel sorriso accogliente sulle labbra, anche se i suoi occhi e il suo corpo hanno leggermente sussultato, non si scompone.
La paura non la dimostra lei.

"Che hai piccola elsa?"

ah mamma sapessi...
la tua adolescenza è stata cosi strana? difficile? complicata? è bastato anche a te solo uno sguardo per tremare? per non essere più te? per essere una fettina di burro modellabile?

Posa il vestito che stava piegando sul letto e con grande lentezza, attraversa la stanza, a zig zag per evitare i mobili bianchi e si tuffa ad abbracciarmi.

"nulla, mi sei mancata."le dico stringendola.

lei mi accarezza la testa come solo i genitori sanno fare. Mi siedo sul suo letto matrimoniale perfettamente piegato con la trapunta dorata che col sole rende la stanza una piccola striscia di via lattea.

La guardo...
"Mamma secondo te...io assomiglio a papà?"

Lei si blocca all'istante e la sua maglietta perfettamente piegata le cade dalle mani.

Non so bene perché io le chieda di mio padre, da sempre io e lei non parliamo di lui.
Credo sia un patto tacito tra me e lei, non esiste ciò che non può essere raccontato.

Mio padre non esiste.

Una sola volta però mia mamma mi ha guardato e mi ha urlato contro che ero uguale a mio padre.
e non ci siamo parlate per giorni, non abbiamo affrontato la cosa...l'abbiamo ignorato...e poi...l'abbiamo superato.

Mi pento di ciò che le ho appena chiesto, e cerco di cancellarlo come un brutto errore di grammatica in una verifica di italiano.

prima di darle la possibilità di rispondere sorvolo e le dico:

"Quanto resti?"

è strano quando siamo insieme i giorni passano in fretta, tutte le cose che fanno ogni giorno i genitori con i propri figli, per la nostra famiglia sono novità, che sia una cena, un pranzo, un "che hai fatto oggi a scuola?"
non accadono per così tanto tempo che ogni volta è una piacevole scoperta, perché sembra che possiamo vivere una quotidianità che invece ci è stata negata.

"Non lo so ancora....."la sua è più una domanda, so che in realtà ripensa alla domanda su mio padre, ma poi si riprende e sorvola la cosa col la grazia di un aquila.

"stasera cosa vuoi mangiare?"

"oooooh!!Cucino io!" dico eccitata.

Mia madre ride:" lo facciamo insieme, dai"

Alle sei ci mettiamo a tagliare melanzane e zucchine

"Allora elsa... che mi racconti?" chiede mia madre nell'imbarazzo...ha paura di aver fatto una domanda troppo azzardata, ad una figlia che non vedi per settimane,
Ma io no, io so che lo fa per noi, che sennò non avremmo di che mangiare...

Lei ha la testa bassa, non mi guarda in faccia, come se volesse lasciare il discorso in aria, per far sì che io abbia la possibilità di scegliere se parlare o no...
I pensieri premono l'acceleratore e si catapultano a prendere l'immagine di Elijah e stamparmela difronte, vorrei rielaborare il
discorso e spiegargli che mi sono innamorata della persona che più mi ferisce.

della persona che ho sempre odiato.

Del fratello della mia migliore amica.

io le direi tutto, le racconterei delle emozioni che Elijah mi provoca e del nostro rapporto un po' malato, ma non riesco a raccontarlo neanche a me stessa.

La spinta che mi serve me la danno i suoi occhi.
Quando quel sorriso amabile anche se evidentemente ferito e quegli occhi un po' risentiti un po' razionali e le spalle che lei leggermente scrolla, la forza me la danno quei suoi atteggiamenti e quella sua paura di fare parte della mia vita.
e non ci penso neanche mi butto e le parlo, come fa un peccatore in chiesa, come fa una nonna mentre guarda le soap opera.

"Mamma, io non so come sia successo, non so neanche quando sia successo, so solo che questa consapevolezza fosse dentro me da un po', un bel po... solo che ora sta andando, piano piano a concretizzarsi..."

Il discorso per ora non ha un filo
logico , ma ora respiro e lo tirò fuori ,' magari ammettendolo a qualcuno diventerà reale.

"Mamma io sono innamorata di Elijah, non so come sia successo, so solo che tremo quando sento anche solo il suo sguardo addosso, quello sguardo che trapassa le persone e mi arriva dritto al cuore anche lontani una vita.
Ma mamma è un rapporto malato. Io e lui non stiamo bene insieme. Io e lui stiamo bene quando ci graffiamo e facciamo male. è un masochismo passionale che mi sta dannando l'anima mamma e non so come affrontarlo." non me ne accorgo neanche ma sto urlando quasi disperata.

Mia madre non dice nulla, mi abbraccia e basta e per quanto io mi senta a casa in quest'abbraccio, sono un po' risentita dal suo silenzio.

Continuano a cucinare in silenzio....
Dopo qualche ora arriva mio fratello che ci aiuta a cucinare, e io perdo la speranza che mia madre mi risponda.

Mai troppo lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora