Quello che credevo fosse l'inferno aveva rispettato tutte le mie previsioni. Andando anche oltre a quello che mi ero preparato a sopportare.
I primi due giorni li passai nel terrore più assoluto. Legato nel mio letto mentre aspettavo la chiamata del dottor Lee che mi dicesse se potevo o meno andare contro la mia morte.
Il sorrisetto compiaciuto di Min Yoongi era svanito subito dopo l'intervento di Jimin che stava sudando freddo ed era diventato bianco come un cencio.
"STA ANCORA MALE"
Aveva urlato disperato in preda alle lacrime. Apprezzai certamente il suo coraggio e la sua spavalderia. Ma questo aveva solamente spostato l'inevitabile, visto che lo sguardo di compassione di SeokJin mi aveva dato un tempo di massimo due giorni per riprendermi e poi avrei dovuto lavorare per loro. Anche se non sapevo assolutamente cosa avessi fatto di così tanto crudele per meritarmi questa sventurata sorte.
Il terzo giorno iniziò il delirio. Quando alle sei precise della mattina, il messaggio del Dottor Lee che mi augurava buona fortuna, era quasi diventato il mio salvaschermo per quante volte lo avevo osservato impaurito.
Decisi di essere un uomo e di prendermi le mie responsabilità. Così scesi piano le scale come se dovessi contare i gradini a uno a uno e andai nella sala principale dove alle sette precise mi aspettava Kim Namjoon con i suoi ottocento libri da portare nella sua biblioteca speciale.
Non ero mai stato nella loro sede. E mai nessuno poteva avere accesso, dicevano che era una specie di casa super lussuosa dove avevano anche un cinema privato. Io non sapevo proprio cosa potesse contenere. Ma ogni giorno andando a lezione e passando davanti alla splendente struttura di marmo bianco. Mi chiedevo anche io cosa potesse contenere di così prezioso.
Lo salutai con un cenno del capo e lui mi rivolse un caldo buongiorno chiedendomi:
"Ti aiuto se ti senti ancora debole, non vorrei che ti sforzassi"
Disse gentilmente, tenendo la sua borsa enorme firmata Gucci sulle spalle.
Io scossi la testa e lo rassicurai che andava comunque bene, perché in fondo anche se non sapevo assolutamente cosa fosse accaduto, lui mi sembrava una persona più che a posto e quindi, anche se era uno dei Golden, lo avrei aiutato volentieri.
Quindi ci incamminammo verso la sede del club, attraversando lo stabile principale, arrivando alla caffetteria, dove dietro si elevava la struttura dedicata ai Golden, mentre osservavo tutti gli studenti che mi osservavano incuriositi o divertiti o addirittura schifati da me insieme Namjoon che camminavamo, come se fossi il giullare di corte, come se fossi un qualcosa con cui la gente poteva sparlare e insultare.
Questa cosa doveva assolutamente finire.
Quella dei Golden Boys era una struttura imponente, con addirittura quattro grandi piani, con ognuno il proprio terrazzo, era di stile antico vittoriano inglese, che con il grande portone nero, dava un'aria quasi oscura e gotica. Quasi come dovesse esistere in un tempo remoto in cui la gente si vestiva con merletti e orologi da taschino.
Entrammo grazie all'uomo che se ne stava al grande ingresso, vestito con abiti eleganti nonostante fossero le prime luci dell'alba. Salutò il più alto con un cenno del capo e un inchino, indicando me con un: "Un altro signore?" Chiese sorridendo sotto i baffi.
"Questa è la stella mancante della costellazione"
Disse Namjoon con un sorriso a trentadue denti. Non sapevo minimamente cosa quella frase volesse significare, ma mi sentì lusingato di quelle parole e anche molto ma molto confuso.
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Betelgeuse (Yoonseok/Sope)
Fanfiction[Completa] Hoseok era l'eccezione che confermava la regola, era la stella rossa in un mare di stelle blu, era il miglior ballerino della Bangtan Artistic School, era il ragazzo buono del secondo piano, era il sole che scaldava l'inverno ed era il so...