Capitolo 10: Soul Fucking Mates AKA La Rovina

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Avevo gli occhi pesanti e l'unica cosa che riuscivo a vedere era il nero pece delle mie palpebre che non avevano intenzione di aprirsi, un grande dolore al petto mi permetteva di respirare poco e male e come se non fosse poco centinaia di scosse elettriche passavano per tutto il mio corpo stanco, ripetutamente. Cercai di muovermi nello stato di coma in cui mi sentivo, ma niente, nessun muscolo sembrava rispondere alla mia chiamata di aiuto. Ogni volta che cercavo di mandare impulsi ai miei poveri arti, sembravano quasi addormentati e un leggero pizzicorino, aggiunto alle scosse, sembrava aumentare.

"Lasciatemi!"

In quella che era la mia mente annebbiata, sentì qualcuno muoversi non molto lontano da me. Aveva una voce vagamente familiare e quello che sembrava un soave odore di pino selvatico si era levato per tutta la stanza e la figura smise all'improvviso di muoversi, come preso anche lui dall'odore che continuava ad entrare nelle mie narici, che sembravano l'unico senso in grado di fare il suo lavoro.

Più l'odore riempiva i miei polmoni, più mi girava la testa e il dolore alla base del mio stomaco continuava ad aumentare, sempre di più, facendomi girare ripetutamente la testa, come in un vortice di emozioni e sensazioni, che volevo fossero mie, che mi dovessero appartenere.

Ero attratto dall'odore e senza pensarci due volte, i miei muscoli avevano iniziato a muoversi da soli, come se non avessero neanche più controllo del loro movimento. Sentivo calore, come se avessi una fiamma viva proprio davanti a me, come un muro di fiamme, che si avvicinavano, sempre di più.

Andai contro il muro di fiamme, sempre con i miei occhi chiusi che non volevano aprirsi e godere di quello che tutti i miei sensi stavano godendo. Il profumo di Pino, era così forte che mi lasciai andare contro le fiamme e il dolore alla base del mio stomaco cessò di botto, come se prima non fosse neanche esistito.

E i miei occhi si aprirono.

Il viso da gatto impaurito di Min Yoongi era a pochi centimetri dal mio.

"Che fai pervertito??"

Urlò quello che sembrava la brutta copia del ragazzo, con i capelli arruffati, la camicia della divisa tutta quanta sgualcita e il viso più pallido di quanto non fosse già.

Sobbalzai di almeno dieci centimetri dal suo letto, in cui evidentemente ero andato a finire, nel mio compito di cercare quella strana fonte di piacere e disperato cercai di guardarmi nei dintorni e notai che ero in un letto della oramai nota infermeria e ai piedi di quello che erano diventate un ammasso di coperte sgualcite, c'era Jimin che mi guardava terrorizzato, insieme a Jeon Jungkook, che aveva il suo braccio sul mio compagno di stanza come per proteggerlo da me. Girai di poco lo sguardo e sbiancai: Tutti i cinque membri del Golden Club mi fissavano con gli occhi e la bocca spalancati, come se fossi una strana creatura uscita da uno dei libri di Tolkien.

Doveva essere un brutto sogno. Un bruttissimo sogno.

Orribile se dovevo dire la verità. Mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione del genere, neanche nel mio più oscuro desiderio o incubo.

Questo doveva essere qualche scorcio della mia mente malata.

Non tutti i giorni ti risvegliavi su un letto di una infermeria per ricconi, con la faccia del più ricco di tutti a pochi centimetri da te. Dovevo avere il record per quante figuracce avevo fatto in soli tre secondi, perché appena decisi di parlare per spiegarmi meglio, notai che dalla vita in giù avevo solo il mio vecchio paio di boxer con la bandiera americana stampata sopra.

Cercai di coprirmi in fretta e furia ma le coperte si erano incastrate ai miei piedi e nel caos di tutto mi si impigliarono ai piedi e cadetti dal letto dritto sul freddo pavimento bianco. Con i miei boxer americani, davanti alle persone più importanti della scuola, dopo aver messo il muso vicino a quello di uno di loro.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora