Capitolo 18: La Verità Ti Fa Male Lo So

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Di solito si dice che tutto può cambiare in un secondo. Un attimo prima magari stai cercando di capire come funzionava una dannata stella filante, quelle con cui da piccolo ti bruciavi sempre le mani perché non riuscivi a capire come funzionavano. Un attimo dopo sei nelle braccia del ragazzo per cui hai una lieve cotta e con cui il destino ha deciso di legarti per l'eternità. È buffo, se ci penso bene come funziona il tempo.

Per noi sembra quasi scontato che il tempo passa, che il tempo scorre. Come se dovessimo fare tutto in funzione del tempo, in funzione di come i minuti ci scorrono davanti agli occhi.

Ed è buffo sapere che non possiamo tornare indietro. Ed è anche buffo il fatto che possiamo solo andare avanti. Ma che cos'è fondamentalmente il tempo, se non una costruzione della società che ci impone al consumo e allo spreco? Perché dovremmo vivere ogni secondo cercando di andare alla velocità della luce?

Non potremmo semplicemente assaporare il gusto di ogni attimo senza mai perdere il vero significato della vita??

In quel momento, mentre cercavo gli occhi da gatto di Yoongi in quell'abbraccio sperai di avere alcuni secondi o minuti in più. Per assaporare il suo profumo di Pino che mi ricordava le mattinate estive o il fatto che la sua pelle bianca e sempre fredda era calda, nonostante la neve scendesse lenta dal cielo bianco.

E notai che una forza che prima non esisteva cercava interrottamente di far si che i nostri corpi fossero legati, fossero a stretto contatto tra loro e provai una specie di senso di annebbiamento, come quando sei in uno stato di ubriacatezza dove nessuno dei cinque sensi sembra rispondere ai comandi del cervello. Come se riuscissi a pensare anche se niente rispondeva ai miei comandi, ed ero completamente e irrimediabilmente sotto all'incantesimo del tocco di Yoongi facendomi diventare estremamente felice.

Mi sentivo veramente strano.

Le sue mani grandi erano protettive sulla mia schiena e il suo sorriso lo sentivo sul mio collo che sicuramente era rosso come la mia faccia. Le sue gambe ogni tanto si scontravano con le mie e le nostre scarpe erano quasi una sopra all'altra.

Fu questione di un secondo: I nostri sguardi che si incrociavano, i nostri sorrisi che si completavano e le nostre bocche che si toccavano.

Accadde tutto velocemente, senza neanche il tempo di un respiro, come se fossimo trascinati da qualcosa che non sapevamo spiegare. Come la prima volta che era successo, legati da un qualche strano filo che non faceva altro che tirare l'uno verso l'altro.

Eppure, a me sembrava che fosse durato una vita.

Mi svegliai dal sogno in cui ero caduto, toccandomi le labbra come se potessero ritornare al bacio che Yoongi nel sogno mi aveva dato. Come se fosse veramente accaduto. Eppure, era tutto nella mia testa. Era il mio subconscio che mi diceva di fare qualcosa in questa situazione dove mi sentivo sempre di più preso da questo tumulto che sembrava non potersi fermare.

Dovevo fare qualcosa e subito.

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Esattamente alle nove di sera, mentre Jimin si rigirava i pollici come se dovesse incontrare la regina d'Inghilterra, eravamo con un mazzo di fiori in mano davanti all'ingresso del Club dei Golden. Troppe volte avevo varcato quella porta e ogni volta mi sentivo quasi morire. Dopo il primo impatto con questo luogo, dove ero quasi morto, mi sentivo sempre come con una mano legata al collo che non mi voleva lasciar andare. Ancora mi chiedevo il motivo per cui quel pazzo di Yoongi mi avesse scelto come assistente e anche se adesso lo vedevo sotto tutta un'altra luce, mi metteva comunque in soggezione, dopo tutto ne erano successe diverse tra me e il moretto.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora