Capitolo 31: Hoseok Perdeva Il Vizio Ma non Perdeva Yoongi

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La strada era buia e tortuosa, i lampioni non riuscivano illuminare la fine di quell'inferno, tutto intorno la nebbia mi inghiottiva e mi dava alla testa, entrandomi nelle ossa e nella pelle. Dove mi trovavo?? Che posto era questo?? Non ero mai stato in un posto così buio, poi perché di notte. Un botto in lontananza, la mia testa che scoppiava. Continuai a camminare su quella strada infinita, non sembrava portarmi da nessuna parte ma proseguì seguendo il bordo sbiadito. All'improvviso la pioggia che scrosciava violenta sopra la mia testa, mi entrava nei vestiti già sudati. Sentivo le goccioline scendermi lente giù per la schiena e un brivido che mi percorse tutta la pelle. Mi sembrava di essere tornato al periodo delle scosse. Quando non potevo allontanarmi nemmeno per un minuto da Yoongi. Quell'oppressione e quel dolore che credevo essermi tolto dalle spalle. Credevo di essere passato da quel momento. Eppure, mi ci ritrovavo dentro, soffocato mentre la pioggia cercava di annegarmi. Mi mancava il respiro e più cercavo di correre più il vento e la pioggia si facevano potenti, aumentando le mie possibilità di cadere dritto contro l'asfalto. Mi fermai un attimo, di scatto, ansimando appoggiato alle mie ginocchia fradice. Le gocce che scendevano dai miei capelli rossi e si posavano con violentemente sul pavimento. Ero esausto dal correre e pensai che neanche sapessi il motivo per cui stavo correndo e neanche da cosa soprattutto. Non so cosa mi disse il cervello in quel momento ma mi ritrovai in ginocchio sulla strada fredda a piangere come se avessi appena perso qualcosa, come se avessi un vuoto enorme nello stomaco che non potessi comandare. Più andavo avanti più questo aumentava e più mi girava la testa e il più mi mancava il respiro.
Ma in un attimo, un bagliore o meglio un calore improvviso arrivò dalla mia mano destra, era un calore così familiare ma allo stesso tempo così non familiare. Un punto di luce tra tutto quel caos interno. Era dolce e soffice sulla mia mano, una carezza delicata. Quasi come se mi stessero stringendo la mano ed era come respirare per la prima volta, come tornare a casa dopo una lunga giornata e come tornare nelle braccia della persona amata. Non conoscevo propriamente questo ultimo aspetto, ma se dovessi dargli una spiegazione questo era l'esempio più lampante. Il calore si spostò dalla mia mano al mio braccio, lento e sinuoso, che dava una piacevole scossa. Dove passava lasciava calore e anche una sensazione di pelle d'oca.

Non avrei mai voluto che smettesse.

Dopo poco la sensazione si fermò, di colpo, aspettai qualche secondo sempre immobile, in ginocchio sull'asfalto freddo, oramai non pioveva più e né la nebbia oscurava la mia vista. Pian piano si stava facendo largo una bellissima alba. Non feci nemmeno in tempo a osservare i colori caldi della bellissima alba che si univano tra loro nella luce splendente del sole, che il calore punse le mie labbra, soffice e delicato, era un calore così intenso che tutto il mio corpo si risvegliò dal dolore e dalla sensazione di claustrofobia. Andai per toccarle con la mia mano ancora umida dalla pioggia, ma subì un brusco risveglio che mi riportò alla realtà e nell'oscurità della camera della casa di Jin scorsi gli occhi neri di Yoongi che fuggivano via chiudendo la porta con un sonoro "boom" e impaurito e scioccato da quello che era successo rimasi sveglio tutta la notte ad osservare il soffitto bianco, mentre in sottofondo le onde del mare lasciavano spazio ad una serena notte. Ancora oggi non ho spiegazioni, non so se quello fosse effettivamente un sogno o meno. Ma una cosa era certa. Non potevo stare lontano dal ragazzo per più di due settimane o sarei ritornato nel buio più oscuro.

E così che mi ritrovai la mattina seguente a tavola in quella casa lussuosa: con i capelli rossi quasi arancioni che andavano in versi diversi, gli occhi assonati e due occhiaie che mi arrivavano alle caviglie.
"Vedo che qualcuno ha fatto le ore piccole" Disse Jin con malizia. Aveva il suo cornetto francese caldo nella mano destra e il suo tè caldo inglese nella sinistra. Il pigiama di seta rosa non aveva una piega e il suo viso sembrava appena uscito da una copertina di moda. Ero così invidioso, io a confronto sembravo un cagnolino spelacchiato. Sorrisi fintamente, andando dritto alla macchina del caffè, dove due camerieri cercavano di comporre il buffet della mattina.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora