Cosa mi stava accadendo?
Mi risvegliai nel mio letto blu sfatto dalla sera precedente con un mal di testa così accecante che non potevo nemmeno aprire gli occhi, potevo solamente chiudere le palpebre e sentire il dolore accecante che si stagnava dentro la mia fronte, dietro al mio collo e sotto agli occhi, tutto bruciava, dalle mani che sembravano intorpidite, dalle gambe che non avevano neanche la più pallida voglia di muoversi e la gola, quella bruciava più di tutti, come un fuoco in piena, come se qualcuno buttasse ripetutamente foglie secche nella mia gola per far sì che potesse ardere più forte del centro di un vulcano. Cercai più e più volte di alzare la testa da quello che sembrava un morbido cuscino ma i miei muscoli e arti non potevano ricevere nozioni dal mio cervello visto che sembrava esplodere da un momento all'altro. Mi riappoggiai al morbido cuscino ma era molto più caldo del solito, quasi come se irradiasse calore anche se, secondo il mio pensare, i cuscini non erano così intelligenti. Così con la poca forza che mi era rimasta mossi il capo più e più volte cercando di capire come il cotone reagisse al mio movimento, ma quello non era cotone soffice ma un paio di jeans molto ruvidi.
A quel punto un odore di pino si levò per l'aria, un odore anche troppo conosciuto che riportò nella mia testa consumata dal dolore uno strano senso di vomito e nausea. Volevo chiudere il mio naso. Per uno strano motivo non riuscivo a sopportare quell'odore acre di una mattinata d'estate, alcune lacrime mi scesero per gli occhi e con la forza rimasta, che non sapevo di avere, mi sciugai gli occhi con le mie mani che stavano diventando fredde.
Il cuscino sopra di me si accorse che ero sveglio e mi prese per le mani, me le scansò dal volto e iniziò ad accarezzarmi la faccia dolcemente. Le dita che passavano leggere sopra la mia pelle che passava dall'essere bollente ai brivi di freddo, erano dolci e mi trasmettevano uno strano senso di calma e tranquillità. Cosa che mi portò a piangere ancora più senza alcun motivo alcuno.
Ero disperato e il problema è che non sapevo nemmeno il perché, non mi era mai capitato di essere così triste in tutta la mia vita, di certo stavo vivendo un periodo veramente stressante, ma lacrime così piene di amarezza e di abbandono non le avevo mai sentite scorrere tra le guance.
La mano che mi stava accarezzando smise di botto e mi prese per le spalle e con un po' di forza mi sentì stretto da due braccia forti. Il calore che sentì in quel momento non era un calore disperato ma lo sentivo come accettazione e sicurezza. Come allontanarsi dai propri problemi e lasciarsi cullare dalle onde serene del mare.
Il cuore aveva iniziato a battere a tempo con quello della persona accanto a me e anche se eravamo distanti, nel silenzio, riuscivo a sentirlo che batteva piano e in modo regolare. Aprì lentamente gli occhi cullato dalle mani dolci e mi accorsi che erano pesanti e li sentivo arrosati intorno alla palpebra, segno che avevo pianto per tutta la notte.
Tossì leggermente, quasi senza neanche farmi sentire e le mani che continuavano ad accarezzare i miei capelli ed il mio volto smisero e mi ritrovai faccia a faccia con la persona che mi conosceva meglio in assoluto, a volte anche meglio di me. E anche se avevamo passato così tanto poco tempo insieme mi sembrava di conoscerlo meglio delle mie tasche e come per riflesso delle emozioni che trovavo sul volto della persona davanti a me, sorrisi.
Il viso paffuto di Jimin mi sorrideva come non mai, i capelli biondi spettinati e la maglia arruffata dal muoversi nel letto. Aveva le occhiaie fino al margine delle sue fossette appena pronunciate. Ma rideva come un angelo e mi accoglieva nelle sue braccia forti e calde. Presi l'abbraccio e ancora mi veniva da piangere. Il vecchio Hoseok non avrebbe mai fatto tutto questo dramma, il nuovo Hoseok forse era pronto per nascondersi sotto le coperte e non uscire mai più da quella stanza.
"Come ti senti?" Mi chiese il mio mochi preferito mentre che con la sua piccola mano mi accarezzava la schiena fredda. Scossi la testa mentre era incastrata tra il suo collo e la sua spalla, non potevo parlare, ancora la gola era in fiamme.
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Betelgeuse (Yoonseok/Sope)
Fanfiction[Completa] Hoseok era l'eccezione che confermava la regola, era la stella rossa in un mare di stelle blu, era il miglior ballerino della Bangtan Artistic School, era il ragazzo buono del secondo piano, era il sole che scaldava l'inverno ed era il so...