Capitolo 7: Come Un'Ape Nei Giorni D'autunno

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Venni dimesso dall'ospedale due giorni dopo, con la raccomandazione da parte del dottore di non muovermi eccessivamente per nessuna ragione al mondo, fino alla prossima visita, chiamando il mio povero insegnante di danza, il quale non prese per nulla bene la mia riabilitazione. Eppure era un allergia, nessuno dava colpe durante le allergie, anche se dubitavo fortemente nell'opzione. Non ero mai stato allergico a nulla, nemmeno al mio primo gatto che perdeva pelo ovunque in casa. Neanche delle noccioline scadute del mio migliore amico alle elementari. Persino mia madre era arrivata a darmi latte scaduto quando ero piccino, perché non avevamo i soldi per permetterci un latte decente. Questa era un assurdità bella e buona e ancora dovevo parlare con quel decerebrato di Min Yoongi, che solo a pensare al suo nome mi veniva una scarica di adrenalina in fondo alla schiena, con l'intento solamente di picchiarlo a morte. Solitamente, vedevo sempre il lato positivo delle cose, i miei genitori non mi hanno mai fatto pensare al contrario, ma in quell'occasione l'unica cosa a cui pensavo era il fatto che quel moretto fosse la causa di tutto quel trambusto. Se quella sera mi avesse preso, mi avesse schiaffeggiato e se ne fosse andato, ora sarebbe tutto più tranquillo nella mia testa, e poi che aveva a che fare con Jimin, perché avrebbe dovuto baciare il biondino?

Volevo solo che fosse tutto un enorme scherzo, tutto organizzato per mio il mio compleanno in anticipo.

Eppure, la ricevuta del medico che tenevo tra le mani, quella di prendere due antibiotici, più altre cavolate di cui non sapevo il nome, era tutta la realtà, tutto nelle mie mani che ancora tremavano al solo pensiero del bruciore che mi aveva attraversato quella notte. Jimin, prendendomi in giro, mi diceva che bruciavo come le stelle, quando mi ha trovato nell'infermeria, ancora non sapevo nemmeno chi mi avesse riportato, nessuno lo sapeva, Jimin lo aveva scoperto per caso, quando era venuto a farsi medicare il braccio, visto che tra il tumulto generale del gioco, che aveva vinto Kim Namjoon e Kim SeokJin, qualcuno lo aveva spinto a terra, portando ovviamente la rabbia di Jeon Jungkook, che li aveva stesi con un cazzotto.

Quel ragazzo mi faceva una discreta paura, ma Jimin la sera dopo l'incidente, in un letto vicino al mio, mi aveva confessato che si sentiva sicuro nelle braccia del ragazzo e che un giorno mi avrebbe spiegato tutto.

Diciamo che ancora avevo i miei dubbi in merito a tutta la combriccola, ma dovevo essere paziente, e in quel momento sapevo che anche se avessi dovuto aspettare anni, Jimin comunque me l'avrebbe detto, sicuramente quando quel pazzo di Min Yoongi avrebbe smesso di perseguitarlo come se fosse un ape sul miele. Cosa che mi fece ridere, Yoongi vestito da ape che cerca Jimin, vestito da miele.

Dovevo ammettere che quelle pasticche mi facevano avere delle allucinazioni pesanti.

I miei pensieri non avevano un filo logico, notai poco tempo dopo essere rimasto da solo nella stanza, la prima sera. Passavo da un argomento all'altro come se avessi veramente qualche problema al sistema nervoso, mi veniva di parlare normalmente e poi mi sentivo come se mi fossi dimenticato tutto e dovessi ricominciare da capo e quindi mi mettevo allo specchio e ripetevo i pensieri ad uno ad uno, mentre osservavo le mie occhiaie farsi sempre più profonde e la mia pelle sempre più bianca.

Passò una settimana, e l'unica volta in cui uscivo era solamente per andare a lezione e per andare a quelle poche lezioni di danza a cui potevo partecipare, e non dovevo stancarmi o il Dottor Lee ne sarebbe venuto subito a conoscenza, e sapevamo entrambi cosa avrebbe significato: Rinchiudermi nella mia stanza con una bottiglia d'acqua e i miei medicinali. Non potevo nemmeno andare in caffetteria, perché avrei potuto mangiare qualcosa che mi avrebbe potuto fare allergia.

Non ci credevo nemmeno un secondo, avevo mangiato da quella stessa cucina per un mese, se avessi avuto un allergia l'avrei visto comunque prima.

Sbuffai, per l'ennesima volta, quel sabato pomeriggio, ogni volta che guardavo l'orologio erano sempre le quattro meno venti e di Jimin neanche la minima traccia, sembrava sparito dalla faccia della terra, o magari, si era andato a nascondere con quel macho di Jeon Jungkook, oddio iniziava ad andarmi sulle scatole, era sempre il chiodo fisso del biondino.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora