Capitolo 26: La Pazzia che Governava La mia Anima

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Passò un giorno, due, tre. Non ricordo. Tutto era uguale e tutto mi faceva soffrire e mi riportava a lui.

Non lo rividi, lui, lo evitavo come si evita la morte.

Jin e Namjoon mi avevano cercato varie volte, ma non volli ascoltare le loro mille scuse riguardati il comportamento di quell' essere. Dicevano che sarei incappato in una strana malattia se non li avessi ascoltati, che mi avrebbe portato alla morte. Dissi loro che poteva pure venirmi a prendere la morte, oramai non mi importava più nulla.

Non riuscivo nemmeno a pronunciare più il suo nome.

Yoo...Yoon-...

Mi faceva ribrezzo.

Ogni volta che incrociavo degli occhi neri per il corridoio mi rifugiavo nel bagno a vomitare, anche se non erano i suoi.

Non lo sentivo più, non sentivo più niente da giorni. Era finito tutto: gli abbracci, gli sguardi, le ferite, le serate a dormire nello stesso letto. Che senso aveva, tanto non vivevo più, non dormivo più. Ero solo un guscio vuoto che passava da scuola alla sala di ballo fino a che, la sera, non rimanevo ad osservare il mio soffitto immobile per la durata di tutta la notte.
Jimin mi consigliò di tornare dal dottor "Lee".

"Torna tra due giorni, ho delle pasticche da darti"


Disse con aria incuriosita guardandomi varie volte la gola con la sua lucetta e il suo bastoncino di legno.

Non lo so cosa volesse dire, ma iniziai a capire che l'unica cosa in cui era esperto era darmi dei medicinali.

Non tornai, almeno non penso. Avevo perso la nozione del tempo.

Continuavo a tossire petali di girasole, ma nessuno lo aveva ancora notato. Anche se, Jimin si era incuriosito del perché la nostra pianta all'ingresso continuava a produrre fiori che non erano i suoi.
Cercai su internet questo strano fenomeno di questi petali, anche se mi ricordo che una volta Namjoon parlava di alcune malattie che avvenivano alla rottura del legame ma ero troppo codardo e stanco per parlarne con lui. Cercai parole come "anime gemme" "Rottura legame" e quello che ne venne fuori, fu qualcosa di sconcertante: da quello che diceva questo sito, avevo la Hanahaki Syndome, più comunemente detta la malattia dei fiori. In pratica, visto che Yo- lui! Non ricambiava i miei sentimenti, una pianta, rappresentativa del mio carattere, cresceva lentamente nei miei polmoni.
Non credetti a queste stupidaggini, come poteva una pianta crescere nei miei polmoni?

Era una assurdità, poi, in quel momento, erano solamente pochi petali, uno o due massimo al giorno. Non erano poi così violenti e sembrava andare tutto bene. Non volevo allarmarmi per niente e poi dovevo concentrarmi sui dolori muscolari e i vari annebbiamenti giornalieri. Pensando che eravamo quasi riusciti a chiudere il legame, sentivamo i pensieri uno dell'altro e i sentimenti dell'altro. Avevamo fatto quasi sesso.

Cosa sarebbe stato di me?

Jimin era preoccupato, sapevo che lui ci parlava con il tizio. Sapevo che un giorno lo aveva anche schiaffeggiato, apprezzai il gesto, la belva non tanto. Jungkook mi aveva raccomandato che ancora il moretto credeva in un rappacificamento con il biondino. Non come con me. Io ero uno stupido, un pagliaccio.

Nessuno voleva bene ad uno stupido come me.
Oramai avevo fatto anche l'abitudine agli insulti. Nella scuola ero un poco di buono. Uno che voleva arrivare a vette più alte di quello che potevo. Ero di facili costumi.

Ero, ero, ero. Ero tutto e non ero niente. Ero me stesso ma ero uno stupido. Ero un bravo ballerino ora ero un poco di buono.

Ero Jung Hoseok, stella nascente del ballo, ero solare, ero un buon amico.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora